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Sapore di Manduino

 
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Autore Messaggio
Vezz



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Residenza: Segrate (MI) - 115 m s.l.m.

MessaggioInviato: Mar Lug 16, 2013 11:16 pm    Oggetto: Sapore di Manduino Rispondi citando

Sasso Manduino per la cresta Ovest - via Schiavio.
Salita per il Tracciolino e la val Ladrogno, discesa per la val dei Ratti. Qui il report.

Non riesco a capire se quel che mi è rimasto in bocca sia dell'amaro o sia soltanto un nostalgico tentativo di risentire il gusto di questa, in ogni caso, unica salita. Un po' come quando con le papille gustative vai alla ricerca di ogni rimasuglio dell'ultimo quadretto di cioccolato che ti era rimasto nello zaino.
Ora non riesco bene a effettuare la distinzione, ma spero un giorno più o meno lontano di averlo chiaro in testa.

Il tempo per questo genere di salite, si sa, è limitato. Due, forse tre mesi l'anno tra i quali pescare le occasioni propizie. E può capitare che per ritrovare certe sensazioni si debba aspettare mesi e mesi. Se poi si ha ancora ben impresse in mente le emozioni vissute al Badile è certo che l'aspettative per la salita al Sasso Manduino siano forse esagerate. Tanto più che erano anni che ballava nei pensieri.
O forse questo è solamente naturale: le cose belle finiscono presto e poi non rimane che rimpiangerle.

La vera impresa adesso sarà trovare un'altra salita simile che possa catalizzare i sogni per i prossimi mesi, che possa rendere meno lunga l'attesa durante la stagione invernale.
Sarebbe bastato rimandare ancora questo tentativo al Manduino. Ma stavolta mi sentivo pronto, preparato, all'altezza dell'arrampicata sì facile, ma pur sempre d'ambiente. Neppure gli incidenti avvenuti sulla montagna negli anni scorsi potevano intaccare questa certezza.


E' un primo pomeriggio afoso quello che ci vede in partenza dalla strada della val dei Ratti. Gli zaini sono colmi, l'umore alto, le articolazioni pronte a soffrire. Percorriamo quel capolavoro di ingegneria che è il Tracciolino. Questa volta però l'attenzione non è tanto per le sinuose curve o per le gallerie. E nemmeno per il panorama. La tensione, visibile in ogni muscolo, è quasi interamente rivolta a minimizzare ogni sforzo. Del resto questo sentiero l'ho già percorso e la suggestione della prima volta è smorzata. Affiorano tuttavia dolci ricordi e, proprio quando sembrano farsi largo, vengono brutalmente respinti da una goccia di sudore nell'occhio o dal doloroso conficcarsi di una punta del rampone nella schiena. Eh già perchè, a costo di sembrar ridicoli, ci siamo attrezzati di tutto punto: ramponi e piccozza sono nel sacco.

E così avanti per oltre due ore quando, ormai in vista dell'amato abitato di Codera, imbocchiamo la deviazione per la val Ladrogno ed il bivacco Casorate Sempione. Il cambio di pendenza è netto. L'accuso. E d'altra parte è lo stesso pure per il socio. Oltrepassiamo i ruderi di In Cima Al Bosco, attraversiamo un bosco di betulle e perveniamo ad un poggio panoramico dove, finalmente ci concediamo una sosta. Siamo noi e tre muli. Noi e i laghi laggiù. Noi e un'opprimente caldazza.

Il sentiero prosegue ora meno pendente, inoltrandosi con decisione in una più che mai verdissima val Ladrogno. L'attraversamento di alcuni torrenti è l'unico diversivo al lento incedere, almeno finchè non raggiungiamo l'alpe Ladrogno dalla quale è finalmente godibile il colpo d'occhio sulla testata della valle.
Alla foschia del fondovalle si sono sostituite soffici nuvole che soltanto per un istante ci permettono di intravedere quella che ha tutta l'aria di essere la nostra cima. Erano ore che aspettavo questo momento; l'immaginazione aveva lavorato e, memore di alcune passate visioni (spigolo nord del Badile, parete nord di Sfinge e Ligoncio), si era costruita chissà quali spaventevoli attese. E invece, ora che l'avevamo di fronte, il Manduino assumeva un aspetto, non dico bonario, ma certo nemmeno terrificante.

Sono appena passate le 19; gli ultimi tre-quattrocento metri ci separano dal bivacco Casorate Sempione già da un po' visibile lassù. L'ultimo tratto di bosco è indubbiamente il più duro: panorami nascosti e cappa soffocante. Dopodichè la valle si apre. I rododendri e le granitiche pareti offrono un bel mix agrodolce. Eppoi l'atroce verità: la porta del bivacco è aperta, non siamo soli. E, sono pronto a scommetterci anche questa volta, non lo condivideremo con una cordata di belle fanciulle, bensì con rudi alpinisti come siamo più o meno noi.

