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Considerazioni sulla sicurezza della montagna invernale
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Autore Messaggio
Fabrizio Righetti



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MessaggioInviato: Dom Nov 28, 2010 1:46 pm    Oggetto: Considerazioni sulla sicurezza della montagna invernale Rispondi citando

Ciao a tutti,
Alcune condiderazioni del tutto personali ma che penso possano essere anche il pensiero di altri tra di voi.
Ho appena visto un servizio sul TG1 dedicato, purtroppo, ai recenti incidenti avvenuti sulle montagne italiane e dovute alla cadute di valanghe.
Ovviamente, ed in parte posso anche condividere, le solite raccomandazioni con il benestare dell'esperto. Quello che mi colpisce è che viene ancora una volta messo l'accento sugli strumenti di ricerca, quindi ARTVA, PALA e SONDA ma tutti noi sappiamo che lo strumento migliore è la prevenzione. I materiali di ricerca non ci evitano di rimanere coinvolti nell'evento valanghivo ma ci regalano solo una minima possibilità in più di essre ritrovati o di ritrovare i nostri compagni.
Bisogna informarsi e studiare per quanto possibile le condizioni del manto nevoso e delle condizioni meteo al fine di limitare ma non 'ANNULLARE' il rischio di rimanere coinvolti da un fenomeno valanghivo. Già lo dicevo: non mi piace la parola 'VALUTAZIONE' sul terreno, si valuta a casa e se è il caso si cambia meta o si fa altro. Poi si sa che nessuno di noi è esente da errori, soprattutto ad inizio stagione quando la VOGLIA DI ANDARE e condizioni del manto nevoso AMBIGUE diventano un mix pericoloso!
Fabrizio
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furbo



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Residenza: milano

MessaggioInviato: Dom Nov 28, 2010 2:36 pm    Oggetto: Rispondi citando

boh, io tutta sta eccitazione non la sento a dir la verità, siamo a fine novembre, in molti posti non c'è fondo, la neve è quello che è, assestamento quasi nullo, si scierà probabilmente fino a giugno... ma che fretta c'è. In questo periodo è più facile valutare da casa e fare tranquillamente dell'altro

Azz è uscito il sole Razz ... vado a fare una pellatina sulle piste Laughing
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La disperazione più grave che possa impadronirsi di una società è il dubbio che vivere onestamente sia inutile
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dani85



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Messaggi: 41
Residenza: Romanengo

MessaggioInviato: Dom Nov 28, 2010 3:15 pm    Oggetto: Rispondi citando

concordo pienamente con fabrizio,ma penso chiunque!!!(anche se cosi nn sembra visti i risultati)non capisco questi incidenti GRATUITI,perche' cosi si possono definire!!!e detto da me...che solitamente cerco di spingere abbastanza il pedale dell'acceleratore e ammetto che cmq un rischio nascosto...dietro l'angolo c'è sempre,nella nostra passione...e appunto perchè esiste un pericolo di base,perchè aggiungerne altri a gratis???
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Franco



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Messaggi: 285
Residenza: Grone

MessaggioInviato: Dom Nov 28, 2010 4:08 pm    Oggetto: Rispondi citando

Credo che alla fine il classico metodo 3x3 sia la risposta.

1) A casa pianificazione dell'itinerario
1.1) Condizioni - previsione situazione valanghiva
1.2) Terreno- carta, punti chiave
1.3 Fattore umano- Chi, quanti?

2) Sul posto: valutazione locale
2.1) Condizioni - osservazione situazione valanghiva del momento
2.2) Terreno - confronto diversi itinerari
2.3) Fattore umano - controllo ARTVA, atrezzatura, condizioni del gruppo

3) Singolo pendio
3.1) Condizioni - pendio valanghivo, visibilità
3.2) Terreno - estensione del pendio, rischi di caduta e seppellimento
3.3) Fattore umano - tattica in caso di incidente

Molti incidenti nascono perchè non si è fatto il primo filtro a casa, quelli che dani85 definisce incidenti "gratuiti", certi pendii è chiaro che non bisogna neanche pensare di farli (o passarci sotto) in determinate condizioni.
Nella mia esperienza mi pare che in molti gruppi più volte, nella foga di correre o di non rimanere indietro o per "l'eccitazione" del momento si trascura di fare le valutazioni locali e del singolo pendio.
Questo è chiaramente un metodo tutto sommato banale, ma che implica che ci si fermi a valutare e la responsabilizzazione di tutti, che, se davvero applicato, minimizzerebbe il numero di incidenti, come si vede l'enfasi non è sugli strumenti di autosoccorso ma sulla prevenzione. Inoltre lo stesso autosoccorso non è solo negli strumenti ma nell'esercizio ad usarli correttamente, e anche su questo credo si faccia poco, individualmente e da parte delle istituzioni preposte.
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LorenzOrobico



