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Monte Disgrazia Cresta O-NO (normale), 04/07/2015 | Tweet | Inserisci report |
Onicer | cri |
Regione | Lombardia |
Partenza | Petra Rossa (1950 m) |
Quota attacco | 3300 m |
Quota arrivo | 3678 m |
Dislivello della via | 400 m |
Difficoltà | PD+ ( pendenza 35° / III in roccia ) |
Esposizione in salita | Nord-Ovest |
Rifugio di appoggio | Rif. Ponti |
Attrezzatura consigliata | Picca, ramponi |
Itinerari collegati | Monte Disgrazia (3678m), Cresta O-NO (via normale) |
Rischio valanghe | 1 - Debole |
Condizioni | Eccellenti |
Valutazione itinerario | Ottimo |
Commento | Gite alpinistiche effettuate in giornate con lo zero temico molto alto (4.500 m) e con il cielo terso, come quello visto ieri, sono memorabili, lasciano un indelebile ricordo!
Certo bisogna anche sottolineare che giornate cosi meriterebbero almeno due giorni per godere appieno sia delle meraviglie che vi sono attorno che smaltire cosi tanta fatica. Aihmé ci tocca ancora affrontare una gita, comunque impegnativa, in giornata, partendo alle 02:00 di notte da casa. La sveglia é quella cosa che appena suona, soprattutto in certi orari, vorresti scaraventare fuori dalla finestra ma la motivazione é talmente alta, che ne vale sicuramente la pena e la seccatura iniziale lascia il posto all'attesa di quel che verrà! Lasciamo l'auto a Pedra Rossa alle ore 5:15, dove ricordo vige l'obbligo dell'acquisto del biglietto per sostare (5 euro da pagare alla colonnina posta all'inizio della carareccia asfaltata posta in località Filorera) ed iniziamo a camminare, carichi come dei muli, sul sentiero che ci condurrà in 1:10 ora al Rif. Ponti. Fa già caldo e siamo solo a 2.559 metri ma non ci scoraggiamo, la sera prima ha temporalato e questo fa ben sperare di trovare un'ottima neve sia sul nevaio che sulla cresta. Dopo una brevissima e velocissima sosta al rifugio, proseguiamo lunga la morena che in un'ora ci conduce ai piedi del nevaio, siamo a quota 2.900 metri, qui ci imbrachiamo, calziamo i ramponi ed iniziamo ad affrontare il ripido nevaio sotto i piedi della parete del Disgrazia. Questo é uno dei momenti che mi rallegra in quanto lo zaino si allegerisce di almeno 3 kg. La cresta appare in tutta la sua bellezza, sembra di toccarla talmente é vicina ma cosi non sarà. In poco meno di un'ora percorriamo i ripidi 350 metri per arrivare alla Sella di Pioda (3387 metri), dove da lì pieghiamo a dx ed imbocchiamo il canalino nevoso tracciato da due ragazzi che ci precedono. Una volta approdati in cresta, sarà un susseguirsi di passi su roccia ed in parte su neve, abbastanza facili, fino ad arrivare al grande testone roccioso del “cavallo di bronzo” (III grado), che precede di poco la vetta. Essendoci il fidato cagnolino Blacki, Robi valuta una variante alla roccia esposta, scendendo di qualche metro su una lingua di neve un po' "rognosetta" e poi tramite un ulteriore canalino, ancora coperto da neve, arriviamo in vetta (tale scelta non é stata delle più simpatiche). Sono le 10:40 e con soddisfazione possiamo toccare la vetta del Disgrazia. Le foto intorno a noi non si contano, la stupenda Val Masino, la lontana Svizzera, le nostre Orobie sono tutte al sole senza nemmeno una nuvola: uno spettacolo gratuito! Ci riposiamo un po', la strada percorsa in salita é stata parecchia cosi come il dislivello ed il caldo avvertito ha contribuito a provare il nostro fisico, pertanto un po' di relax non é scontato. A mezzogiorno iniziamo a scendere con molta calma, diversi passaggi vengono affrontati molto attentamente, in quanto il cane di Roby va tenuto ed assicurato. Non ci si puo' permettere alcuna distrazione, siamo in cresta e l'esposizione non manca! Rispetto all'andata cavalcheremo ed aggireremo il cavallo di Bronzo, un simpatico passaggio di III che con Blacki é tutto un dire! L'attenzione non cala mai cosi come la tensione soprattutto quando scopriamo di aver perso la traccia sulle rocce e ci troviano a scendere lungo uno scivolo nevoso e traverso ghiacchiato!Li sono stati attimi di vera concetrazione ma ce l'abbiamo fatta, una volta fuori dai pericoli, guardiamo la vetta soddisfatti e contenti ci buttiamo a capofitto sul nevaio saltellando! Dal Ponti all'auto la discesa viene affrontata con il desiderio di mettere in ammollo i piedi, provati da questa bella escursione, nel torrente ghiacciato! Un grazie di cuore al mio compagno di avventura Robi, che sa sopportare le mie continue "rotture" sugli orari e sui tempi: lui lo sa, il mio é solo un modo per non far mai calare il ritmo e per ridere un pochino! |
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