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   da Zermatt ad Alagna (Colle del Lys), 08/08/2010
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Onicer  oscarrampica   
Regione  Svizzera
Partenza  Gornergrat  (3000 m)
Quota attacco  3000 m
Quota arrivo  4150 m
Dislivello della via  1150 m
Difficoltà  PD ( pendenza 35° )
Esposizione in salita Nord-Ovest
Rifugio di appoggio  Monterosa hutte Capanna Gnifetti
Attrezzatura consigliata  corda ramponi picozza
Itinerari collegati  nessuno
Rischio valanghe  1 - Debole
Condizioni  Buone
Valutazione itinerario  Eccezionale
Commento Con Filippo, Gian ed Elena ci accordiamo per andare a tentare di fare un giro sul Monterosa con obiettivo Dufour o Nordend. E’ il 7/8 del 2010 quando a mezzogiorno e mezzo scendiamo dal trenino a Zermatt. Ogni pensiero ed ogni attività del corpo (tranne il respirare) cessano. Il Cervino dominala vista e tutti gli altri sensi. Ipnotico, forse la montagna più bella del mondo. Saliamo sul trenino che ci porterà a Gornergrat e la visione come da programma svizzero che si rispetti migliora addirittura rendendo il viaggio una seduta d’ipnosi. Scatto foto destinate a scaldare il cuore. Un giorno lo scalerò, promesso. Scendiamo dal trenino alle 13.20 a quota 3100 e Nordend e Dufour la fanno già da padrona col Lyskamm dall’altra parte a sfidarsi per le visualizzazioni. Foto ( si vedono da qui, non li ho contati ma mi fido della precisione sfizzera, 39 4000). Mangiamo panini italiani e poi tranquillamente alle 14 prendiamo il sentiero in discesa vs il Gornergletscher. Scivoliamo con la vista sulla parete ovest della Gran Becca severa ma meno elegante rispetto alla versione precedente che contemplava anche la Nord. Il sentiero commerciale scende leggero vs il ghiacciaio e poi consegna un’altra gran vista sul Cervino a cui sembra arrivare in braccio (nulla è casuale in Sfizzera..perfino la bellezza è creata, raramente spontanea). Oltre lunghe scale metalliche stile Ice fall ci permettono di scendere delle pareti rocciose e un ponticello di passare sopra(non del tutto) le rapide del torrente che muggisce sotto. Ci bagnamo ma rinunciamo in nome della bontà italica a sporgere reclamo. Dopo 1ora e ½ mettiamo i piedi sul ghiaccio fra grandi seracchi e grandi segni del ritiro dei ghiacci. Oltre infinite morene s’alza l’immensa isola bianca che sostiene le cime più alte del massiccio del Rosa e a destra sopra un isolotto roccioso sotto cui passa la lingua del ghiacciaio appare la luccicante capanna. Ma noi guardiamo solo la cupola del Lyskamm che da qui, bonario, la sovrasta. Fa molto caldo e mi trovo in maglietta a rigirare i calzoni per scoprire almeno i polpacci. Ora si vede la piatta cresta del Pic Tyndall e dietro la Dent d’Herens. Risaliamo la china rocciosa e arriviamo al fantascientifico rifugio della Monterosa Hutte. C’è un ritrovo di guide della Mammuth e non c’è posto per noi. Le insistenze e gentili rimostranze di Filippo che si è trasformato nel Dott. Cazzulani ci portano ad ottenere dei posti nell’angusto locale caldaie dove l’odore di gasolio ristagna come esser intubati al tubo di scappamento di un Ciao. Durante la cena Filippo entra al tavolo delle guide festeggianti e comincia a bere come fosse dei loro: incredibile! Dopocena come aperitivo è servito il tramonto sul Cervino ma assolutamente spettacolare è stare ad ammirare Dufour Nordend e Lyskamm colorarsi d’arancione e poi lentamente spegnere il lucignolo fumigante delle loro cime per consegnarsi al riposo serale. Resto fuori fino alle 21.15 a scattare foto all’ombra scura del cervino e al Lyskamm che invece riflette sulle sue nevi il chiaror delle stelle. E anche perché nessuno ha fretta di andar a dormire nel buco assegnatoci. Poi a nanna, ma alla fine io dormo bene e tutto sommato anche gli altri, a parte Filippo che ha un pessimo rapporto con tutti i materassi del pianeta. La mattina dopo però Gian è incerto sul tempo, Elena sua moglie ha i piedi sfasciati dalle vesciche e non riesce a camminare con gli scarponi e quindi rinunciano dopo pochi passi sulla morena che scende vs il ghiacciaio. Sono le 7.30 e andiamo allora avanti io e Filippo mettendo ben presto i piedi sul suolo gelato ma anche Filippo con la notte che ha passato non se la sente di salire verso