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MessaggioInviato: Dom Nov 28, 2010 4:34 pm    Oggetto: Rispondi citando

Si dovrebbe dare piu` rilevanza al fattore umano, che agli strumenti tipo arva-pala-sonda, che comunque vanno conosciuti, provati, utilizzati. La situazione di questi giorni e` tra le peggiori in circolazione:

- rischio 3 e non 4, quindi ti senti piu` autorizzato ad osare
- manto nevoso prettamente invernale con accumuli da vento sparsi, fondo "vuoto", scarsa coesione
- inizio stagione e tanta/troppa voglia di fare
- splendida giornata di sole

Son giornate "rosse", tipo quelle del traffico prima delle vacanze estive.
C'e` da stupirsi se non ci sono incidenti.

Ad esempio ieri al Timogno-Benfit c'erano zone molto tranquille, zone "rosse" e zone intermedie...
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ivanbue



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MessaggioInviato: Dom Nov 28, 2010 5:46 pm    Oggetto: Rispondi citando

Tutta questa voglia di fare io non la capisco,cè tutto un inverno davanti a noi,la neve è appena arrivata ma diamogli il tempo di sistemarsi.Oppure scegliamo da casa, dopo aver consultato i vari bollettini, sia meteo che neve(io personamente ne guardo più di uno), itinerari dove il pericolo è minore,gite già fatte dove si conosce il territorio su cui si svolge l'itinerario.
Buone gite a tutti.
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Esteriormente,un paio di sci non presenta per sè stesso nulla di straordinario,nessuno potrebbe immaginare,così a prima vista,il potere che in essi si occulta.A.Conan Doyle
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darioalpago



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MessaggioInviato: Dom Nov 28, 2010 6:28 pm    Oggetto: Rispondi citando

Pienamente d'accordo con Fabrizio Franco Ivan e Lorenzo.
Il fattore umano conta forse più di tutto...Da li credo parta tutto il resto...
Buon senso,coscienza e rispetto della vita e della montagna si traducono in conoscenza degli strumenti,intelligenza nel formarsi e "addestrarsi "alle prerogative che la montagna impone in tutte le stagioni e da qui prevenzione e prudenza in ogni sogno che accarezza la nostra voglia di montagna..per alcuni è una cosa spontanea per altri purtoppo un protocollo che la non conoscensza o peggio "l'esuberanza"(chiamiamola così)spingono a infrangere quasi con il sapore della trasgressione...
Personalmente ho visto che gli inviti alla prudenza vengono troppo spesso presi nella prospettiva sbagliata...a volte sfociano persino nella sfida....me ne dispiace molto...
e lo dico veramente dal profondo di chi vorrebbe che tutti avessero la felicità delle piccole e grandi cose che in montagna è così facile vivere..persino nel brutto tempo se acccettato e voluto.
E' cosi bello sapere che la montagna c'è e che ci si può tornare...
ancora meglio se con occhi nuovi.
La montagna dovebbe essere per tutti ma anche tutti dovrebbero essere per essa...quando non è così ci son spesso guai...
Poi e qui è OVVIO la valanga o la tragedia in generale non sanno che sei esperto o meno ma cercare di andare per monti con più sensibilità credo aumenterebbe le possibilità"sportive"se cosi possiamo definirle per non parlare della soddisfazione personale di avere un rapporto penso più profondo con quello che tanto amiamo fare.
Un invito a conoscere e rispettare (Inteso come reciproca stima e ammirazione)la montagna anche per quelli del soccorso alpino che rischiano(e molto spesso sono volontari), per ogni chiamata e in qualsiasi condizione in nome del rispetto e dell'onesta intelletuale che li lega alla montagna e alla vita...
Quindi di noi tutti,sperando di non averne mai bisogno.
Speriamo quindi di non sentire più servizi ai tg o cronache sui giornali,una vita che si spegne è sempre un dolore in qualsiasi modo...a maggior ragione in certe condizioni..
Buona montagna a tutti nel migliore dei modi.
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La montagna � maestra di vita...nel suo abbraccio scopro tutta la sua bellezza..la verit��.
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PAOPANZA



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MessaggioInviato: Dom Nov 28, 2010 6:59 pm    Oggetto: Rispondi citando

Come dite voi anche io penso che ci voglia impegno, ma impegno in tutto.

