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Skialper Buyer's guide 2017, qualche riflessione
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Luca Bono



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MessaggioInviato: Lun Apr 10, 2017 8:03 pm    Oggetto: Skialper Buyer's guide 2017, qualche riflessione Rispondi citando

...ovvero, valutazioni che cambiano in maniera sostanziale da un anno all'altro, quando la costruzione apparentemente sembra la stessa, e i tester grosso modo anche.
Vero é che nella prefazione (login, per fare i moderni Laughing ) il buon Guido mette lì una premessa che pare un avvertimento: "é capitato più volte di rimanere perplessi dopo aver sciato con un modello teoricamente invariato rispetto alla stagione precedente.Allora riprova, verifica, incrocia i rilevamenti, e alla fine salta fuori che aveva ragione il piede: non é lo stesso sci".
Ok, omettendo per un attimo che se la costruzione é la stessa quindi non capisco come sia possibile, faccio un paio di esempi:
Dynastar mythic 97 2016: sci giocherellone e facile per nevi profonde, livello ideale in crescita, sconsigliato per alto livello
Dynstar mythic 97 2017: molto energico anzi proprio incazzato, per esigenti, muscolari, cattivi, livello consigliato alto, molto controindicato per principiante
Elan Lhotse: qui un po' meno di discrepanza, specie sulle indicazioni rispetto a tipo di neve ed utente ideale, ma l'anno scorso "si fatica a trovargli un punto debole, stabile e sicuro in ogni situazione, progressivo in spinta fino ai limiti", quest'anno bisogna stare attenti a non esagerare perché il flex é morbido, irregolare sulla lunghezza con arco non omogeneo, e la punta tira dentro di colpo sciando secco". Che poi fosse uno sci pesantino per le misure in oggetto sono d'accordo anche io, ma lo ero dall'anno scorso.
Ah, una debita precisazione: la mia non é polemica, solo una perplessità di chi sia guarda in giro per cambiare attrezzi.
PS grande assente nei test il mythic vertical, come mai??
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fabiomaz



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MessaggioInviato: Mar Apr 11, 2017 10:01 am    Oggetto: Re: Skialper Buyer's guide 2017, qualche riflessione Rispondi citando

Citazione:
Il concetto è più o meno quello: costruzioni apparentemente identiche, o molto simili, variano di qualche elemento chiave, tipo legnami o compositi. Basta che spessori e grammature siano le stesse, ma provenienti da fornitori diversi, che il risultato finale cambia.
Ogni anno ci troviamo di fronte a situazioni del genere: ci sono casi come l'Elan Lothse o il Dynastar Mythic 97 che non siamo davvero riusciti a spiegarci, per il peggioramento o miglioramento rispetto all'(apparentemente) identico progetto dell'anno precedente.
Insomma, avessimo una risposta al tuo 'Come mai?' saremmo felici, ma non ce l'abbiamo. Ci limitiamo a riscontrare quanto oggettivamente ci si è presentato davanti.


Era stato rilevato e così scriveva la redazione su skiforum ancora a novembre 2016.

Da qualche parte scrivevano anche che provavano i materiali che le case gli mandavano, quindi se non gli venivano mandati i materiali..niente test.

Quando facevo le gare di sci e le case mandavano gli sci per gli atleti - senza che ci fossero ancora i contratti atleti di oggi - l'assegnazione degli sci era una cerimonia più finita, perché nessuno sci era uguale all'altro. Anzi...certi erano davvero per quanto identici da specifiche di fabbrica.
E bisognava trovare sci da gara ed allenamento il più possibile simili..e comunque prima veniva assegnati gli sci ai più forti.
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valexx



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MessaggioInviato: Mar Apr 11, 2017 2:27 pm    Oggetto: Re: Skialper Buyer's guide 2017, qualche riflessione Rispondi citando

fabiomaz ha scritto:
Citazione:
Il concetto è più o meno quello: costruzioni apparentemente identiche, o molto simili, variano di qualche elemento chiave, tipo legnami o compositi. Basta che spessori e grammature siano le stesse, ma provenienti da fornitori diversi, che il risultato finale cambia.
Ogni anno ci troviamo di fronte a situazioni del genere: ci sono casi come l'Elan Lothse o il Dynastar Mythic 97 che non siamo davvero riusciti a spiegarci, per il peggioramento o miglioramento rispetto all'(apparentemente) identico progetto dell'anno precedente.
Insomma, avessimo una risposta al tuo 'Come mai?' saremmo felici, ma non ce l'abbiamo. Ci limitiamo a riscontrare quanto oggettivamente ci si è presentato davanti.


