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   Pizzo Cavregasco, dalla Val Soé, per la cresta N e discesa in val Garzelli
Zona  Lombardia - Mesolcina Spluga
Partenza  Bodengo (Gordona - SO) (1030m)
Quota attacco  2300 m
Quota arrivo  2535 m
Dislivello  230 m
Difficoltà  AD+ / IV+ ( III+ obbl. )
Esposizione  Varia
Rifugio di appoggio  Eventualmente biv. Petazzi al ritorno
Attrezzatura consigliata  Corda da 30m, cordini, fettucce, 4 o 5 rinvii, friend/nut di varia misura
Orario indicativo 6h e 30' per la vetta + 5-6h per la discesa
Periodo consigliato Estate-Autunno
Descrizione Da Bodengo, raggiungibile in auto pagando un pedaggio di 6 euro (presso rivenditori nel paese di Gordona oppure on-line) si seguono le indicazioni per la Val Soé. Il sentiero non è sempre evidente proprio perché è pochissimo frequentato. Mantenersi poi nella piana detritica, puntare allo sbarramento roccioso della valle, che sembra impedire l’accesso ai pendii superiori. Lo si supera invece sulla dx per ripido sentierino (ometti e qualche bollo, ma attenzione a non perderlo!). Ci si riporta sulla sx e dopo ripidi tratti e un paio di attraversamenti del torrente, si raggiunge l'Avert di Soé (1733m, ca. 2.15h). La traccia di sentiero prosegue ora verso W (attenzione al superamento di qualche placca percorsa dall’acqua, a volte un po’ liscia). Il terreno si fa più ripido e si prosegue sempre verso W-SW, puntando prima alla base della parete NE del Cavregasco, e poi piegando più a dx e risalendo ripidi pendii di erba e facili roccette, raggiungendo così la Furscelìna dal Sentée dal Péur (2310m). Si supera subito un breve ma verticale muretto (IV+ o, più facile, aggirandolo sulla dx, III+). Superatolo, un facile diedro in parte erboso (II+) porta alla parte successiva di cresta, quasi orizzontale e camminabile. Dopo alcune facili lame si perviene ad un intaglio; poi si supera sulla dx il successivo breve salto roccioso (III) e si torna così in cresta, di nuovo camminabile, fino ad un caratteristico fungo roccioso, posto alla base del secondo distinto tratto della cresta N visibilmente più ripido. Ora si deve superare un tratto breve ma piuttosto impegnativo, quasi un tetto spiovente con pochi appigli: grazie però una solida lama permette e tenendosi più verso dx lo si passa (IV+, 3m). La cresta torna poi più semplice e poco dopo la si abbandona per portarsi a dx e risalire un facile canalino con un po’ di erba; quindi tenersi ancora a dx aggirando un difficile saltino e traversando fino alla base della parete NW, per salire l’ultimo ripido tratto che porta in vetta. Su placche che offrono buona aderenza (II/III) si prosegue con percorso abbastanza logico fino ad un diedrino piuttosto impegnativo anche se breve (IV), superato il quale senza più particolari difficoltà si arriva ai blocchi sommitali, che portano a pochi metri dalla cima. Un breve traverso orizzontale su placche porta all’omino di vetta (6h e 30’ dalla partenza).
DISCESA: Dalla vetta, scendere dalla cresta E (o delle Lavine Rosse) fino ad un intaglio. Da qui lungo prati e facili placche si scende fino al Lago Cavrig, da dove si incrocia il sentiero dell’Alta Via. Lo si segue lungamente con diversi saliscendi (bolli e ometti), superando qualche bocchetta fino a raggiungere il Bivacco Petazzi e, subito dopo, il Lago Ledu e la Bocchetta del Cannone (2275 m), ai piedi della cresta W del Piz Ledu. Da qui seguire i bolli e scendere da un ripido canale di roccette. Facendo attenzione a non perdere segni e ometti proseguire la discesa su terreno che diventa via via più comodo ed erboso, fino a raggiungere l’Alpe Campo. Continuare sul sentiero sempre ben segnalato che riporta a fondovalle, a Pra Princé. Poco prima di raggiungere la località, un sentiero sulla sx permette di risalire più brevemente a Bodengo, dove si è lasciata l’auto. Calcolare 5-6h dalla vetta alla macchina e circa altri 300m di dislivello di risalita tra tutti i vari saliscendi per raggiungere la Bocchetta del Cannone.
Dislivello totale compresi le risalite: 1900m
Valutazione itinerario  Buono
Commento  La Val Soè è sicuramente la valle più selvaggia e solitaria della zona. Non è di semplice accesso data la complessa orografia e il quasi abbandono dei sentieri per la poca frequentazione. Già l’avvicinamento alla cresta Nord è quindi faticoso e piuttosto laborioso. La cresta non presenta particolari difficoltà, tranne brevi tratti (max IV+, ma quasi sempre sul II/III° – consigliabili scarpette d’arrampicata), ma con roccia molto buona, a tratti eccezionale e anche ben proteggibile. La via è tutta da attrezzare (utilissimi friend e nut di varia misura, e diversi cordini e fettucce). Dalla vetta il rientro a valle è ancora molto lungo, con ancora diverse brevi salite da compiere per rientrare dalla Bocchetta del Cannone. Questo tour, però, permette di compiere una lunga e affascinante attraversata fin quasi al Piz Ledu. Il bivacco Petazzi può essere utilizzato per spezzare la gita in 2 giorni soprattutto in autunno con le giornate più corte, in quanto dal bivacco a valle servono ancora circa 2h e 30'.
Un itinerario per gli amanti delle zone selvagge e pochissimo frequentate, lungo, faticoso e a tratti da individuare e cercare, ma che regala forti emozioni e un ambiente che ripaga ampiamente della fatica.

FOTO 1: Indicativamente, il percorso per raggiungere l'attacco e la cresta N.
FOTO 2: Un tratto orizzontale della cresta, con la successiva seconda parte più ripida.
FOTO 3: Il lungo rientro verso la Bocchetta del Cannone, con la successiva discesa in Val Garzelli dal versante opposto (Nord), visto percorrendo il sentiero dell'Alta Via.
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