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Tutt'altro che CORTA, cresta CORTI alla punta SCAIS
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Autore Messaggio
fabiomaz



Registrato: 25/10/07 10:15
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MessaggioInviato: Mar Ago 04, 2015 2:09 pm    Oggetto: Tutt'altro che CORTA, cresta CORTI alla punta SCAIS Rispondi citando

"Vedrai che questa non ci delude."
Lo dico a Marco quando salgo in macchina, direzione Agneda e la Capanna Mambretti, obbiettivo, desiderato e atteso, la cresta Corti allo Scais.
Ad avermi "deluso", se così può dire, è stato lo spigolo del Badile, ambiente bellissimo, ma troppo lineare, troppo addomesticato, troppo semplice.
Marco ci pensa un attimo e marca le differenze, come sottolineerebbe un amico comune, tra una persona normale e un eterno insoddisfatto: "ma a me non ha mica deluso."

Eppure sa bene cosa intendo dire.
La cresta Corti, gran classica dimenticata delle Orobie, è una salita non difficile sulla carta, ma complessa, che richiede molte ore di movimento su terreno "orobico" d.o.c., e quindi spesso delicato, necessariamente da affrontare in velocità, con pochi e poco noti punta di fuga lungo canali e cenge comunque franosi e non attrezzati.
Tra i numerosi torrioni che la caratterizzano, la cresta a volte ampia e camminabile, più spesso affilata al punto di essere tagliente, le varie cenge, le discese e le calate, la cresta Corti, offre un mondo da scoprire in cui è difficile trovare tracce di passaggio. A sinistra, 200 metri più sotto, i rari crepacci orobici della vedretta di Porola, a destra, molto più un basso, le vestigia della vedretta di Scais. Si è soli e la distanza di sente, anche se in fondo, oltre al lago azzurro, si scorge sempre la diga di Scais.

Lungo la strada ci fermiamo a raccogliere il terzo socio, il ritrovato Davide "Fourfingers". Poi saliamo spediti ad Agneda. Alla capanna Mambretti arriviamo attorno alle sette, le cime di Caronno, il Porola, lo Scais, il Brunone e il Medasc, sono avvolti dalle nubi. Dopo mangiato usciamo per vederle liberarsi lentamente dalla nuvole nella luce calda del tramonto.

Al mattino ci portiamo ai piedi del primo tratto verticale che come una prua si alza dalle antiche morene. Risaliamo facilmente lo zoccolo sulla sinistra e, all'inizio delle due caratteristiche fessure, ci leghiamo in conserva e partiamo. Saliamo su terreno verticale ma facile e su roccia buona, proteggendo la conserva. Sbuchiamo in cresta e ci sleghiamo. Per il primo tratto la cresta è camminabile, seppure con brevi tratti più verticali.
In vista del primo torrione, il primo di una lunga serie, ci leghiamo nuovamente in conserva.
L'arrampica è quella tipica del III° "orobico", facile ma richiede attenzione a quello che si prende e soprattutto a "come" lo si prende.
Dopo un paio di torrioni, quasi inaspettatamente, ci troviamo al famoso intaglio. Davide che è in testa è già avviato sulla cengetta della via tradizionale quando, sopraggiungendo in coda, riconosco il picchetto metallico e il chiodo ad anello.
Ci consultiamo, ma sul punto ho già le idee chiare. La roccia dell'intaglio è ciò che mi ha tenuto lontano dalla Corti fino a quest'anno. Quello che voglio fare è la variante Longo-Giudici, da tanti consigliata, da pochi percorsa e, a detta di quei pochi, fortemente sottogradata. Non a caso nel mio zaino ci sono le scarpette: le ho portate apposta!
Ci caliamo sfruttando un cordone in loco, all'aspetto recente (regalo del Parimba/Agazzi o lasciato da qualcuno passato dopo di loro?) e parto. Seguo una facile placca fessurata su roccia ottima. Quando si interrompe abbranco il lato sinistro della placca e salgo su terreno più verticale e scivoloso. Trovo un chiodo che protegge il passaggio più duro, poi vedo la sosta più avanti, due vecchi chiodi rugginosi e..un cordino di calata..ahia..
Sopra c'è il diedro leggermente strapiombante protetto, circa a metà, da un unico chiodo.
Mi faccio raggiungere da Davide lasciando Marco alla partenza del primo tiro. Meglio non sollecitare troppo la sosta. A ogni buon conto piazzo un chiodo che rinvio per proteggerla e parto. Il lato destro ha gli appoggi bagnati e scivolosissimi. Decido quindi di salire usando la parete sinistra del diedro. Mi alzo un metro, comincio a ruotare il busto per riposizionarmi sui due lati del diedro ma lo zaino tira maledettamente in fuori, tolgo peso al piede destro e...scivolo.
Il chiodo tiene e mi fermo immediatamente.
Ribatto il chiodo e riparto, questa volta usando gli appoggi bagnati e entrambi i lati del diedro. Salgo, rinvio il chiodo alto, piazzo un friend e mi porto sotto l'uscita strapiombante. A sinistra, oltre il diedro, il terreno è più facile ma non vedo modo di proteggermi. Se invece riesco a saltar fuori diretto le difficoltà sono esaurite. Ma saltar fuori per 3-4 metri strapiombanti, col rischio di volare su friend, non mi piace affatto. Comincia la battaglia per piazzare un chiodino nella roccia che non l'accetta. Alla fine ce la faccio. Mi sento molto Cassin!
Con la sicurezza del chiodo forzo il passo e poco sopra trovo un ottima maniglia! 6 metri di placca appoggiata e agguanto il filo di cresta.
Il recupero dei soci, senza scarpette, risulta abbastanza laborioso, e tra una cosa e l'altra la variante ci porta via un'ora e mezza.
Ripartiamo di slancio in corserva. Davide ed io ci alterniamo a tirare quando esauriamo le protezioni.
Arriviamo alla torre di placche rosse e chiedo a Davide se mi lascia davanti. Mi cede il passo volentieri ma le difficoltà, senza il verglass che spesso si trova, non sono neppure paragonabili a quelle trovate prima. Eppure il grado dovrebbe essere lo stesso! Madaiii!
Più difficoltà riserva la discesa dal torrione, anche perché la stanchezza si fa sentire ora. Qualche ulteriore saliscendi ci porta ai piedi della placca Bonomi.
Davide mi lascia l'onore ma io guardo con perplessità quei cubetti girati verso il basso e la aggiro bellamente per una cengia sulla destra.
Vetta! Siamo soddisfatti, stanchi e soddisfatti, ma la strada è ancora lunga e la discesa, anche se la conosciamo, è rognosa.
Arriveremo all'auto alle 8.00, dopo 15 ore in giro, come si dice: una bella torata!