Si insegnano vari tipi di impagno: del fisico, del portafoglio, di immagine, di consumo, di tempo, del vestiario, della tecnica........... ma non quello del cervello per crearsi una cultura, si impone quella degli altri, che spesso non ne hanno.

L'arva porta la probabilità di sopravvivenza al 12%........insignificante, ma vendutissimo!!
Forse l'arva si vende per ritrovare i corpi, vivi o morti non interessa ?

Lo air bag porta la probabilità fino al 45%, sembra, non c'è ancora una casistica ampia.

Chi è capace di intervenire e togliere dalla sepoltura nei primi 15 minuti ???????
Anche nei primi 30 minuti è una bella corsa !!!!!!!!!!

Sono dati che avevo sentito da un professore svizzero o tedesco ad una conferenza sulle valanghe 2 anni fa.

L'unica cosa da fare, come dite voi, è farsi una cultura, informarsi ed usare il cervello................tutta roba troppo difficile.
Ma io vagabondo pochissimo sulle montagne innevate........ se poi sono fresche....... quindi è probabile che capisca molto poco.
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Succisa Virescit
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Fabrizio Righetti



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Residenza: Milano

MessaggioInviato: Dom Nov 28, 2010 7:25 pm    Oggetto: Rispondi citando

PAOPANZA ha scritto:
Come dite voi anche io penso che ci voglia impegno, ma impegno in tutto.

Si insegnano vari tipi di impagno: del fisico, del portafoglio, di immagine, di consumo, di tempo, del vestiario, della tecnica........... ma non quello del cervello per crearsi una cultura, si impone quella degli altri, che spesso non ne hanno.

L'arva porta la probabilità di sopravvivenza al 12%........insignificante, ma vendutissimo!!
Forse l'arva si vende per ritrovare i corpi, vivi o morti non interessa ?

Lo air bag porta la probabilità fino al 45%, sembra, non c'è ancora una casistica ampia.

Chi è capace di intervenire e togliere dalla sepoltura nei primi 15 minuti ???????
Anche nei primi 30 minuti è una bella corsa !!!!!!!!!!

Sono dati che avevo sentito da un professore svizzero o tedesco ad una conferenza sulle valanghe 2 anni fa.

L'unica cosa da fare, come dite voi, è farsi una cultura, informarsi ed usare il cervello................tutta roba troppo difficile.
Ma io vagabondo pochissimo sulle montagne innevate........ se poi sono fresche....... quindi è probabile che capisca molto poco.


Hai capito, hai capito ...... non fare il finto tonto Smile
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GIBE



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MessaggioInviato: Dom Nov 28, 2010 9:08 pm    Oggetto: Rispondi citando

due parole da volontario del CNSAS:
in questo tipo di incidenti noi soccorritori(volontari) quando veniamo chiamati accorriamo sul posto ,cerchiamo innanzitutto di muoverci ovviamente in sicurezza ma allla fine prevale sempre la voglia di poter magari salvare una vita e questo ci porta a correre dei rischi a volte davvero elevati.ma è giusto tutto cio'? alcune valutazioni:
-innanzitutto valutazione del rischio,del pendio dove è scesa la slavina,della possibilità che ci siano nuovi distacchi.c'è questo pericolo?i bollettini davano rischi 3 marcato o superiore?in questi casi che fare??
consideriamo che una persona viene salvata dall'autosoccorso e basta per il 99 nove percento dei casi(allertati i soccorsi ci vuole cmq tempo prima che i soccorsi stessi siano sul posto e i dati parlano chiaro,passata mezz'ora le possibilità di estrarre persone vive sono davvero pochissime)
peri soccorritori si tratta quindi nella quasi totalità dei casi di cercare cadaveri o persone con pochissime possibilità di campare.ma vale la pena rischiare solo di allungare questa lista ?per cosa,per finire alla tv e sentire pseudo giornalisti che ci definiscono eroi sprezzanti del pericolo??cazzate,pure noi abbiamo paura!!!non siamo eroi ne immuni dalle slavine!!
quando ci sono pericoli oggettivi elevati,rischio alto,pendio pericoloso bisognerebbe incrociare le braccia e dire no!!io li non vado,non rischio la mia vita!!
poi alla fine si va,cercando di ridurre al minimo i rischi ma si va...tante volte davvero ci chiediamo se questo sia giusto,se ne valga davvero la pena..
tante volte basterebbe davvero un po di buon senso e come dice fabrizio di pianificare a priori i rischi e valutare cmq anche sul posto!!tutti i travolti risultano poi essere ALPINISTI ESPERTI,ma questo la slavina mica lo sapeva..
buone sciate a tutti,scusate per questo piccolo sfogo ma tutti questi incidenti,molti dei quali davvero evitabili,ci fanno parecchio pensare.
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l'arrampicata non puo' essere disgiunta dalla sua straripante proposta di stile di vita..(W.Gullich)
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nicuz



