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   Monte Leone, via normale, 18/03/2005
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Onicer  grigna   
Regione  Svizzera
Partenza  Passo del Sempione  (2005 m)
Quota attacco  2600 m
Quota arrivo  3553 m
Dislivello della via  1700 m
Difficoltà  F ( pendenza 30° / I in roccia )
Esposizione in salita Varia
Rifugio di appoggio  Nessuno
Attrezzatura consigliata  Corda, piccozza e ramponi
Itinerari collegati  Monte Leone (3553m), via normale
Rischio valanghe  2 - Moderato
Condizioni  Ottime
Valutazione itinerario  Eccezionale
Commento Tutte le volte che passavo dal Sempione, mi proponevo sempre di salire questa bellissima montagna.Finalmente il giorno è arrivato….. Partiamo dal Simplon Hospiz verso le 7.15 dopo il “quarto d’ora accademico” (chi mi conosce lo sa). La temperatura è alta, la neve, fuori dalle numerose tracce di salita è molle.Fortunatamente riusciamo a guadagnare quota in fretta e di conseguenza anche la neve migliora. Superiamo senza problemi il temuto traverso sotto l’Hubshorn.Ci immaginavamo chissà che passaggi e invece troviamo una mezza autostrada….. Una volta entrati nel vallone dell’Ohmatten Gletscher, lo risaliamo ciaspole ai piedi fino a raggiungere il ghiacciaio stesso. La vista si apre spettacolarmente verso il Fletschorn e il Weissmiess e un sole caldo ci accoglie nei pressi del Breithornpass.L’ultimo tratto del ghiacciaio, è molto ghiacciato ma le nostre super ciaspole aggrappano come ramponi. Una volta al colle, dopo un bel po di discussioni (io e la Bestia siamo abituati a questi teatrini), decidiamo di accantonare l’idea di salire il vicino Breithorn e di proseguire quindi alla conquista del Leone. Rincuorati da uno scialpinista di lingua francese che ci indica la cima a 1 oretta dal colle, iniziamo dunque la traversata dell’Alpiengletscher puntando alla “Breche” (così l’ha nominata il francese) a quota 3320 m. La traversata è lunga e monotona, sotto un sole cocente. Bisogna perdere circa 100-120 m di dislivello per poi risalire al deposito sci – ciaspole. Calziamo i ramponi e, estratta la piccozza, superiamo il canalino a 45° che ci porta in cresta, alla Breche. La stanchezza inizia a farsi sentire, spesso ho il cuore in gola ma ormai la meta è a portata di gambe. La cresta si rivela in alcuni punti molto insidiosa per via di una serie di piccoli traversini esposti verso l’Alpe Veglia e per via delle roccette spesso nascoste da un velo di neve. In cima ci accoglie una vista senza eguali. Verso ovest dominano il Weissmiess, il Fletschorn, il Lagginhorn, alcuni 4000 dei Mischabel, il Weisshorn. Verso nord dominano il Bietschorn, l’Aletschorn, l’Eiger, il Monch, il Finsteraarhorn, il Dammastock con il Glacier du Rone. Verso est la vista arriva fino alle Grigne e alle Prealpi comasche! Non rimaniamo a lungo in vetta poiché è già mezzogiorno inoltrato e la neve si sta trasformando in puciacqua. Ridiscendiamo con molta attenzione la cresta e lungo il canalino che riporta sul ghiacciaio, la Bestia si concede pure un bello scivolone con relativa grattata delle braccia e di una mano.Fortunatamente risce a zavorrarsi con la picca evitando lo spiacevole impatto con alcune roccette. Tornare al colle è interminabile e io vengo preso da una crisi di stanchezza mica da ridere. Dal colle ci buttiamo in discesa su neve della peggior specie.Qualsiasi cosa sotto i piedi, forma uno zoccolo pauroso. Guadagnata la meritata ombra, la neve cambia e diventa super-ramponabile. In un batter d’occhio siamo al traverso e al masso con croce. Rimesse le ciaspole, arrivare all’Hospiz è questione di una ventina di minuti su neve marcia da mese di maggio più che marzo. Tempi di salita: 3 ore al Breithornpass, 1 ora e mezza dal Breithornpass alla vetta. Con gli sci credo si possa fare in non meno di 4 ore poiché si è costretti a ribellare sull’Alpiengletscher.
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