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UTMB 2010, sempre bella anche se bagnata
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Autore Messaggio
Fabrizio Righetti



Registrato: 13/02/07 16:03
Messaggi: 3768
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MessaggioInviato: Mar Ago 31, 2010 8:32 pm    Oggetto: UTMB 2010, sempre bella anche se bagnata Rispondi citando

Come sempre, è difficile trasmettere al ‘prossimo’ le esperienze che ognuno di noi ha modo di provare durante la propria vita. Ogni volta si corre il rischio di non essere compresi o peggio ancora di essere travolti dall’egocentrismo e quindi di porre l’attenzione più su noi stessi che su ciò che abbiamo vissuto o visto. Cercherò quindi di percorrere con attenzione questa ‘pericolosa’ strada del racconto, magari con la stessa attenzione che ad ogni passo ponevo nel poggiare i miei piedi tra le rocce ed il fango di questa ennesima cavalcata attorno al massiccio del Monte Bianco. Eh si, perché di fango ce n’era veramente tanto, non un fango cattivo come quello argilloso che nasce dalle rocce calcaree e che ti si attacca ovunque creando una spessa patina rossastra tra la suola delle tue scarpe ed il terreno annullando di fatto quel fenomeno fisico che è l’attrito. Qui intorno al massiccio granitico del Monte Bianco il fango è ‘imperfetto’, contiene ancora molti granuli di sabbia quarzosa che se da una parte limitano l’effetto ‘glisse’ dall’altra diventano dei piccoli ma tenaci attentatori all’incolumità della pelle dei tuoi piedi.
Chissà se quel ragazzo giapponese che correva poco avanti a me per le pulite strade di Courmayeur illuminate da un bel sole mattutino immergendo la sua lunga capigliatura nelle fredde acque di una fontana avrebbe compiuto lo stesso gesto se solo avesse immaginato ciò che lo attendeva poco oltre. Difatti ad Arnouva gli ingannevoli raggi del sole della valle principale sono ormai un ricordo, le nubi provenienti dalla vicina Svizzera si spingono sino a qui e rendono tutto umido e freddo; il Ghiacciaio di Pre de Bar lo puoi solo intuire e quella splendida sentinella che è il Mont Dolent oggi è a riposo tra le nebbie. Il Grand Col Ferret lo vedi solo all’ultimo e non c’è nessuna distesa verde illuminata dal sole a darti il benvenuto, solo le due caratteristiche tende gialle della TNF ti fanno capire che stai valicando lo spartiacque. Nessuna differenza tra Italia e Confederazione se non la consapevolezza di sapere che ora le minuscole goccioline di acqua che ti stanno bagnando non fluiranno più verso il nostrano delta del Po ma andranno a vedere i bianchi cavalli della Camargue. Chissà se il giapponese dalla folta (e bagnata) capigliatura sa dove sono le Camargue?
La discesa verso La Fouly è un toboga fangoso e lo scampanio delle numerose mucche ti fa intuire che ciò in cui i tuoi piedi stanno affondando non è solo il prodotto del logorio delle rocce scistose del Grand Golliat ma anche di ben altra fonte. A La Fouly non splende il sole, il cielo è grigio ma anche così è un gran bel posto e gli chalet di legno brunito con i gerani alle finestre fanno sempre la loro ‘porca figura’. Percorro la Val Ferret lasciandomi andare ai ricordi ed attraversando piccoli nuclei abitati; come è lontano Piazzale Maciachini con le sue anonime auto in transito e gli extracomunitari nordafricani che vanno a fare la spesa al Lidl. I boschi della Val Ferret sono fatti per amare, ti viene voglia di sdraiarti a fianco di una donna e baciarla magari scostando un ribelle filo d’erba dalle sue labbra.
A circa 1000 m di quota inizia la salita verso Champex ed il suo bel lago, gli orizzonti si aprono nuovamente ma l’Aiguille du Tour con la sua tavola rocciosa in bilico in prossimità della vetta non puoi vederla. Costeggiando il lago la montagna la senti tutta intorno a te ma è solo quando inizi salire verso l’Alpage du Bovine che la montagna decide di entrarti dentro. Non si accontenta più di circondarti ma si insinua nel tuo corpo e nel tuo spirito, ti sale per le gambe indurendoti i muscoli e poi su a toglierti il respiro e a strapazzarti …e tu lasci fare. Poi, quasi per incanto, quando esci dal limite del bosco, la montagna diventa più dolce la sua mano è più delicata e l’orgasmo emozionale giunge immediato e non capisci più nulla: Sei in Paradiso.
Io piango sempre quando arrivo qui! Anche l’altro giorno che c’era la nebbia e non vedevo il Grand Combin.
Col de la Forclaz, Trient, Catogne Vallorcine, nomi che ai più non dicono nulla ma che sono grani di un rosario di fatica che ti conducono al Col des Montets. Io ci arrivo sempre alla notte e vedo le luci di chi mi precede muoversi lungo il ripido fianco della montagna. Qui l’alambicco della fatica distilla pochissime gocce ed ognuna è fuoco per il tuo corpo non hai nemmeno il panorama sulla Aiguille du Chardonnet e l’Aiguille Verte a distrarti. Speri solo di veder comparire al più presto le luci di La Flegere, che se non fosse per gli impianti di risalita e per il fatto che segna la fine di ogni salita sarebbe un luogo come tanti altri. Eccola Chamonix, è coperta da una coltre di nebbia ma le sue luci di cittadina la rendono comunque visibile. Mi piacerebbe vivere a Chamonix dove città e montagna si incontrano e tu puoi decidere a seconda delle situazioni di essere un montanaro oppure un emancipato cittadino cosmopolita.
Il mio viaggio verso Chamonix sta per terminare anche questa volta, le ultime righe di questo racconto non sono importanti: finiscono sempre allo stesso modo e non ci posso fare nulla. Del resto le fiabe finiscono sempre con un bacio ed un vissero felici e contenti.
Fabrizio