Era stato rilevato e così scriveva la redazione su skiforum ancora a novembre 2016.

Da qualche parte scrivevano anche che provavano i materiali che le case gli mandavano, quindi se non gli venivano mandati i materiali..niente test.

Quando facevo le gare di sci e le case mandavano gli sci per gli atleti - senza che ci fossero ancora i contratti atleti di oggi - l'assegnazione degli sci era una cerimonia più finita, perché nessuno sci era uguale all'altro. Anzi...certi erano davvero per quanto identici da specifiche di fabbrica.
E bisognava trovare sci da gara ed allenamento il più possibile simili..e comunque prima veniva assegnati gli sci ai più forti.


Il Lhotse di quest'anno, pur geometricamente uguale a perso due etti... Non ci vedo nulla di strano sul fatto che sulla neve non scia uguale...
Anche il Backland 85 pur restando sul podio sembra meno "perfetto" rispetto allo scorso anno, ma è anche vero che quest'anno han provato il 170, l'anno passato il 176, e questa può essere una bella differenza sulla neve...

L'unico caso è il dynastar, difficile da spiegare in quel caso ma tant è...

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guidoval



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MessaggioInviato: Mer Apr 12, 2017 12:02 am    Oggetto: Rispondi citando

Sul Lhotse valgono i grammi in meno. In genere meno peso = meno struttura, e infatti. Sul Mythic 97 invece il mistero è rimasto insoluto anche a posteriori. Tutte le indicazioni di tutti i tester coincidevano, rispettivamente opposte nel primo e nel secondo anno. Anche noi eravamo perplessi rispetto a un Mythic così loffio, ma così era (il primo anno). O almeno: così era quel paio, perché poi i feedback dal venduto dei negozianti non avevano confermato la cosa ma avevano invece anticipato ciò che abbiamo riscontrato la stagione successiva (questa). Se si è trattato di nostro errore, non l'abbiamo mai trovato. Ma forse si tratta di una lezione che quasi tutti i fenomeni del marketing e delle agenzie stampa hanno poi imparato, spedendoci sci a posto e non risparmiando con delle pre-serie, o roba per gli sviluppatori o per i rappresentanti o per i blogger.
Bono, la costruzione viene dichiarata uguale, ma se la costruzione è uguale ma cambia il fornitore del legno e comunque la partita del legno, hai voglia a fare i controlli numerici sul legno: usi il legno che ti hanno dato, che rientra in un range di caratteristiche legate alla sua densità. Un range.

Gli assenti: rispetto alle scelte della redazione è possibile che un'azienda ritenga di presentare materiali diversi da quelli richiesti. Le ragioni possono essere le più varie ma, in genere, va tenuto presente un calendario vigente tra i costruttori ben strutturati: enne stagioni per idearlo e poi progettarlo e svilupparlo (tre-anche cinque anni per grandi costruttori molto orientati a R&D, sei mesi-due anni per gli altri, dai terzisti ai cantinari ai piccoli-medi più o meno attrezzati passando per gli artigianali e i semi-artigianali) > pre Ispo per l'informazione di settore tra dicembre e febbraio > Ispo a febbraio > ordini dei rivenditori subito dopo Ispo > produzione per la distribuzione > in autunno in ngozio > per due anni resta invariato salvo interventi invisibili in corsa > il terzo anno cambia la grafica > il quarto anno c'è il successore sul mercato. Salvo casi di forte innovazione tecnologica o forte successo da parte della concorrenza diretta; o, specularmente, di prodotto sbagliato o 'bruciato' da vicende tecniche o di mercato. Gli scarponi hanno cicli un po' diversi ma le logiche restano le stesse. Sono però molto influenzate dalla forte innovazione di questi anni per un verso, e per l'altro dal grande investimento richiesto per giungere all'industrializzazione di un nuovo prodotto (>1 mln. € / modello)
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fabiomaz



