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   Cervino - Cresta del Leone (Tentativo), 03/08/2016
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Onicer  il Duca   
Regione  Valle d'Aosta
Partenza  Cervinia (Plan Maison)  (2561 m)
Quota attacco  3581 m
Quota arrivo  4080 m
Dislivello della via  500 m
Difficoltà  D- ( pendenza 40° / IV in roccia )
Esposizione in salita Sud-Ovest
Rifugio di appoggio  Capanna Carrel
Attrezzatura consigliata  Mezza corda da 55, un paio di friend, cordini, rinvii, ramponi e piccozza.
Itinerari collegati  Monte Cervino / Matterhorn (4478m), Traversata Cresta del Leone (SW)–Cresta dell’Hörli (NE)
Rischio valanghe  1 - Debole
Condizioni  Buone
Valutazione itinerario  Buono
Commento Il Cervino è un sogno per ogni alpinista; così anche io e Lallo raggiungiamo Cervinia e saliamo verso la Capanna Carrel. Ci accompagna una fastidiosa pioggerella, che a tratti diventa nevischio. Dopo aver fatto un’ora di coda ai piedi dell’ex Cheminée, finalmente arriviamo al bivacco che è strapieno (circa 80 persone).
Passata la notte, partiamo verso le 5:00. Superiamo bene la corda della sveglia, seguiamo i canaponi, ma arrivati al caminetto troviamo già il primo intasamento. Inizia qui una progressione straziante, dove sarà più il tempo fermi ad aspettare che non quello in cui riusciamo a muoverci. C’è chi pensa di poter fare tutta la via a tiri, c’è chi si ingarbuglia nelle corde, chi fa fatica a capire anche solo come passare dalla roccia alla neve. A questa serie di inadeguatezze si mischia l’arroganza di chi si arrabbia e ti ostacola se cerchi di superare (e io non sono certo qua per litigare). Alla fine sbuchiamo oltre la Grande Corde, sulla cresta del Tyndall, che sono già le 9:00 (nel frattempo abbiamo raggiunto anche le cordate partite alle 3:00). Sulla cresta troviamo il verglass, che immancabilmente causa ancora più intasamento.
Considerata l’ora e visto che non è questo il modo con cui intendiamo andare in montagna, decidiamo di scendere.

Per quanto mi riguarda penso che non tenterò mai più questa via (e tantomeno la Hornli), perché sono convito che il sogno di arrivare su una grande montagna non può prescindere dalla libertà di vivere la propria scalata. Preferisco mille volte rischiare su montagne sconosciute e deserte, che stare in coda come al casello: non è questo quello che cerco!
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