ps poi se a qualcuno interessa racconto tutta la storia su come sono andate le cose
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fourfingers



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MessaggioInviato: Mar Ago 31, 2010 8:50 pm    Oggetto: Rispondi citando

bravo Fabrizio, non sono afferrato in materia ma a vedere la classifica sembra anche un ottimo tempo e buon risultato. complimenti!
( e chi ti starà dietro quest'anno con gli sci?) Very Happy
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Correre, sciare o scalare lentamente non serve a niente. - Mark Twight
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Arno



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MessaggioInviato: Mar Ago 31, 2010 8:55 pm    Oggetto: Rispondi citando

CHAPEAU per la gara è per come ci trasmetti la tua emozione Very Happy

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Eva K



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MessaggioInviato: Mar Ago 31, 2010 8:56 pm    Oggetto: Rispondi citando

racconta!!!
insomma oltre a vedere boschetti dove amoreggiare in Val Ferret, il posto dove vorresti comprare a casa (Cham) e il fango granitico... cavolo raccontaci almeno che quando sei arrivato "eri un po' stanchino"....

Bel racconto, dai adesso condividi anche la sofferenza, la gara, la gente...
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[...] strade che si sgretolano sui "deserti dell'irrazionale", balzano nella dimensione dell'instinto, si polverizzano nell'infinito deserto della creazione. (I. Guerini)

il mio blog: http://evak.altervista.org
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Arno



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Residenza: Milano - Sorafurcia

MessaggioInviato: Mar Ago 31, 2010 9:00 pm    Oggetto: Rispondi citando

fourfingers ha scritto:
bravo Fabrizio, non sono afferrato in materia ma a vedere la classifica sembra anche un ottimo tempo e buon risultato. complimenti!
( e chi ti starà dietro quest'anno con gli sci?) Very Happy


se quadri bene noterai che Fabrizio nel suo gruppo è stato il PRIMO dei italiani che non è inscritto a un club.
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simon



