Descrizione |
Da Chiareggio, seguire le indicazioni per il rif. Del Grande-Camerini, inizialmente su strada sterrata, che attraversa il Pian del Lupo. Imboccare poi un sentiero a dx che indica anche il Passo del Forno. Attraversato il torrente tramite un ponticello, si raggiunge poi l’alpe di Vazzeda inferiore (m 1946), che si lascia sulla dx, e successivamente l’alpe di Vazzeda superiore (m 2220). Giunti ad un bivio, si prosegue a dx lungo il sentiero che risale i prati dell’alpe e poi, con direzione N, si addentra in una fascia boschiva. Più avanti si superano altri due piccoli torrenti e si procede verso NW. Giunti ad un altro grande pianoro, si ha davanti il Passo del Forno (m 2775), che si raggiunge dopo circa 3h e 30’ dalla partenza.
Dal passo, risalire a sx il dossone spesso innevato a inizio stagione, senza raggiungerne la sommità ma a circa tre quarti “tagliare” a dx, raggiungendo una piccola ma evidente selletta con un ultimo breve strappo. Si è così all’inizio della lunga cresta N del Monte Rosso. Si supera una prima grande torre su blocchi senza particolari difficoltà (II-III°), fino all’apice. Poi una delle diverse brevi discese di qualche decina di metri in disarrampicata, con attenzione, proseguendo poi sul versante meridionale fino a riprendere il filo di cresta. Da qui è tutto un susseguirsi di tratti orizzontali, salite e brevi disarrampicate, sempre con difficoltà prevalente tra il II/III°, con qualche breve IV-. La roccia è sempre molto buona e il percorso abbastanza logico, mantenendosi pressoché sul filo di cresta. A circa metà cresta si trova anche un maillon per calarsi sulla dx, da dove poi si prosegue sul versante NW traversando su ripidi placche. Si continua sempre lungo la cresta e si supera poi una placca piuttosto liscia, fino alla sosta posta all’inizio del tratto più impegnativo (IV°): una bella placca povera di appigli da superare in aderenza, ove si trovano 3 spit piuttosto ravvicinati. Se si ha una corda da 30m è meglio sostare sullo spuntone alla fine della placca. Sopra sulla dx si trova uno spit, e poco oltre la sosta. Si prosegue fino ad arrivare al tratto più impegnativo (IV+): è presente uno spit e un chiodo poco sopra a sx. Il tratto è abbastanza verticale e decisamente povero di appigli soprattutto per le mani; inoltre la roccia qui è piuttosto sporca di licheni e rende il tutto un po’ più impegnativo. Superato questo tratto, si prosegue tra qualche saliscendi fino ad arrivare a delle placche fessurate che, viste frontalmente, sembrano più impegnative di quello che in realtà sono (III/III+), ma richiedono cmq un discreto impegno. L’ultimissimo tratto è molto semplice e si raggiunge così l’omino di vetta (calcolare circa 2h e 30’-3h per l’intera cresta, a seconda se si procede più in conserva o più a tiri, e numerosi, anche se brevi, saliscendi.
DISCESA: Seguire la facile cresta S su blocchi rocciosi, seguendo qualche ometto e paletti indicatori bianco-azzurri nel primissimo tratto, fino ad una selletta. Da qui scendere a sx su pendii abbastanza ripidi, spesso innevati a inizio stagione, traversando verso E sopra una balza rocciosa, puntando al Passo di Valbona, o Passo di Monte Rosso (m 2943). Da qui, con un traverso su terreno sempre abbastanza ripido, si punta al Passo di Vazzeda (m 2967). Scendere ora sul versante italiano seguendo il sentiero che, poco dopo, piega verso dx e porta al rif. Del Grande-Camerini (m 2564). Da qui seguire il sentiero a sx, fino a tornare all’Alpe Vazzeda Superiore. Seguire quindi a ritroso il sentiero percorso all’andata fino a Chiareggio (ca. 2h e 30’ dal Passo Vazzeda). |