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Monte Rosso, dal Passo del Forno - FORZA LIDIA!, 11/07/2024 | Tweet |
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Onicer | Fedora
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Regione | Lombardia |
Partenza | Chiareggio (1610 m) |
Quota attacco | 2850 m |
Quota arrivo | 3088 m |
Dislivello della via | 250 m |
Difficoltà | AD+ ( pendenza 35° / IV+ in roccia ) |
Esposizione in salita | Varia |
Rifugio di appoggio | Rif. Del Grande-Camerini (al ritorno dal Pso Vazzeda) |
Attrezzatura consigliata | Ramponi, piccozza (per il rientro dalla cima al Passo di Vazzeda), corda da 30m, 4-5 rinvii, friend di varia misura, cordini |
Itinerari collegati | Monte Rosso (3088m), dal Passo del Forno, traversata al Passo di Vazzeda |
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Rischio valanghe | 1 - Debole |
Condizioni | Ottime |
Valutazione itinerario | Ottimo |
Commento | Reportizzo questa gran bella traversata, purtroppo finita male per la scivolata di Lidia sulla neve, poco dopo la partenza dalla vetta, e terminata sui sassi poco sotto, provocandole 4 costole rotte, un bel taglio sulla fronte e qualche botta meno grave qua e là. Nel cercare di fermare la sua caduta, sono scivolata anche io con lei, ma senza gravi conseguenze, solo qualche ematona qua e là. Davvero sfortunatissima, considerando la faticosissima traversata in cresta, percorsa sempre con attenzione, scivolando in un tratto così semplice.
La cresta è stata molto impegnativa, soprattutto fisicamente, con qualche tratto per niente banale, considerando che si arrampica con scarponi o scarpe da trekking, e la lunghezza dell'itinerario. A q. 2500m troviamo già neve e saliamo gli ultimi 300m che portano al Passo del Forno con i ramponi (2h e 45'). Proseguiamo a sx sul dossone innevato ancora con i ramponi, fino all’attacco vero e proprio della cresta. Cambio d’assetto: scarponi e ramponi nello zaino, calziamo le scarpe da trekking più comode sulla roccia e ci imbraghiamo. Ci aspettavamo una cresta più semplice, più corta e meno ingaggiosa. Ma sarà tutto il contrario. E’ un susseguirsi di salite su tratti più o meno impegnativi (mediamente sul III°), spesso seguite da brevi discese disarrampicando con attenzione, torrioni, placche… La roccia è davvero quasi sempre bella. Solo nella parte finale più lichenosa, purtroppo nel tratto a mio parere più impegnativo. Fortunatamente i tratti più difficili erano spittati, trovati anche 2 o 3 chiodi vecchi. Altrimenti sarebbe stata davvero dura… Dopo 3h e 30’ di cresta (compresa mezz’oretta persa per una doppia un po’ “improvvisata” con relativo incastro corda…), finalmente tocchiamo la vetta, veramente provate ma contentissime. Ora non ci resta che la discesa e poi il traverso per arrivare al Passo di Vazzeda. Quindi rimettiamo scarponi e ramponi e dalla cima scendiamo sulla neve anziché sui massi, più disagevoli. E poco dopo la scivolata di Lidia... Siamo costrette a chiamare l’elicottero, che ci porterà poi all’ospedale di Samedan. Un grande in bocca al lupo alla mia grande socia Lidia! FOTO 1: Al termine di un delicato traverso. FOTO 2: Grande Lidia! FOTO 3: La bella placca di IV ben spittata. |
Report visto | 2682 volte |
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Immagini | ![]() ![]() ![]() |
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