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MessaggioInviato: Mar Ago 31, 2010 9:33 pm    Oggetto: Rispondi citando

bravo Fabrizio

però potevi fare qualche foto! Laughing Laughing
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Fabrizio Righetti



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MessaggioInviato: Mar Ago 31, 2010 9:52 pm    Oggetto: Rispondi citando

Arno ha scritto:
CHAPEAU per la gara è per come ci trasmetti la tua emozione Very Happy



Arno, ora mi dici dove hai trovato questa foto, anzi no perchè lo vedo nell'url mentre ti rispondo
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slowrun



Registrato: 08/07/10 13:52
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MessaggioInviato: Mar Ago 31, 2010 10:01 pm    Oggetto: Rispondi citando

...
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Slowrun


L'ultima modifica di slowrun il Ven Apr 18, 2014 3:11 pm, modificato 1 volta
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leo



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MessaggioInviato: Mar Ago 31, 2010 11:06 pm    Oggetto: Re: UTMB 2010, sempre bella anche se bagnata Rispondi citando

Non so se ho capito quello che intendevi esprimere ma mi è piaciuto Laughing Laughing Diciamo che per restare in tema con la mia firma ho apprezzato Wink

Fabrizio Righetti ha scritto:
Col de la Forclaz, Trient, Catogne Vallorcine, nomi che ai più non dicono nulla


A me dicono 19 euro per una carbonara con il peperoncino Shocked Shocked Laughing Laughing Laughing
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“quello che facciamo non viene mai compreso, ma sempre e soltanto apprezzato o disprezzato.”
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leo



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MessaggioInviato: Mar Ago 31, 2010 11:08 pm    Oggetto: Rispondi citando

simon ha scritto:

però potevi fare qualche foto! Laughing Laughing


Per il momento ha cominciato a scrivere in corsivo come il Vezz, magari poi .... Laughing Laughing Laughing
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corvo nero



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MessaggioInviato: Mer Set 01, 2010 12:37 am    Oggetto: Rispondi citando

è tardi , ma davanti a questo bel racconto non ho potuto esimermi dal leggerlo. vado a letto e (se permetti ), mi immedesimo in te, da eterno sognatore.
complimenti. Wink
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gaemolt



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MessaggioInviato: Mer Set 01, 2010 7:38 am    Oggetto: Rispondi citando

Bellissimo racconto, emozionante.

Ciao
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mame



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MessaggioInviato: Mer Set 01, 2010 12:13 pm    Oggetto: Rispondi citando

Per questo come per altri tuoi racconti di uscite in montagna

mi viene il mal di ginocchia solo a leggere .

Il solo arrivare alla fine di un giro del genere è sicuramente una soddisfazione immensa !!

Ciao e a presto (sperem)
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flavio



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MessaggioInviato: Mer Set 01, 2010 3:32 pm    Oggetto: Re: UTMB 2010, sempre bella anche se bagnata Rispondi citando

