Vicenda Unterkircher

[admarc2]

[Franco]

Certo il livello tecnico ma soprattutto quello fisico e mentale sono portati all'estremo, potrebbe sembrare l'alpinismo portato ad un livello superiore e in parte lo è.

Però cambia qualcosa, l'accettazione fatalistica della morte che ben ha sintetizzato il Dome con quel "doveva succedere" e che è evidente nelle parole di Unterkircher stesso. E' proprio così, nell'himalaysmo la morte è data per scontata e con buone ragioni perchè il tasso di mortalità e di vari ordini di grandezza superiore a quello dell'alpinismo, non è solo questione di quantità (più alto, più freddo, meno ossigeno) ma di qualità. Nessun alpinista se si imbattesse non dico in un altro alpinista bisognoso d'aiuto ma anche soltanto in un cadavere (cosa che in himalaya pare frequente su certe vie molto "battute") continuerebbe la salita.

Questa indifferenza per la morte non è accettata in nessun altro ambito nella nostra società e forse nemmeno in molte società finora esistite. Certo la posta in gioco è alta, troppo alta: la propria sopravvivenza, la possibilità di ritentare dati i costi altissimi. Il fatalismo con cui la si accetta traspare molto dalle parole di Unterkircher nei comunicati stampa.

Chiaro sono libere scelte, quindi nulla da obiettare a chi le fa, pienamente cosciente di come vanno le cose. Forse l'unica critica morale che si potrebbe fare è che non si ha responsabilità solo per se stessi ma anche per le persone che ci sono vicine, genitori, mogli, filgli.

Mi rendo conto che è un discorso difficile che tocca tante altre attività, alpinismo e scialpinismo in primis, ma appunto quello che cambia sono i numeri e il conseguente atteggiamento di fatalismo. Giustamente noi ci facciamo molti problemi e mettiamo la sicurezza sempre davanti a tutto, giustamente parliamo di coraggio della rinuncia. Mi pare di sentire poco queste parole nell'himalaysmo. Ma sono ovviamente parole da osservatore (molto) esterno.

A proposito delle parole di Unterkircher, davvero impressionanti col senno del poi, non mi pare di aver mai letto nulla di simile da parte di Messner, forse mi sbaglio, ma si coglie una forte incertezza, quasi un ripensamento ma sapendo che non c'erano altre possibilità se non continuare.
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In Wildness Is the Preservation of the World (Henry David Thoreau)

[LorenzOrobico]

Se facciamo una critica morale ai rischi connessi a certe salite stiamo criticando tutta la storia dell'alpinismo. Le sfide di Karl (o di Moro) rappresentano semplicemente il "nuovo" di oggi, esattamente come lo sono stati i Cassin, i Bonatti, i Messner, i Buhl ai loro tempi. Solo che il passato lo abbiamo accettato, il presente ci tocca piu` da vicino e sconvolge di piu`.

Messner ha scritto molti pezzi simili (vedi "Sopravvissuto"). Da un recente articolo contro il governo cinese su Repubblica:

«Lagyelo». È una parola tibetana. Significa «gli dei sono stati clementi».
Io mi sento tibetano, perché la mia cultura, come la loro, vive di montagna.[..]. «Lagyelo» è la parola con cui festeggiavo i miei ritorni dalle cime dell’Himalaya.
Perché solo gli dei possono accettare che qualcuno salga nel loro regno.

D'altronde era troppo intelligente per non sapere che i rischi erano molto alti. E in Himalaya, pur essendo sempre tornato, ci ha lasciato un fratello, molti amici e qualche dito dei piedi.

Per come le leggo io non c'e` nessuna indifferenza per la morte nelle parole di Karl, anzi c'e` molta preoccupazione in merito, si valutano attentamente i rischi e ci si prepara ad affrontarli, non molto diversamente da chi affronta una via sulla Brenva o sulla Nord dell'Ortles. Poi si accetta la sfida e non si puo` controllare tutto. Da quello che leggo il seracco era stato superato, ma forse un pendio che sembrava sicuro ha ceduto, un lastrone e` partito e... fine della storia.

C'e` da chiedersi il perché ? Semplice: "la montagna chiama" e fa sognare.
E ci sono persone che vogliono vivere insieme ai propri sogni.
Karl uno di questi ed e` in buona compagnia... inutile stilare una lista di nomi.