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MessaggioInviato: Mer Apr 12, 2017 8:35 am    Oggetto: Rispondi citando

guidoval ha scritto:
Sono però molto influenzate dalla forte innovazione di questi anni per un verso, e per l'altro dal grande investimento richiesto per giungere all'industrializzazione di un nuovo prodotto (>1 mln. € / modello)


Curiosità mia, siccome parli di industrializzazione implichi la realizzazione dell'impianto di produzione e quindi 1 milione non è tanto.
Ma gli investimenti hard per i nuovi modelli di scarpe in cosa sono? Soprattutto stampi immagino. L'assemblaggio sarà flessibile abbastanza e la componentistica sarà esternalizzata.
Quindi alla fine la vera R&D verrà a pesare parecchio su quel milione.
O no?
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guidoval



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MessaggioInviato: Mer Apr 12, 2017 9:04 am    Oggetto: Rispondi citando

Eh, un milione non è tanto se poi lo proponi alle masse, per quanto calanti, dello sci alpino. Ma i numeri del touring, per quanto in crescita, restano al momento quelli di una nicchia per quanto importantissima per crescita e margini. Inoltre ci si sono buttati in troppi, specialmente nel segmento due ganci che in Italia, ma solo in Italia, realizza la stragrande fetta di mercato.
Sì, la parte costosa nell'investimento sono gli stampi per tutte le numerate. Tieni presente che le taglie centrali vendono e guadagnano, quelle agli estremi perdono. Resistono ancora alcuni piedi femminili attorno al 36-37 e, dall'altra parte, aumentano i piedoni maschili > 45-46 che una volta potevi permetterti di ignorare in quanto nicchia di una nicchia. Hai già capito quale sia il primo conto che bisogna fare. Dopo l'investimento iniziale, la scarpa per scialpinismo moltiplica ancora i costi di produzione rispetto a quelle per l'alpino e anche per il freeride. Principale voce di costo: la suola, o meglio il suo assemblaggio-incollaggio che resta manuale, richiede tempo e competenza, può creare difettosità, scarto, e poi invenduto (problema numero uno: gli sbaffi di colla sullo scafo).
Certamente ricerca e sviluppo costano e incidono molto per una scarpa che deve fare tutto e bene in più fasi con esigenze opposte, resistere tanto, pesare poco. Mentre quella da alpino deve fare una cosa sola, semplice, e non deve tenere conto del peso.
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MessaggioInviato: Gio Apr 13, 2017 1:29 pm    Oggetto: Rispondi citando

guidoval ha scritto:
Eh, un milione non è tanto se poi lo proponi alle masse, per quanto calanti, dello sci alpino. Ma i numeri del touring, per quanto in crescita, restano al momento quelli di una nicchia per quanto importantissima per crescita e margini. Inoltre ci si sono buttati in troppi, specialmente nel segmento due ganci che in Italia, ma solo in Italia, realizza la stragrande fetta di mercato.
Sì, la parte costosa nell'investimento sono gli stampi per tutte le numerate. Tieni presente che le taglie centrali vendono e guadagnano, quelle agli estremi perdono. Resistono ancora alcuni piedi femminili attorno al 36-37 e, dall'altra parte, aumentano i piedoni maschili > 45-46 che una volta potevi permetterti di ignorare in quanto nicchia di una nicchia. Hai già capito quale sia il primo conto che bisogna fare. Dopo l'investimento iniziale, la scarpa per scialpinismo moltiplica ancora i costi di produzione rispetto a quelle per l'alpino e anche per il freeride. Principale voce di costo: la suola, o meglio il suo assemblaggio-incollaggio che resta manuale, richiede tempo e competenza, può creare difettosità, scarto, e poi invenduto (problema numero uno: gli sbaffi di colla sullo scafo).
Certamente ricerca e sviluppo costano e incidono molto per una scarpa che deve fare tutto e bene in più fasi con esigenze opposte, resistere tanto, pesare poco. Mentre quella da alpino deve fare una cosa sola, semplice, e non deve tenere conto del peso.


Si?
Dici che solo in Italia si vendono molti due ganci?
Siamo tutti tutine inside?