Il lago di Scais con le sue caratteristiche acque cerulee.


Alpeggio di Caronno e la prima delle cime del Medasc in versione green!


Arrivo alla Mambretti


Al tramonto le cime si scoprono


La testata della valle con la vedretta di Porola, parzialmente coperta dai detriti.


La nostra meta fa capolino.


La mattina dopo. Risalendo la fessura basale.


Nella parte camminabile della cresta sopra le fessure basali.


Acquattato nell'ombra il primo torrione.


Tipico su e giù in cresta.


Dopo una pausa si aspetta che la corda si tenda per ripartire.


Peggy impegnato sul primo tiro della variante Longo-Giudici



Il torrione è oramai alle spalle.


Laggiù la vedretta di Porola.


La cima ancora non si vede, al centro la torre con le placche rosse.


La placca rossa da cui occorre fare una breve calata.


Calata dal tetto con lo spigolo affilato come una lama.


In vista della vetta!


Vettaaaaaa (pensando alla salita)


Lo sfasciumato versante della normale.


Quel che resta della vedretta di Scais (con la "schiena di mulo" ben scoperta).

Foto mie e di Davide.
Manca il Peggone!
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L'ultima modifica di fabiomaz il Mer Ago 05, 2015 1:26 pm, modificato 1 volta
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lupin-3



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MessaggioInviato: Mar Ago 04, 2015 5:29 pm    Oggetto: Rispondi citando

Bello il racconto!

Cresta da "vivere" alla fine....i tuoi e di peggone giri preferiti!

Il tempo è incredibile cmque altro che torata!!! L'hintergrat furono 12h e che ricordi Very Happy Wink Razz

Bravi bravi!!!
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Vezz



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MessaggioInviato: Mer Ago 05, 2015 12:29 am    Oggetto: Rispondi citando

Che dire Fabio e soci? Complimentoni.
Nel vostro caso più che mai si nota la preparazione, il fare le cose con criterio.
Il desiderare e poi conquistare piccoli/grandi obiettivi con una naturalezza impressionante.

Sono fortunato ad aver rimesso le scarpette la scorsa domenica, ho potuto apprezzare con maggior trasporto il tuo racconto e le tue foto.
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Vezz



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MessaggioInviato: Mer Ago 05, 2015 7:04 am    Oggetto: Rispondi citando

Ma soprattutto... il chiodo l'avete lasciato vero??!
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fabiomaz



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MessaggioInviato: Mer Ago 05, 2015 8:21 am    Oggetto: Rispondi citando

Vezz ha scritto:
Ma soprattutto... il chiodo l'avete lasciato vero??!


