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   Barre des Écrins, Pilier Sud, 25/06/2023
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Onicer  picchiomuraiolo   
Regione  Francia
Partenza  Pre de Madame Carle  (1900 m)
Quota attacco  2800 m
Quota arrivo  4102 m
Dislivello della via  1300 m
Difficoltà  TD ( pendenza 55° / VI in roccia )
Esposizione in salita Sud
Rifugio di appoggio  nessuno
Attrezzatura consigliata  nda, corda singola da 60 m, una piccozza a testa, ramponi, friend 0.2-3
Itinerari collegati  nessuno
Rischio valanghe  1 - Debole
Condizioni  Ottime
Valutazione itinerario  Eccezionale
Commento Condizioni ottime. La via è tutta da ricercare: su 1300 metri di Pilone avremo contato, sì e no, una dozzina di chiodi e 5-6 soste. La qualità della roccia è quasi sempre mediocre, con qualche tiro particolarmente delicato (due esempi su tutti: il primo tiro del Bastion e quello prima del Miroir), ma in qualche breve tratto riesce anche ad essere compattissima… e di conseguenza improteggibile.
Dopo le Balmes de François Blanc abbiamo risalito il ghiacciaio, traversando fin sotto al Couloir des Avalanches. Ora seguendo le nostre tracce (e di alcuni francesi l’indomani) si arriva bene alla terminale, che presenta diversi crepacci da superare zigzagando un po’. Lo zoccolo è facile ma detritico, a rischio scariche dall’alto. Nei tratti più appoggiati, come nella crestina prima della Tête Rouge, si calpesta ancora un po’ di neve.
Sulla Tête Rouge la roccia è piuttosto decente, mentre peggiora decisamente nella successiva Tour Grise (che comunque è breve e si supera facilmente). Da lì, iniziano le difficoltà del Bastion… da noi ribattezzato “Baston”. Nel famoso traverso aereo verso destra, attenzione a percorrere tutti i 20 metri, fino praticamente a raggiungere il filo dello spigolo, senza farsi attrarre da alcuni chiodi con cordino bianco che inviterebbero a salire in verticale troppo presto.
Sul Bastion sono possibili diverse varianti, ad ogni modo è importante arrivare ad una sosta ai piedi del muro finale. Da qui inizia il penultimo tiro, che va a prendere un diedro con nut incastrato (a destra del muretto) e vince uno strapiombino per raggiungere la sosta prima del celebre Miroir: qui non ci si può sbagliare, visto che dall’alto pende una riconoscibilissima statica bianca, che avrebbe sicuramente molte storie da raccontare… La placca del Miroir è facile, elegante e su roccia buona. Al termine si può sostare sfruttando uno spuntone, un chiodo, uno spit… la scelta non manca. In seguito, per i 300 m finali abbiamo seguito la linea di cresta (roccia mediocre, passaggi di III), intervallando i vari spuntoni con nevai e tratti di misto, ora ben tracciati, giungendo dritti alla croce.
Se si sceglie di spezzare la salita con un bivacco, le postazioni migliori e al riparo da scariche sono a quota 3100 m, a quota 3500 m (due posti all’intaglio tra Tête Rouge e Tour Grise, ora nei pressi di qualche nevaietto), a 3800 m al termine delle difficoltà (percorrendo una ventina di metri di cresta dopo il Miroir; neve e acqua nei pressi). Nelle attuali condizioni di innevamento, chi ci ha preceduto il giorno prima (una guida con cliente) aveva scavato una bella piazzola nella neve lungo la cresta finale.
La discesa ora non oppone difficoltà, ma la cresta fino alla Brèche Lory è in condizioni invernali. Per raggiungere l’intaglio, è possibile fare una calata da 25 m, mentre con una seconda calata da 20 m si supera la terminale mettendo piede sull’autostrada della via normale. Autostrada lunga, lunga, lunga…….

FOTO 1: la terminale
FOTO 2: la piazzola a 3500 m dove abbiamo bivaccato
FOTO 3: Castelli di carte sul Bastion
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