Io dopo aver usato il vecchio TLT5 (ed oggi c'è molto di meglio) non vorrei più un 4 ganci per scialpinismo sulle alpi... Troppi i vantaggi e la comodità del due salvo voler usare spesso gli impianti. Questo parlando di scialpinismo, non impianti più pelli ovviamente.
Pensavo che sulle alpi anche al di fuori dei confini l'andazzo fosse quello tra chi pella a lungo.
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Luca Bono



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MessaggioInviato: Gio Apr 13, 2017 2:51 pm    Oggetto: Rispondi citando

Quantomeno in Svizzera, l'andazzo é il 4 ganci e lo sci da 1.90, con tanto di casco e airbag...e poi perché no anche un radical o meglio ancora un diamir Ma la stessa concezione "popolare" dell'andare in montagna é diversa, con tempistiche che poco hanno a che vedere con la mentalità tipica del lombardo valligiano o prealpino ma anche del trentino ad esempio (e comunque per me rimane l'unico apporcio possibile) del "parti' prest per turnà a cà prest"; poi ci sono le tutine e un'elite di illuminati (per come la vedo io) che cerca di stare in tempistiche non da merendero conservando una qualità sciiistica degna dei nostri tempi
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guidoval



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MessaggioInviato: Dom Apr 16, 2017 9:42 am    Oggetto: Rispondi citando

fabiomaz ha scritto:

Dici che solo in Italia si vendono molti due ganci?
Siamo tutti tutine inside?


Il parametro tutine è sorpassato. Non frega più niente a nessuno, e chi si tutina, e chi parla ancora di tutine, che sciano male, che sciano bene, che non fanno merenda in cima, che non è vero scialpinismo, sta occupandosi di un argomento che non è più sul tavolo. Il riferimento è free ski. Infatti è una battaglia di retroguardia condotta ancora sporadicamente solo dai rincoglioniti del Vecchio Mattino e seguaci, ora diventati a loro volta establishment causa raggiunti e superati limiti di età. Loro, e le loro commissioni etiche che ormai resistono solo in Iran, in Corea del Nord e appunto tra gli appinisti.

I due ganci di oggi, e non solo i migliori ma anche quelli di media gamma, sono precisi e potenti almeno quanto la maggior parte dei quattro ganci touring in circolazione. La differenza sta nelle tecnologie sviluppate negli ultimi anni, secondo me soprattutto quelle legate allo stampaggio degli scafi (i gambetti in carbonio esistono da tempo). Con il gancio basso ormai quasi tutti rinviano bene su almeno altri due punti. La cosa spesso chiude meglio che con il primo gancio basso dei quattro. Fabio, tu che arrivi dall'alpino: in quanti percepiscono il serraggio del quarto (o primo) gancetto sulle dita? Se lo scarpone è serio sfido chiunque a serrare efficacemente l'ultimo gancetto. Se lo senti stringere, lo scafo è una ciabatta. E allora è meglio un bel due ganci rinviato. I tre ganci, che in genere risolvono benissimo il vero punto nodale sul fuori sconnesso per la massa, e cioè spinta sul collo e tallone fermo in sede, in Italia vendono numeri da prefisso telefonico.
Per avere di più bisogna passare ai quattro ganci overlap da freeride o a scarponi da pista.
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MessaggioInviato: Dom Apr 16, 2017 10:17 am    Oggetto: Rispondi citando

Luca Bono ha scritto:
Quantomeno in Svizzera, l'andazzo é il 4 ganci e lo sci da 1.90, con tanto di casco e airbag...e poi perché no anche un radical o meglio ancora un diamir Ma la stessa concezione "popolare" dell'andare in montagna é diversa, con tempistiche che poco hanno a che vedere con la mentalità tipica del lombardo valligiano o prealpino ma anche del trentino ad esempio (e comunque per me rimane l'unico apporcio possibile) del "parti' prest per turnà a cà prest"; poi ci sono le tutine e un'elite di illuminati (per come la vedo io) che cerca di stare in tempistiche non da merendero conservando una qualità sciiistica degna dei nostri tempi


In Italia va a zone, distribuite a macchia di leopardo, ma le contaminazioni aumentano. I due fenomeni più registrabili sono: A) una parte di quelli che facevano gare, e dopo il quinto Mezzalama hanno capito com'è il Mezzalama, approfittano della preparazione atletica acquisita e fanno passi decisi verso il freeski portato in montagna; B) pistaioli / rider che scoprono il gusto fitness del salire di più con le pelli e si portano più in alto. Questo all'interno dell'esistente fuori.
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MessaggioInviato: Dom Apr 16, 2017 11:05 am    Oggetto: Rispondi citando

guidoval ha scritto:
fabiomaz ha scritto:

Dici che solo in Italia si vendono molti due ganci?
Siamo tutti tutine inside?