Fabrizio Righetti ha scritto:
Come sempre, è difficile trasmettere al ‘prossimo’ le esperienze che ognuno di noi ha modo di provare durante la propria vita. Ogni volta si corre il rischio di non essere compresi o peggio ancora di essere travolti dall’egocentrismo e quindi di porre l’attenzione più su noi stessi che su ciò che abbiamo vissuto o visto. Cercherò quindi di percorrere con attenzione questa ‘pericolosa’ strada del racconto, magari con la stessa attenzione che ad ogni passo ponevo nel poggiare i miei piedi tra le rocce ed il fango di questa ennesima cavalcata attorno al massiccio del Monte Bianco. Eh si, perché di fango ce n’era veramente tanto, non un fango cattivo come quello argilloso che nasce dalle rocce calcaree e che ti si attacca ovunque creando una spessa patina rossastra tra la suola delle tue scarpe ed il terreno annullando di fatto quel fenomeno fisico che è l’attrito. Qui intorno al massiccio granitico del Monte Bianco il fango è ‘imperfetto’, contiene ancora molti granuli di sabbia quarzosa che se da una parte limitano l’effetto ‘glisse’ dall’altra diventano dei piccoli ma tenaci attentatori all’incolumità della pelle dei tuoi piedi.
Chissà se quel ragazzo giapponese che correva poco avanti a me per le pulite strade di Courmayeur illuminate da un bel sole mattutino immergendo la sua lunga capigliatura nelle fredde acque di una fontana avrebbe compiuto lo stesso gesto se solo avesse immaginato ciò che lo attendeva poco oltre. Difatti ad Arnouva gli ingannevoli raggi del sole della valle principale sono ormai un ricordo, le nubi provenienti dalla vicina Svizzera si spingono sino a qui e rendono tutto umido e freddo; il Ghiacciaio di Pre de Bar lo puoi solo intuire e quella splendida sentinella che è il Mont Dolent oggi è a riposo tra le nebbie. Il Grand Col Ferret lo vedi solo all’ultimo e non c’è nessuna distesa verde illuminata dal sole a darti il benvenuto, solo le due caratteristiche tende gialle della TNF ti fanno capire che stai valicando lo spartiacque. Nessuna differenza tra Italia e Confederazione se non la consapevolezza di sapere che ora le minuscole goccioline di acqua che ti stanno bagnando non fluiranno più verso il nostrano delta del Po ma andranno a vedere i bianchi cavalli della Camargue. Chissà se il giapponese dalla folta (e bagnata) capigliatura sa dove sono le Camargue?
La discesa verso La Fouly è un toboga fangoso e lo scampanio delle numerose mucche ti fa intuire che ciò in cui i tuoi piedi stanno affondando non è solo il prodotto del logorio delle rocce scistose del Grand Golliat ma anche di ben altra fonte. A La Fouly non splende il sole, il cielo è grigio ma anche così è un gran bel posto e gli chalet di legno brunito con i gerani alle finestre fanno sempre la loro ‘porca figura’. Percorro la Val Ferret lasciandomi andare ai ricordi ed attraversando piccoli nuclei abitati; come è lontano Piazzale Maciachini con le sue anonime auto in transito e gli extracomunitari nordafricani che vanno a fare la spesa al Lidl. I boschi della Val Ferret sono fatti per amare, ti viene voglia di sdraiarti a fianco di una donna e baciarla magari scostando un ribelle filo d’erba dalle sue labbra.
A circa 1000 m di quota inizia la salita verso Champex ed il suo bel lago, gli orizzonti si aprono nuovamente ma l’Aiguille du Tour con la sua tavola rocciosa in bilico in prossimità della vetta non puoi vederla. Costeggiando il lago la montagna la senti tutta intorno a te ma è solo quando inizi salire verso l’Alpage du Bovine che la montagna decide di entrarti dentro. Non si accontenta più di circondarti ma si insinua nel tuo corpo e nel tuo spirito, ti sale per le gambe indurendoti i muscoli e poi su a toglierti il respiro e a strapazzarti …e tu lasci fare. Poi, quasi per incanto, quando esci dal limite del bosco, la montagna diventa più dolce la sua mano è più delicata e l’orgasmo emozionale giunge immediato e non capisci più nulla: Sei in Paradiso.
Io piango sempre quando arrivo qui! Anche l’altro giorno che c’era la nebbia e non vedevo il Grand Combin.
Col de la Forclaz, Trient, Catogne Vallorcine, nomi che ai più non dicono nulla ma che sono grani di un rosario di fatica che ti conducono al Col des Montets. Io ci arrivo sempre alla notte e vedo le luci di chi mi precede muoversi lungo il ripido fianco della montagna. Qui l’alambicco della fatica distilla pochissime gocce ed ognuna è fuoco per il tuo corpo non hai nemmeno il panorama sulla Aiguille du Chardonnet e l’Aiguille Verte a distrarti. Speri solo di veder comparire al più presto le luci di La Flegere, che se non fosse per gli impianti di risalita e per il fatto che segna la fine di ogni salita sarebbe un luogo come tanti altri. Eccola Chamonix, è coperta da una coltre di nebbia ma le sue luci di cittadina la rendono comunque visibile. Mi piacerebbe vivere a Chamonix dove città e montagna si incontrano e tu puoi decidere a seconda delle situazioni di essere un montanaro oppure un emancipato cittadino cosmopolita.
Il mio viaggio verso Chamonix sta per terminare anche questa volta, le ultime righe di questo racconto non sono importanti: finiscono sempre allo stesso modo e non ci posso fare nulla. Del resto le fiabe finiscono sempre con un bacio ed un vissero felici e contenti.
Fabrizio


