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   Canale Ovest al Mengol, 22/04/2014
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Onicer  oscarrampica   
Regione  Lombardia
Partenza  I Fondi (schilpario)  (1250 m)
Quota attacco  1800 m
Quota arrivo  2420 m
Dislivello della via  600 m
Difficoltà  AD ( pendenza 45° )
Esposizione in salita Ovest
Rifugio di appoggio  no
Attrezzatura consigliata  picche e ramponi
Itinerari collegati  nessuno
Rischio valanghe  2 - Moderato
Condizioni  Buone
Valutazione itinerario  Ottimo
Commento Un paio di settimane dopo le emozioni notturne col mio giovane amico Cecco alias Billy, ne ricerchiamo altre lungo il Canale Ovest che sale verso la Cima del Mengol nella penisola alpina di Scalve. Nel nome dei Batura appena acquistati da francesco, decidiamo di provarli su un percorso semplice per loro..chissà per lui che si cimenta per la prima volta su uno scivolo nevoso. Alle 8.30 del 22/04/2014, siamo a Schilpario e mi fermo a fotografare un Pizzo Camino in splendida veste invernale. Le pareti e i suoi pinnacoli innevati ne fanno una montagna veramente meravigliosa che s’alza maestosa come un castello sulla valle. Anche la quasi invisibile cima di Valpiane è in abiti di festa e cinta di bianco s’alza al cospetto di una pallida luna che ne carezza dolcemente i profili. Parcheggiamo in località I Fondi (1260mt.) e alle 9 partiamo sulla stradina asfaltata che luccica al sole fermandoci incuriositi a leggere una targa storica che racconta di casa Cesara e dei prezzi più bassi d’Italia con camera semplice a 1 lira e 30 centesimi. Giunti ad una curva a sinistra seguiamo dei cartelli che indicano la possibilità di tagliare dritti nel bosco e così facendo evitiamo di raggiungere il Rigugio della Bagozza e ci dirigiamo subito verso il lago dei Campelli. Si prosegue in un prato e con nostra grande meraviglia già si nota il canale Ovest della Mengol verso Est, oltre il bosco di abeti che dovremo attraversare e superare. A dx, il Cimon della Bagozza. Si entra ora nel bosco e la traccia del sentiero non risulta sempre evidente anche perché la copertura nevosa, si è fatta più consistente e procediamo con più difficoltà. Ci avviciniamo alla clamorosa dorsale rocciosa che parte dalla Cima di Baione e prosegue ininterrotta fino al Pizzo Camino e oltre ancora. Ora siamo sotto le pareti dei Crap e usciti dal bosco il grande ed evidente canale si mette in posa proprio davanti a noi. Bianco elegante immenso e suadente. Siamo sopra la completamente innevata Conca dei Campelli e i dossi nevosi divallando ci uiscono dall’altra parte ai monti Campioni e Campioncino che in veste invernale reclamano maggiore dignità. Ora un enorme nevaio di neve crostosa e trasformata, a quota 1800, ci divide dalla base del canalone e dovremo raggiungerlo traversando verso sinistra. Fatichiamo non poco anche perché il terreno diventa anche svalangato e camminiamo su irregolari blocchi di neve indurita. Alle 11 siamo sotto l’appicco del celeberrimo Cimone che svetta come un missile sopra le nostre teste, insediato fra il passo di Bagozza e quello delle Ortiche a sx e da cui è scesa l’ennesima enorme valanga che dovremo traversare per raggiungere l’ormai agognato inizio del nostro canale, ben evidente ma ancor irraggiungibile. Fatichiamo fra i blocchi, ammiarando gli stupendi e grandiosi riccioli che a meringa orlano la cresta del primo Crap. Alle 11.15 iniziamo a salire ancora fra blocchi, guadagnando quota decisamente con belle viste sul Cimone. Batto traccia raggiungendo finalmente un tratto del canale slavato dalla valanga e iniziando a salire piacevolmente usando ramponi e piccozza su pendenze che variano tra i 30°-40°e abbandonando i bastoncini. Guardo dietro me Cecco salire chiedendogli se è tutto ok e intanto penso a chi lo sta guidando nella strada verso Dio e a me che lo sto guidando verso un più banale alto..il meteo tiene la neve meno...nel canale scelgo di progredire tutto a sx dove è veramente faticoso e si sprofonda fino al ginocchio ma è l'unica maniera per evitare il centro del canale ancora troppo carico della nevicata di ieri e delle precedenti. Nel solco centrale, si riversano piccole scariche continue che tengon desta la nostra concentrazione..mentre la parete del crap è un rimbombo cupo quasi continuo. La montagna si scuote di dosso la neve in eccesso. Poi il termine del canale ci consegna in campo aperto a cornicioni a 360° senza più la protezione delle rocce sotto le quali strisciavamo... rido mentre ricordo un amico e gli dico...conosci il metodo baglioni?( …fuori dai co…). Enormi cornici ci sovrastano sbarrandoci la strada e non mi sento di sfidare la sorte. Sono le 13 e senza tentennamenti facciamo dietro front svelti e tenendoci per prudenza sul bordo del canale anche se la discesa è un poco più laboriosa. Un quarto d’ora di salti dopo siamo di nuovo tranquilli sul nevaio pronti a rifarci il traverso e la strada ormai tracciata fino a valle dove arriviamo alle 15. Grande ceccoooo. Foto 1 il canale Foto2 Cecco nel canale Foto 3 punto di ritorno

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