Il parametro tutine è sorpassato. Non frega più niente a nessuno, e chi si tutina, e chi parla ancora di tutine, che sciano male, che sciano bene, che non fanno merenda in cima, che non è vero scialpinismo, sta occupandosi di un argomento che non è più sul tavolo. Il riferimento è free ski. Infatti è una battaglia di retroguardia condotta ancora sporadicamente solo dai rincoglioniti del Vecchio Mattino e seguaci, ora diventati a loro volta establishment causa raggiunti e superati limiti di età. Loro, e le loro commissioni etiche che ormai resistono solo in Iran, in Corea del Nord e appunto tra gli appinisti.

I due ganci di oggi, e non solo i migliori ma anche quelli di media gamma, sono precisi e potenti almeno quanto la maggior parte dei quattro ganci touring in circolazione. La differenza sta nelle tecnologie sviluppate negli ultimi anni, secondo me soprattutto quelle legate allo stampaggio degli scafi (i gambetti in carbonio esistono da tempo). Con il gancio basso ormai quasi tutti rinviano bene su almeno altri due punti. La cosa spesso chiude meglio che con il primo gancio basso dei quattro. Fabio, tu che arrivi dall'alpino: in quanti percepiscono il serraggio del quarto (o primo) gancetto sulle dita? Se lo scarpone è serio sfido chiunque a serrare efficacemente l'ultimo gancetto. Se lo senti stringere, lo scafo è una ciabatta. E allora è meglio un bel due ganci rinviato. I tre ganci, che in genere risolvono benissimo il vero punto nodale sul fuori sconnesso per la massa, e cioè spinta sul collo e tallone fermo in sede, in Italia vendono numeri da prefisso telefonico.
Per avere di più bisogna passare ai quattro ganci overlap da freeride o a scarponi da pista.


Che fai? Mi citi a sproposito e poi mi chiami in causa? (La domanda era di Valexx) Comunque ci hai azzeccato. Sui Maestrale RS il quarto gancio praticamente NON lo chiudo. Lo accosto. Anche perché se lo stringi entra acqua...
Per il resto sarà come dici tu ma ho un problema di religione che mi vieta di mettere un 2 ganci, mi ricordano troppo gli scarponi monogancio da pista di inizio anni '80! Ne ho anche avuto uno. Faceva figo.
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MessaggioInviato: Dom Apr 16, 2017 6:09 pm    Oggetto: Rispondi citando

per la questione 2 ganci, 4 ganci credo che dipenda molto da che sci usi...su uno sci "scialpinistico" ammetto che le differenze ormai sono piuttosto contenute, ma su sci larghi e potenti c'è comunque una differenza piuttosto marcata.

Ho sciato i miei 106 da 186cm con lo spitfire e con il maestrale RS e le differenze ci sono...sul'89 ne ho trovate meno (ovviamente). il 114 ed il 120 non li ho provati ancora con lo spitfire (non ho avuto il coraggio Laughing ) ma per quelli a volte mi pare che si fatichi anche con il maestrale rs...

fino al 102 invece vedo che sia io che molti amici vanno ancora tranquilli con il tlt5-6 o spitfire...in quel caso dipende molto anche dalla neve, sul polverone o firn bello va bene tutto, su neve difficile il maestrale ha ancora un po' di margine

comunque anch'io il quarto gancio del maestrale rs non lo uso molto, lo chiudo ma solo sulla fiducia Laughing non a caso il maestrale dell'anno prossimo non ce l'ha più Wink e rinvia...

secondo me più che di ganci conta la rigidità generale ed i 3-4-5 etti in più proprio in termini di massa.
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guidoval



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MessaggioInviato: Lun Apr 17, 2017 10:02 am    Oggetto: Rispondi citando

Nibi ha scritto:
per la questione 2 ganci, 4 ganci credo che dipenda molto da che sci usi...su uno sci "scialpinistico" ammetto che le differenze ormai sono piuttosto contenute, ma su sci larghi e potenti c'è comunque una differenza piuttosto marcata.