Sono quasi le otto, abbiamo un notevole spettacolo a portata di mano, ma non riusciamo ad assaporarlo come si deve. Siamo sfiniti, sudaticci, affamati. E dobbiamo adoperarci in presentazioni e convenevoli. E dobbiamo fare il piano d'attacco per l'indomani. Arrivare fin sotto la base della parete dopo 8 ore di cammino e dover rinunciare alla salita sarebbe un colpo troppo duro per il morale. E una misera disfatta.

Nell'aria c'è fermento eppure la nottata trascorre liscia.

L'indomani, di buon ora, partiamo insieme ad un'altra cordata, alla volta del famigerato avvicinamento alla nostra montagna. Non passano dieci minuti che ci dividiamo: ognuno si affida al proprio intuito disegnando sul pendio la linea migliore. Il nostro avvicinamento è privo di grossi intoppi: in un tempo ragionevole siamo sotto l'innevato canale di accesso alla cresta e lo risaliamo, ramponi ai piedi.
Siamo in ombra, fa freschino, a breve inizieremo a spalmarci sulla roccia. Ci piace. Un pizzico di paura mi pervade. Finalmente: ti aspettavo.

Parto sul primo tiro. Sosto, recupero e riparto. Il terzo tiro è del socio. Il quarto è nuovamente mio. Inizialmente facile, si fa via via più adrenalinico per via di una lunga rampa improteggibile. Un volo qui avrebbe conseguenze disastrose.. meglio non pensarci e procedere, delicatamente. Una mano lì, l'altra in bilanciamento là, su un piede, fidati dell'altro e via. Passo dopo passo, raggiungo la sosta. Con sollievo posso far spaziare lo sguardo verso il lago, i rocciosi dirupi della montagna, le valli fin giù alle case di Codera.

Nulla da segnalare a riguardo del quinto, sesto e settimo tiro. L'ottavo e ultimo è invece più ostico. Compio l'errore, frequente per quanto mi riguarda, di affrontare la paretina senza troppo pensarci, capita così di trovarmi incrodato con le braccia in tensione, in un bagno di sudore, coi piedi traballanti e il solo sostegno del famoso "friend psicologico". Di salire non se ne parla, con delicatezza e mille contorsioni riesco a scendere. Risalirò per percorso alternativo (e forse più difficile) e zigzagante tanto che proprio sotto il roccione sommitale, sarò costretto a slegarmi da una delle due corde, incastratasi non so dove. Superato anche questo intoppo, posso finalmente lasciarmi andare al gridolino di vetta.

L'attenzione è inizialmente rivolta al panorama che si sta irreparabilmente compromettendo causa nebbie; in seguito al compagno in arrivo e infine alla ricerca delle calate per la discesa. Il tanto atteso turbinio di emozioni e soddisfazioni tarda ad arrivare.
Non arriva proprio. Uff.

Al contrario monta una certa ansia per la discesa. Discesa che però, nel concreto, si svolge anch'essa senza grosse preoccupazioni. Quattro brevi calate e qualche passo in disarrampicata ci depositano alla base della parete. Fuori dai pericoli.
Rimane solamente da intercettare il sentiero che, in oltre tre ore di lento e doloroso cammino, ci riporterà all'auto.
Le membra sono esauste, il sonno in agguato, in bocca ho un sapore strano.
Ma forse è semplicemente un'inestinguibile sete.



Il pomeriggio è afoso. Ogni occasione è buona per rinfrescarsi


Capolavoro di ingegneria




L'ameno poggio di San Giorgio


Sull'altro versante della valle transita il sentiero che parte da Novate Mezzola e passa per le case di Avedee


Rimedi vecchi ma ancora buoni


Dopo un paio d'ore siamo finalmente in vista di Codera


Deviazione. Il meno è fatto


Codera, visione d'insieme


In Cima Al Bosco


Quanto mi piacciono le betulle


Pausa. Cerchiamo conforto nella relazione


Casetta con vista


Locals


Torrenti e cascate offrono un diversivo al nostro lento incedere


Fugace visione


L'alta val Ladrogno è costellata di rododendri


Al bivacco Casorate Sempione c'è fermento


La nostra montagna (a destra la cresta da percorrere)


Caotico tramonto


In equilibrio sul Pizzaccio



L'indomani è il pizzo di Prata a darci la sveglia


Ormai in vista del canalino di accesso alla cresta


Sarò prudente, ma io i ramponi me li metto


Tiro numero 1: il riscaldamento aggirando il gendarme


Tiro numero 4: alti sulla val Ladrogno


Tiro numero 5: arriva il sole


Apparizioni (Ligoncio)


In vetta


Si scende


Cime del Calvo fumanti


Monte Spluga o cima del Desenigo


Alpe Talamucca


La cima di Malvedello, alla sinistra idrografica della val dei Ratti

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Qualche mia foto


L'ultima modifica di Vezz il Mer Lug 17, 2013 7:37 pm, modificato 2 volte
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rediquadri



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MessaggioInviato: Mer Lug 17, 2013 8:38 am    Oggetto: Rispondi citando

Bello! In Val Codera c'ero stato a dicembre, così ha tutto un altro aspetto Wink
Complimenti per la salita tanto anelata, per le emozioni in cima sono sempre diverse, una volta un turbinio, una volta un semplice sorriso, una volta quasi solo la preoccupazione per stanchezza e discesa. Prendila come viene, intanto un altro obiettivo l'hai portato a casa Wink
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"Go hard or go home" (Jake la Furia)