ps poi se a qualcuno interessa racconto tutta la storia su come sono andate le cose


Fabrizio riesci sempre ad emozionarci: sai distillare come pochi non la grappa, ma i momenti grandi della nostra eterna lotta contro i mulini a vento, del nostro voler sciare in salita. Complimenti!
_________________
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Fabrizio Righetti



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MessaggioInviato: Mer Set 01, 2010 5:58 pm    Oggetto: Rispondi citando

Ciao a tutti,
Prima di tutto un grazie a tutti per i complimenti e poi, visto che avevo promesso di dare qualche ragguaglio in più a questo evento cercherò di descrivere cosa è accaduto durante lo scorso fine settimana attorno al massiccio del Monte Bianco.
Come ogni anno la UTMB, soprattutto in Francia, è un evento sportivo e della montagna molto famoso e ‘mediatizzato’. Penso che insieme alla Western States sia l’ultratrail più ambito e conosciuto, tanto che richiama gente da tutto il mondo. Per tutta la settimana precedente Chamonix vive per questa manifestazione e la televisione francese da largo spazio all’evento. In più ci son tutti i campioni della specialità da Scott Jurek a Jornet Killjan e così via. Ovviamente quando l’interesse è così alto e ci sono interessi economici rilevanti (lo sponsor principale è THE NORTH FACE) tutto inevitabilmente si complica e risulta difficilmente gestibile. L’organizzazione è efficiente ma con le condizioni meteo dello scorso fine settimana anche lei è stata messa alla prova ed alla fine ha mostrato alcune lacune e lasciato in molti un po di malcontento.
Insomma alle ore 12 di Venerdì è partita da Courmayeur,come da programma, la CCC, una corsa di 98 Km e 5500 m dislivello che in senso antiorario intorno alla porzione orientale del Bianco giunge a Chamonix. Al via più di 2000 concorrenti sotto una pioggia battente che seppur con alcune interruzioni accompagnerà gli atleti per gran parte della gara. Ho letto di condizioni veramente dure, e del resto io che ero a Courmayeur nella sera di Venerdì vedevo che c’erano in giro dei bei temporali. Da qui la decisione dell’organizzazione di sospendere nella notte su Sabato la gara, anche perché la gran parte dei partecipanti ha tempi di percorrenza piuttosto lunghi. Di conseguenza solo qualche centinaio di concorrenti ha potuto tagliare il traguardo di Chamonix ma la gran parte è stata bloccata. Fine della CCC con gran numero di NON ARRIVATI.
Nel frattempo, alle 18.30 di Venerdì prende il via da Chamonix la più famosa delle gare: la UTMB, che con un percorso di 166 Km e 9000 m di dislivello compie un periplo in senso antiorario intorno al Bianco. In 2300 partono da Chamonix sotto un cielo che non promette nulla di buono, ed infatti dopo circa tre ore arriva il comunicato che la gara è stata sospesa. Grande delusione da parte di tutti, ma bisogna dire che la meteo era veramente pessima e durante la notte con grandine e vento e temperature prossime allo 0° C avere 2300 persone in giro diventa un azzardo. Organizzano un rapido rientro con bus a Chamonix e tutti o quasi raggiungono nella notte la cittadina savoiarda.