Ho sciato i miei 106 da 186cm con lo spitfire e con il maestrale RS e le differenze ci sono...sul'89 ne ho trovate meno (ovviamente). il 114 ed il 120 non li ho provati ancora con lo spitfire (non ho avuto il coraggio Laughing ) ma per quelli a volte mi pare che si fatichi anche con il maestrale rs...

fino al 102 invece vedo che sia io che molti amici vanno ancora tranquilli con il tlt5-6 o spitfire...in quel caso dipende molto anche dalla neve, sul polverone o firn bello va bene tutto, su neve difficile il maestrale ha ancora un po' di margine

comunque anch'io il quarto gancio del maestrale rs non lo uso molto, lo chiudo ma solo sulla fiducia Laughing non a caso il maestrale dell'anno prossimo non ce l'ha più Wink e rinvia...

secondo me più che di ganci conta la rigidità generale ed i 3-4-5 etti in più proprio in termini di massa.


è così, più livello tecnico, atteggiamento dello sciatore, stile (la tecnica è uguale per tutti, lo stile è personale ma deve rimanere all'interno della tecnica).

La massa dello scarpone in sé, invece, come quella dello sci, non è determinante in assoluto.
Primo fattore dirimente: il carbonio e anche le plastiche caricate carbonio (tecnologia diffusa con i Grilamid) leggere e rigide in relazione diretta con gli elementi caricati. Se il flex risultasse da un criterio univoco e misurabile strumentalmente, cosa che non è, le scarpe da gara da 600 grammi in carbonio risulterebbero dure ALMENO quanto quelle da alpino da tre chili da gara Wink quando fa freddo.
Secondo: studio e sviluppo dello scafo scarpone. Puoi usare anche tre chili chili di plastica per scarpa e ottenere una ciabatta, se non la disponi differenziando gli spessori lungo linee di forza e di cedimento controllato ben progettate. E poi esistono infinite mescole. Dire Grilamid, per esempio, è dire una famiglia di plastiche con alcune caratteristiche comuni di base, ma in continuo sviluppo e differenziazione anche radicali.
Terzo: in genere la massa aiuta nel controllo lo sciatore impreciso, o meglio lo rassicura per via della sua inerzia > minore sensibilità al terreno. La leggerezza richiede qualche adattamento a chi proviene dalla massa ma, finché uno non si disunisce, la massa scarpone+attacco+sci resta sommata (anzi moltiplicata da fattori dinamici e vettoriali) alla massa più importante e cioè lo sciatore. Non sono pochi quelli che usano lo scarpone da gara in carbonio = 600 grammi su sci over 100 al centro per sciare forte, in genere guide che partecipano anche a gare ad alto livello. Però sanno gestire il controllo eccessivo di una scarpa indeformabile, quando ciò che conta non sta tanto nel flex assoluto quanto nella cd. progressività, la modulazione della spinta. Insomma siamo sempre alla potenza e al suo controllo. Spitfire su misure e strutture toste può andare ancora bene su fondi soffici, su linee aperte, rilasciate, che finiscono in slittamento approfondito. Ma non è un accoppiamento in equilibrio generale. E poi bisognerebbe considerare anche l'attacco tra sci e scarpa in queste valutazioni. Quelli più diffusi sbandano, e non tutti capiscono quanto cede la scarpa e quanto l'attacco.

Quattro ganci vuol dire tutto e niente. Maestrale e Maestrale RS hanno più differenze che fattori comuni al piede, per esempio. Dynafit Radical, sempre per esempio, ha quattro ganci ma sono dichiaratamente scarpe tolleranti e ultramorbide. Immagino che potrebbero piacere a chi vuole modulare a zone il serraggio, ma in nessun modo si ottiene flex. Il 'gancio', cioè la ferramenta leva più rastrelliera più ribattini, realizza struttura puntiforme. I progettisti ovviamente studiano la distribuzione di questa forza tramite forme, materiali e spessori delle plastiche e della scarpetta. Oppure tramite rinvii su più punti, sempre in combinazione con tutto il resto. Oppure agendo su strutture mobili. Insomma, con l'aumentare delle soluzioni tecnologiche a disposizione, il numero dei ganci sta diventando solo UNO dei tanti elementi da considerare. Allo stato, secondo me da almeno un paio di stagioni, non è già più quello principale, così come il criterio tutina vs bragone. Vedasi il prossimo Maestrale e, da un paio d'anni, i Salomon MTN per rimanere su roba non minimale.
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L'ultima modifica di guidoval il Lun Apr 17, 2017 10:55 am, modificato 2 volte
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MessaggioInviato: Lun Apr 17, 2017 10:23 am    Oggetto: Rispondi citando

fabiomaz ha scritto:
ho un problema di religione che mi vieta di mettere un 2 ganci, mi ricordano troppo gli scarponi monogancio da pista di inizio anni '80! Ne ho anche avuto uno. Faceva figo.