Voglio chiudere con una frase di Patrick Gabarrou che mi ha colpito molto, scritta dopo il suo grave incidente su cascata, primo incidente serio dopo 35 anni di attivita`.


Même si j’étais aujourd’hui en chaise roulante, je ne regretterais pas une seconde d’avoir un jour découvert la montagne.
Sachant tout ce qu’elle m’a donné et tout ce que, à travers elle, j’ai pu donner aux autres, tout ce que j’ai pu y partager, je ne pourrais que remercier ; comme je le fais aujourd’hui alors que mon corps revient peu à peu à la santé et que déjà frémit en moi l’envie de suivre à nouveau un sentier tout simple qui monte doucement à travers la forêt et me mène, une fois encore, vers la vision éblouie du monde de l’altitude…


Amen...

Lorenz
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[Lù-I.org]

Sto seguendo la vicenda, come tutti noi immagino.

Questa mattina alla radio hanno detto:
"alpinisti intrappolati sulla parete in Himalaya"
"il nanga parbat in Nepal"
"alpinisti in difficoltà"

ora...
sorvoliamo sugli strafalcioni geoografici, siamo nella catena del Karakorum in Pakistan, a qualche migliaio di km dal Nepal, è come parlare di Alpi in Italia , quando l'evento è sui Pirenei in Spagna...

però... si sta "spettacolarizzando" una situazione, passatemi il virgolettato, "NORMALE" nell' himalaismo!
Si stanno dando una sacco di info errate, si sta facendo passare di tutto di più tranne quello che veramente è...
e c'è qualcuno che ci sta speculando.. con ritorno di immagine, con politici di un partito specifico coinvolto, con pubblicità ad un sito (che comunque seguivo prima e seguirò ancora) che giusto ieri a pranzo è passato sui TG ...

Di tutta la vicenda è questo che trovo "stonato" per non dire "schifoso", pur "normale" nel nostro mondo mediatico, che quindi non mi stupisce, anzi...
lasciatemi essere schifato però!

[LorenzOrobico]

L'altro giorno al TG2 per commentare la vicenda hanno mandato degli spezzoni di film di montagna selezionando le scene piu` spettacolari, tipo Joe Simpson che precipita nel crepaccio.

Insomma la vicenda va in TV banalmente per il punto di vista spettacolare e di audience...
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[Mat]

la cosa strana è il casino mediatico che questa storia sta sollevando con giornalisti che COME SPESSO ACCADE parlano di cose che non sanno quando di mezzo c'è gente che rischia e muore.

www.montagna.org non fa molto bene all'ambiente della montagna, a un approccio intelligente all'alpinismo ed all'esplorazione come la intendeva l'alpinista in questione ... guardate i video con cura, la sua espressione, la passione, la dedizione e l'accettazione di certi rischi ... questi sono valori che solo chi pratica sa riconoscere ed in quanto tali molto difficili da capire e spiegare. come si può lanciare in pasto un dramma umano alla collettività in questo modo, in 'DIRETTA' e senza possibilità REALE di poter dare una giusta interpretazione di quello che sta accadendo e di quello che è accaduto.
son molto perplesso ...

Mat

[Franz]

SALVI
Nones e Kehrer

http://www.montagna.tv/?q=node/8144
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-Per me i fotoreports di Franz sono come i giornalini pornografici: non leggo il testo, guardo solo le foto. Quindi Franz, continua a postare i tuoi reports che altrimenti mi tocca riabbonarmi a "Le Ore" (un forumista di OTT)

[Lù-I.org]

[Domonice]

[Franz]

[Domonice]

[Lù-I.org]

[bughy]

http://www.corriere.it/cronache/08_agosto_07/karl_alpinisti_montagna_c2aaec9e-6441-11dd-8c8a-00144f02aabc.shtml


a quanto pare non erano cosi in cacca come hanno fatto passare i media...
che palle, si parla sempre della montagna solo per i morti...

[mame]

Da i loro racconti trovo conferme a più di un dubbio che mi era sorto:

facciamo veramente schifo !!!

altro che bell'esempio di solidarietà e abnegazione latina

Saluti

[LorenzOrobico]