Nel frattempo, io ed altre 1200 persone eravamo a Courmayeur in attesa di partire a mezzanotte di Venerdì per la TDS, questo nuovo percorso di 111 Km e 7000 m di dislivello sul margine occidentale del Bianco e definito più ‘tecnico’. Tantissimi erano i francesi (che mi stan sulle palle! Non tutti ovvio, parlo dei concorrenti) giunti a Courmayeur da Chamonix con le navette dell’organizzazione e quindi già in assetto da gara. Ha piovuto sino alle 23 ma poi qualche stella è apparsa nel cielo, le previsioni davano un miglioramento sul versante italiano per Sabato ma per il versante nordalpino le previsioni rimanevano critiche, con pioggia e vento. Ci dicono che la partenza sarebbe stata posticipata alle 3 di Sabato notte quindi tutti i concorrenti francesi vengono alloggiati alla bella e meglio nel palazzetto di Dolonne dove passeranno una notte così così. Io me ne sto in macchina a dormire con il sacco a pelo e tutto sommato mi riposo bene. Alle 2 di notte nuovo comunicato e dicono che la TDS viene ANNULLATA. Mi dico ma come la meteo migliora e non ci fan partire! Morale, dicono che si sarebbe partiti alle 10 del mattino da Courmayeur con una gara che riuniva tutti gli iscritti alla TDS e chi reduce dalle tre ore della UTMB avesse deciso di raggiungere Courmayeur nella prima mattina. Il percorso avrebbe preso la denominazione di UTMB e ne avrebbe ricalcato la seconda parte con circa 90 Km di sviluppo e 5000 m di dislivello.
Alle 9 del mattino di Sabato il sole splende a Courmayeur e si vedono arrivare un po di atleti da Chamonix, una bella motivazione rimettersi in gioco dopo una notte insonne e con le scarpe bagnate!
Alla fine partiremo in circa 1500 rispetto ai 3500 aventi diritto. Molti iscritti alla TDS si ritirano e sinceramente non ne capisco il perché anche se, aver passato una notte insonne nel palazzetto di Dolonne non è certo un buon modo per iniziare una gara così lunga.
Bisogna partire nelle prime posizioni e piuttosto veloci perché c’è il rischio di trovarsi intruppati nella prima salita al Rifugio Bertone; io mi do da fare come posso e non ho problemi, ma se eri già dopo la 300sima posizione rimanevi intrappolato.
La meteo che a Courmayeur tiene avvicinandosi al confine elvetico peggiora drasticamente e come scrivevo nel racconto, pioggerella, nubi basse, vento e freddo fanno la loro comparsa. Concedetemelo ma qui si vede la differenza tra chi proviene da sport alpini e chi è un runner puro.
Il tempo rimarrà incerto per tutta la giornata di Sabato ma verso sera migliorerà decisamente tanto che a in quota la notte sarà stellata mentre nella valle di Chamonix stagnerà della nebbia residua.
Io transito bene al Col del Grand Ferret e seppur con tanta fatica mantengo più o meno la posizione per quasi tutta la gara. Nonostante il fango tengo un buon passo ed il buio mi coglie solo poco prima di giungere a Vallorcine. Meglio così perché fare la discesa a Trient con il buio ed in quelle condizioni sarebbe stato molto più duro.
Come dicevo nel racconto iniziale l’ultima salita a La Flegere-Tete aux vent è dura, ma per me le dolenti note arrivano con la discesa dove non son mai stato forte neanche quando ero più giovane, figuriamoci adesso che sono un’auto quasi d’epoca. Limito il danno ed all’una di notte di Domenica giungo a Chamonix chiudendo la gara in 14 ore e 55’. Mi va benissimo anche perché non ho avuto nessuna magagna fisica che tanto mi preoccupava. Per la cronaca, l’ultimo concorrente giungerà a Chamonix alle 14 di Domenica dopo circa 24 ore di gara.
I giorni scorsi avevo i ‘cani’ che mi mordevano polpacci, quadricipiti e tricipiti, oggi va decisamente meglio e quindi domani corricchio un po o faccio un po di pannello.
Fabrizio
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