Riesci a essere gozzaniano inside anche parlando di pezzi di plastica. Dev'essere quello che si chiamava il fascino discreto della borghesia, e che col passare degli anni apprezzo sempre più. Infatti conservo e ammiro i miei Salomon SX 91 Equipe (cui probabilmente ti riferisci) suolati Vibram avvitato con viti in ottone, il migliore scarpone da scialpinismo dell'epoca in anticipo di 30 anni su tutti, solo che in Italia lo usavamo in due e tutti gli altri ci facevano solo discesa. Ci avevamo fatto anche qualche rally pre-attacchino, andando neanche male, e qualche giro in Bianco compresi Sperone, Trelatète + Aigle, gengiva del Dente fino in Val Ferret, quindi andavano benissimo. Se ci pensi il sistema ski-walk Dynafit funziona nello stesso modo. In Francia li usavano abbastanza. magari nella versione grigia non-Equipe, e te li ritrovavi a fine stagione tra le comitive guidate sui 4000, magari col Secura-fix montato sugli attacchi da alpino.
Mentre non trovo più gli SX 90 proprio adesso che sta tornando l'arancione. Design avanti di 100 anni Wink a partire tra qualche anno, però.
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MessaggioInviato: Mar Apr 18, 2017 7:53 am    Oggetto: Rispondi citando

guidoval ha scritto:
valexx ha scritto:

Dici che solo in Italia si vendono molti due ganci?
Siamo tutti tutine inside?


Il parametro tutine è sorpassato. Non frega più niente a nessuno, e chi si tutina, e chi parla ancora di tutine, che sciano male, che sciano bene, che non fanno merenda in cima, che non è vero scialpinismo, sta occupandosi di un argomento che non è più sul tavolo. Il riferimento è free ski. Infatti è una battaglia di retroguardia condotta ancora sporadicamente solo dai rincoglioniti del Vecchio Mattino e seguaci, ora diventati a loro volta establishment causa raggiunti e superati limiti di età. Loro, e le loro commissioni etiche che ormai resistono solo in Iran, in Corea del Nord e appunto tra gli appinisti.

I due ganci di oggi, e non solo i migliori ma anche quelli di media gamma, sono precisi e potenti almeno quanto la maggior parte dei quattro ganci touring in circolazione. La differenza sta nelle tecnologie sviluppate negli ultimi anni, secondo me soprattutto quelle legate allo stampaggio degli scafi (i gambetti in carbonio esistono da tempo). Con il gancio basso ormai quasi tutti rinviano bene su almeno altri due punti. La cosa spesso chiude meglio che con il primo gancio basso dei quattro. Fabio, tu che arrivi dall'alpino: in quanti percepiscono il serraggio del quarto (o primo) gancetto sulle dita? Se lo scarpone è serio sfido chiunque a serrare efficacemente l'ultimo gancetto. Se lo senti stringere, lo scafo è una ciabatta. E allora è meglio un bel due ganci rinviato. I tre ganci, che in genere risolvono benissimo il vero punto nodale sul fuori sconnesso per la massa, e cioè spinta sul collo e tallone fermo in sede, in Italia vendono numeri da prefisso telefonico.
Per avere di più bisogna passare ai quattro ganci overlap da freeride o a scarponi da pista.


Beh dai, "tutine inside"si usa ancora molto dalle mie parti per indicare chi vuole roba leggera ed è un termine assolutamente non dispregiativo... Smile

Io che uso sci da alpinismo di max 90 di larghezza non credo mi allontanerò comunque dai due ganci (o meglio detto, scrponi leggeri da touring), anche se devo essere sincero, un pensiero a scarpe più pesanti come Maestrale l'ho fatto più volte perchè la robustezza negli anni mi pare ben diversa... Very Happy
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