la Dufour e allora accantonati i sogni di gloria, decidiamo almeno di proseguire vs l’Italia attraverso il Colle del Lys. Alle 8 saluto con un poco di tristezza la Dufour e la Nordend che ci osservano poco convinte della nostra decisione sotto un cielo che si è fatto decisamente grigio. Le osservo allontanarsi..ma sarà solo un arrivederci..promesso anche a voi. Seraccate enormi ne proteggono l’accesso ma la via di salita serpeggia evitandole. Grossi crepi cominciano a venirci incontro e prudentemente ci leghiamo. Entriamo in una fascia decisamente pericolosa e dobbiamo traversare diversi ponti che passano accanto o sopra le nere fauci. Un nare di ghiaccio in burrasca in cui navighiamo a vista seguendo la traccia preoccupati per oltre un ora poi alle 9.30 la pendenza ci porta al sicuro su un ampio e più tranquillizzante nevaio. Cominciamo a sfiorare l’inizio della parete del Lyskamm sopra di noi alla destra. Intanto il cielo si è un poco aperto e lo sguardo si apre sul cervino e sulla sfilata di quattromila del Vallese. Alle 10 il sole ci raggiunge e la traccia che seguiamo brilla sepeggiando fra le luccicanti nevi. Superiamo un altro grande crepo con ponte enorme che permette l’attraversamento e il sole è inghiottito di nuovo dalle nubi. Dalle nebbie emergono seracchi sospesi sulla parete del lyskamm e poi alle 10.45 torna il sereno e con un vero e proprio colpo di teatro si apre la vista sul bianchissimo Colle del Lys su sfondo azzurro alta quota e soprattutto sull’immenso scivolo settentrionale del Lyskamm…mamma mia quant’ è bella quella parete..qui ammiro e basta , non me la sento di far promesse! Il ghiacciaio è finito e una grande pista su nevaio sale verso il colle. Appaiono di tanto in tanto enormi seracchi che sembran costruiti da bambini giganti che non son potuti andare al mare a far castelli di sabbia. Un marcato cambio di pendenza manda un poco in crisi il lungo fil e allora mi diverto ad apostrofarlo come fa sempre lui sulle vie di roccia dove io mi danno a passare da secondo : alè cadavere! La nord del Lyskamm ora è dietro di noi in gran spolvero e la sua voce chiama come il coro delle sirene di Ulisse. Impossibile resisterle : fortuna che guardarla è gratis e non succede niente. Solo si vorrebbe esser là con ramponi picche e strizza. Un granseracco stile k2 sta a sx in direzione Dufour mentre di fronte vediamo la linea della via che transita vs Capanna Margherita anch’essa sovrastata da un seracco alto almeno 20 mt e che sembra inciso verticalmente a non disturbare le formichine umane che vi passano sotto. Come sono vicine ora la Punta Gnifetti e soprattutto la Parrot ma Filippo è irremovibile e mi consente solo un approccio fotografico. Alle 14 raggiungiamo i 4150 mt. del Colle del Lys proprio di fronte all’immacolata dorsale nevosa che sale vs la prima cima del Lyskamm per compierne la traversata. Mamma mia che richiamo irresistibile e la propongo a filippo per domani. Poi iniziamo a scendere e l’aria italiana non aiuta Filippo che appare proprio cotto. Il Lyskamm da sud dice poco e circumnavigando i crepi (veramente tanti!) scendiamo vs la Capanna Gnifetti (3600mt.) dove passeremo la notte in attesa di decidere il da farsi per l’indomani. Lì Filippo trova Nerinka una ragazza polacca con cui ha flirtato altre volte che è stato in zona. Del resto lui ogni persona che incontra la conosce, lui capace di vender ghiaccioli al Polo Nord. Che personaggio, che amico. A cena è stanco e non insisto col programma del domani confidando nel suo recupero notturno e nel bel tempo. La mattina quando sveglio Filippo c’è un tempo che mi fa venir da piangere ancora adesso. Zero vento, zero nuvole, zero freddo. Ma Fil non se la sente proprio di rischiare sui Lyskamm e capisco a malincuore che non c’è margine. Dopo colazione scivoliamo (io mesto) sulla traccia verso la funivia che ci riporterà ad Alagna. Filippo come al solito attacca bottone con un centauro e io mi indispettisco poi invece sono io che continuo il discorso e gli chiedo addirittura una foto quando salta fuori che è il nipote di Augusto Daolio. Niente da fare con Fil ne succedono sempre di tutti i colori.
Foto 1 incredibile Cervino Foto2 io fra i crepacci Foto 3 Lyskamm parete nord
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