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MessaggioInviato: Dom Nov 28, 2010 9:57 pm    Oggetto: Rispondi citando

io mi chiedo tralaltro perchè arpa lombardia e vda non segnino ancora il rischio numerico ma mettano solo la descrizione.
la descrizione mette prudenza solo a chi la sa e la vuole capire, e quando hai voglia matta di sciare se non sei molto prudente ti fa bene vedere un 3 o un 4 anzichè un testo che ti permette di convincerti che la neve non è così poco assestata.
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LorenzOrobico



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MessaggioInviato: Dom Nov 28, 2010 10:44 pm    Oggetto: Rispondi citando

L'anno scorso mi hanno raccontato di un incidente: rischio 3, gruppetto di gente esperta con guida alpina al seguito. Non erano clienti, ma amici. Fanno la salita con attenzione, traccia impeccabile e sono in vetta. In discesa seguono con calma il percorso in cresta seguito in salita, rinunciando cosi a scendere il pendio finale, bello, ma troppo sospetto. Mentre percorrono la traccia uno di loro ci ripensa, lo dice agli altri, che sono contrari, e` un rischio eccessivo, ma... non c'e` verso di convincerlo... lui parte fa un tot di curve e BUM viene giu` tutto, gli altri scendono, lo tirano fuori, ma niente... e` andato per sempre e una famiglia e` distrutta in pochi secondi.

E` cosi che funziona, non c'e` dietro un ragionamento a tavolino.
Ti trovi li e sottovaluti la posta in gioco per un misero pendio, cima o altro.
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Giacomo cordamolla



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MessaggioInviato: Dom Nov 28, 2010 10:54 pm    Oggetto: Rispondi citando

LorenzOrobico ha scritto:
L'anno scorso mi hanno raccontato di un incidente: rischio 3, gruppetto di gente esperta con guida alpina al seguito. Non erano clienti, ma amici. Fanno la salita con attenzione, traccia impeccabile e sono in vetta. In discesa seguono con calma il percorso in cresta seguito in salita, rinunciando cosi a scendere il pendio finale, bello, ma troppo sospetto. Mentre percorrono la traccia uno di loro ci ripensa, lo dice agli altri, che sono contrari, e` un rischio eccessivo, ma... non c'e` verso di convincerlo... lui parte fa un tot di curve e BUM viene giu` tutto, gli altri scendono, lo tirano fuori, ma niente... e` andato per sempre e una famiglia e` distrutta in pochi secondi.

E` cosi che funziona, non c'e` dietro un ragionamento a tavolino.
Ti trovi li e sottovaluti la posta in gioco per un misero pendio, cima o altro.


Quoto questo intervento in toto: spesso ci si trova in discesa a crecare i tratti con la neve migliore trascurando senza volerlo eventuali punti pericolosi.

In questi giorni mi son arrivati alcuni sms che dicevano robe tipo "hai sentito del Mortirolo, i 3 erano senza ARVA" e balle varie. Io ripeto e ribadisco che trarre conclusioni dopo e senza conoscere perfettamente come si son svolti i fatti è una cosa assolutamente sbagliata.

Il servzio del TG1 l'ho visto anch'io. e devo dire che quest'impressione (quella di cui parla Fabrizio) un po' l'ha data, però hanno anche detto (mi pare da un responsabile di non so cosa di Cortina d'Ampezzo) che bisogna valutare molto bene prima la gita da intraprendere in base alla situazione nivologica. Quindi se si ascoltava tutto si potevano trarre anche delle informazioni non così sbagliate.
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PAOPANZA



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MessaggioInviato: Dom Nov 28, 2010 11:01 pm    Oggetto: Rispondi citando

A proposito di quel poveretto che è morto travolto da una valanga sul sentiero per il curo.............. mi domando perchè nessuno racconti BENE tutto ciò che è stato visto e fatto..... tipo orari, motivo della gita, tempi, vestiti, numero di soccorritori, mezzi, auto, scavatori, altre valanghe, scarpette, tutine....non so, ho solo provato a buttar lì.