Giusta domanda: no, non abbiamo lasciato nulla.
Wink
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MessaggioInviato: Mer Ago 05, 2015 10:00 am    Oggetto: Rispondi citando

Cacchio te lo rimborsavo io
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fabiomaz



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MessaggioInviato: Mer Ago 05, 2015 1:30 pm    Oggetto: Rispondi citando

Vezz ha scritto:
Cacchio te lo rimborsavo io


E l'onore perduto? Chi me lo rimborsava?
Laughing Laughing

Ho aggiunto sopra le foto di Fourfingers che riportano i tratti in cui io..mi scordo di fotografare.
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L'ultima modifica di fabiomaz il Ven Ago 07, 2015 5:10 pm, modificato 1 volta
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lupin-3



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MessaggioInviato: Mer Ago 05, 2015 1:56 pm    Oggetto: Rispondi citando

ohh...jesus,tutti fantizzati,questa mi mancava Laughing Laughing Laughing
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Domonice
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MessaggioInviato: Mer Ago 05, 2015 5:15 pm    Oggetto: Rispondi citando

Che dire Fabio, ho apprezzato molto le foto, molto di più il racconto e continuo ad apprezzare sempre il vostro modo di andare in montagna fatto di obbiettivi PERSONALI piuttosto che di mete altisonanti. Grandi!
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fourfingers



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MessaggioInviato: Mer Ago 05, 2015 10:07 pm    Oggetto: Rispondi citando

ohhhh, finalmente riesco anch'io a mettere qualche foto....(con riferimento al post nel caffè: sì, mettere le foto è macchinoso, io ci perdo sempre 2 giorni per ricordarmi come si fa...) Confused

il mio apporto è ovviamente in chiave semiseria, come mio solito.... Laughing

Fabio ha già svelato il segreto dei veri orobici....


....e ha definito la parte iniziale "su roccia buona".... sarà, ma io che ero in fondo un po' di roba l'ho vista passare Laughing con l'attenuante che era smossa dalla corda per la verità. nella foto i camini iniziali


una classica: "arriva il peggone" Cool


la parte iniziale... ma l'è luuuuunga!


e qui si vede la differenza tra uso di bevande originali e la sottomarche:
il mitico alpinista orobico nell'immaginario collettivo...


...e lo stesso nella dura realtà Non che io fossi messo molto meglio di Marco, nell'attesa che IL MITICO risolvesse il passaggio chiave ci è venuto un abbiocco da paura! Laughing Laughing Laughing



Marco impegnato nel tiro chiave


Manovre orobiche (che poi son le cose che ci piaciono di più)) Wink


L'affilatissima cresta che porta alla sosta della doppia (qui più che le corde qualcuno ha rischiato di lasciarci gli attributi Evil or Very Mad )


In dirittura di arrivo, con le tre croci ricorda un po' il Calvario (non quello di Gorizia nè) (la terza c'è ma non si vede)


comunque per me questa cresta è stata un affare, sono partito con una corda da 70mt. e sono tornato con 2 corde! rispettivamente di 25 e35 mt. Laughing Laughing Laughing
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fabiomaz



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MessaggioInviato: Mer Ago 05, 2015 10:33 pm    Oggetto: Rispondi citando

fourfingers ha scritto:

comunque per me questa cresta è stata un affare, sono partito con una corda da 70mt. e sono tornato con 2 corde! rispettivamente di 25 e35 mt. Laughing Laughing Laughing


I conti non tornano: chi si è fregato i 10 metri mancanti?
Ho avuto una premonizione..avevo detto di prendere una corda a fine vita infatti!

Oh..il Cassin ci ha messo 4 ore a piantare il chiodo sulla Ovest della Lavaredo. Ho detto o no che mi sentivo come Cassin?

Laughing Laughing
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misteradamello



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MessaggioInviato: Gio Ago 06, 2015 5:41 am    Oggetto: Rispondi citando

La doppia affilata mela ricordo bene?Mi è costata una mezzanuova. Il buon Franzone si buttò come Tarzan
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Livio



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MessaggioInviato: Gio Ago 06, 2015 6:48 am    Oggetto: Rispondi citando

Grazie per il report e le foto ragazzi.
E' una salita che ho messo da tempo nel cassetto dei desideri e prima o poi conto di farla !!
Complimenti a voi
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"Tutti eravamo felici, ci rendevamo conto che stavamo abbandonando dietro di noi la confusione e le sciocchezze e compiendo la nostra unica e nobile funzione nel tempo, andare"
(J. Kerouac, "On the road")
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Vecchioleone



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MessaggioInviato: Gio Ago 06, 2015 7:29 am    Oggetto: Rispondi citando

Bravi i 3 moschettieri (o porcellini che dir si voglia.. Wink )
Bella avventura
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"ho imparato dai fili d'erba 
a piegarmi dentro la bufera 
a rialzarmi come niente fosse"
-Davide Van De Sfroos-
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matteo81



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MessaggioInviato: Gio Ago 06, 2015 7:49 am    Oggetto: Rispondi citando

Domonice ha scritto:
Che dire Fabio, ho apprezzato molto le foto, molto di più il racconto e continuo ad apprezzare sempre il vostro modo di andare in montagna fatto di obbiettivi PERSONALI piuttosto che di mete altisonanti. Grandi!


Concordo e sottolineo; ne hanno e giustamente ne approfittano!
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