L'ultima modifica di rediquadri il Mer Lug 17, 2013 10:22 am, modificato 1 volta
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Orzo Bimbo



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MessaggioInviato: Mer Lug 17, 2013 8:58 am    Oggetto: Rispondi citando

COMPLIMENTI !!! Wink
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La felicita' c'è l'ha chi la coglie !
Per altre foto :
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matteo81



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MessaggioInviato: Mer Lug 17, 2013 9:02 am    Oggetto: Rispondi citando

Ti faccio i miei complimenti Luca, bravo! La foto "In vetta" rende quanto hai descritto con le tue parole; una cosa è sicura, hai reso un immagine diversa del Manduino meno "oppressiva" e "fatale" a dispetto di quanto si è sempre letto in giro.
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Franz
Event manager


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MessaggioInviato: Mer Lug 17, 2013 9:57 am    Oggetto: Rispondi citando

Una sola parola: FINALMENTE Laughing
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-Per me i fotoreports di Franz sono come i giornalini pornografici: non leggo il testo, guardo solo le foto. Quindi Franz, continua a postare i tuoi reports che altrimenti mi tocca riabbonarmi a "Le Ore" (un forumista di OTT)
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calimero



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MessaggioInviato: Mer Lug 17, 2013 10:21 am    Oggetto: Rispondi citando

Spesso quando si riesce a riportare tra le mura di casa un sogno tanto anelato si fatica ad assaporarne le fragranze ed i sapori.
Ci riuscirai giorno dopo giorno, momento dopo momento.
Un pò come questo tuo fotoreport.
Ad un racconto denso e convincente segue un fotoreport che , partito in sordina , si accende foto dopo foto fino all'epicità del tramonto ( che bella " caotico " ) ed alla bellezza senza discussioni delle cime del Calvo fumanti.
L'hai detto tu : le cose belle finiscono presto e a noi non resta che rimpiangerle.
O a scriverle in fretta, come diceva qualcuno.
Meta da veri appassionati della zona.
Una chicca.
Bravo .

ps . è inutile che ci speri ( "E, sono pronto a scommetterci anche questa volta, non lo condivideremo con una cordata di belle fanciulle, bensì con rudi alpinisti come siamo più o meno noi " ) di emiri come gustav1971 ce n'è uno solo...... Wink
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simon



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MessaggioInviato: Mer Lug 17, 2013 11:50 am    Oggetto: Rispondi citando

bravo Vezz!
ti dico solo che dei tuoi report mi sono messo a leggere anche il testo
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Jaguaro



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MessaggioInviato: Mer Lug 17, 2013 12:11 pm    Oggetto: Rispondi citando

Smile
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claus_



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MessaggioInviato: Mer Lug 17, 2013 1:20 pm    Oggetto: Rispondi citando

bravi

è una salita che mi interessa da un bel po'
ma la voglio fare molto più la con la stagione, tutto quel verde mi opprime
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grigna



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MessaggioInviato: Mer Lug 17, 2013 8:09 pm    Oggetto: Rispondi citando

Bellissimo!
Inconsapevolmente domenica all'alba vi osservavo dal Sasso Canale.
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Stambek 1



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MessaggioInviato: Mar Lug 23, 2013 10:20 am    Oggetto: Rispondi citando

SI POTEVA CONTINUARE AL LIGONCIO......NO....... Wink
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Vezz



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MessaggioInviato: Mar Lug 23, 2013 11:29 am    Oggetto: Rispondi citando

Stambek 1 ha scritto:
SI POTEVA CONTINUARE AL LIGONCIO......NO....... Wink


Ciao Stambek, grazie per la pacata osservazione.
Accidenti, concentrato com'ero sulla discesa non mi è venuto in mente di continuare fino al Ligoncio.
Peccato perchè non credo che tornerò per farlo.

Hai altre vie di questo genere da consigliarmi lì in zona?
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claus_



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MessaggioInviato: Mar Lug 23, 2013 11:55 am    Oggetto: Rispondi citando

ho letto il tuo precisissimo report,

no ho capito il motivo delle due mezze da 60. mi pare che non ci siano tiri lunghi obbligati ne doppie lunghe.

magari si può fare con una sola corda leggera e risparmiarsi un bel peso?
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Vezz



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MessaggioInviato: Mar Lug 23, 2013 1:13 pm    Oggetto: Rispondi citando

claus_ ha scritto:
ho letto il tuo precisissimo report,

no ho capito il motivo delle due mezze da 60. mi pare che non ci siano tiri lunghi obbligati ne doppie lunghe.

magari si può fare con una sola corda leggera e risparmiarsi un bel peso?


Direi proprio di sì. Le abbiamo portate unicamente per un eventuale imprevisto. Tipo incastro di corde ecc, pensando di essere soli sulla via. Le doppie sono molto più lineari di quel che avevo intuito leggendo la relazione.

Rispolvero questo topic.. che avevo aperto tempo fa, qualche spunto per altre vie d'ambiente c'è.
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