Comunque stimo molto quelli che cercano di salvare qualcuno..... senza essere medagliati o altro, perchè mettono a repentaglio la propria vita per gli altri... io non voglio più farlo..... per come vanno le cose, lo faccio solo per i miei amici, se ne hanno bisogno.

Ormai la responsabilità non è più la propria, è sempre di altri... e ci si può sempre giustificare, e il "mondo" giustifica tutto.

Che esagerato e strarompi che sono, ma ho un raffreddore pazzesco. CIAO

Fabrizio non faccio il tonto, è che io vado proprio pochissimo in mezzo alla neve... dopo alcune valanghe che ho beccato una volta per un po', però dopo la prima sono salito e ho trovato nella nebbia uno coi calzettoni rossi e l'ho riportato giù, ma era l'83 ed eravamo in alto.
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darioalpago



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MessaggioInviato: Lun Nov 29, 2010 12:07 am    Oggetto: Rispondi citando

GIBE ha scritto:
due parole da volontario del CNSAS:
in questo tipo di incidenti noi soccorritori(volontari) quando veniamo chiamati accorriamo sul posto ,cerchiamo innanzitutto di muoverci ovviamente in sicurezza ma allla fine prevale sempre la voglia di poter magari salvare una vita e questo ci porta a correre dei rischi a volte davvero elevati.ma è giusto tutto cio'? alcune valutazioni:
-innanzitutto valutazione del rischio,del pendio dove è scesa la slavina,della possibilità che ci siano nuovi distacchi.c'è questo pericolo?i bollettini davano rischi 3 marcato o superiore?in questi casi che fare??
consideriamo che una persona viene salvata dall'autosoccorso e basta per il 99 nove percento dei casi(allertati i soccorsi ci vuole cmq tempo prima che i soccorsi stessi siano sul posto e i dati parlano chiaro,passata mezz'ora le possibilità di estrarre persone vive sono davvero pochissime)
peri soccorritori si tratta quindi nella quasi totalità dei casi di cercare cadaveri o persone con pochissime possibilità di campare.ma vale la pena rischiare solo di allungare questa lista ?per cosa,per finire alla tv e sentire pseudo giornalisti che ci definiscono eroi sprezzanti del pericolo??cazzate,pure noi abbiamo paura!!!non siamo eroi ne immuni dalle slavine!!
quando ci sono pericoli oggettivi elevati,rischio alto,pendio pericoloso bisognerebbe incrociare le braccia e dire no!!io li non vado,non rischio la mia vita!!
poi alla fine si va,cercando di ridurre al minimo i rischi ma si va...tante volte davvero ci chiediamo se questo sia giusto,se ne valga davvero la pena..
tante volte basterebbe davvero un po di buon senso e come dice fabrizio di pianificare a priori i rischi e valutare cmq anche sul posto!!tutti i travolti risultano poi essere ALPINISTI ESPERTI,ma questo la slavina mica lo sapeva..
buone sciate a tutti,scusate per questo piccolo sfogo ma tutti questi incidenti,molti dei quali davvero evitabili,ci fanno parecchio pensare.


Quoto a pieno le tue riflessioni...e sfido chiunque a darti torto...anche perchè alla fine credo che si parta sempre...
sperando di non doversi incaz.. per le imprudenze ma essere solo felici di dare un aiuto quando davvero serve,quando si ha un sorriso che vale più di qualsiasi cosa.
Forse ha ragione PAOPANZA che lo farebbe solo per un amico ma son certo che chi lo fa per un amico nel momento del bisogno lo fa per chiunque d'altro.
Le parole di lorenzo fanno davvero pensare...
purtroppo non è la prima volta che ne sento...
una volta ho assistito alla morte di un padre di famiglia,alpinista esperto che per un imprudenza del genere(non so come definirla)ho visto precipitare per 90 metri sotto i miei occhi.
Ero solo e rigrazio il soccorso che repentino è arrivato in una situazione che mi aveva profondamente colpito e il partecipare al recupero nonostante il pericolo del luogo dove era avvenuta la cosa mi ha aiutato a reagire a superare tutto in modo migliore.
questo mi a portato a valorizzare ancora di più le piccole cose in montagna...non credo sia un accontentarsi...anzi..
Le piccole cose sono anche tornare indietro...
forse sono persona di montagna prima che alpinista o presunto tale in senso sportivo ma credo che la montagna sia come una grande mamma,una maestra di vita bella sempre e comunque perchè vera. e auguro a chiunque di vedere i suoi insegnamenti chissa che la tendenza dei tg cambi e si senta un pò di cultura sull'argomento invece che di informazioni troppo spesso finalizzate alla meta-cronaca...
speriamo...
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