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   Marmolada 3342 traversata sud nord, 22/07/2009
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Onicer  oscarrampica   
Regione  Veneto
Partenza  Malga ciapela  (1450 m)
Quota attacco  2900 m
Quota arrivo  3342 m
Dislivello della via  300 m
Difficoltà  F+ ( pendenza 30° / II in roccia )
Esposizione in salita Varia
Rifugio di appoggio  falier e capanna Penia
Attrezzatura consigliata  ramponi e set ferrata
Itinerari collegati  nessuno
Rischio valanghe  1 - Debole
Condizioni  Ottime
Valutazione itinerario  Eccezionale
Commento Due giorni dopo il burel propongo ad Armin il mio figlio maggiore (9 anni ) di andare a provare a salire un 3000 e optiamo per le Cime d’Ombretta a fianco della Marmolada. Il 22/7/09 saliamo in auto fino a Malga Ciapela(1450 mt.) punto di partenza della nostra escursione e anche della Funivia che sale ai 3309 mt. di Punta Rocca. Scegliamo questo suggestivo itinerario attraverso la Val Ombretta, una delle valli più belle del gruppo della Marmolada, con stupenda vista sulle possenti architetture della parete sud ovest della Marmolada. Da Malga Ciapela oltrepassiamo il camping "Malga Ciapela" e dopo un chilometro circa arriviamo ad un ponte chiuso da una sbarra. Qui lasciamo la macchina e ci si avviamo a piedi,alle 6.30 di un mattino radioso. Oltrepassato il ponte, prendiamo la larga mulattiera che sale sulla sinistra; inizialmente presenta una certa pendenza ma poi si fa più lieve e regolare. fotografo subito in un tratto di bosco aperto le calcaree bianche cime di ombretta che sono le nostre mete. Su per le scorciatoie assai ripide che incrociamo e poi per altri tratti più lentamente seguendo la sterrata che sale a larghi tornanti ai piedi del monte Fop (2550 m). Arrivati ad un bivio, dove sulla sinistra diparte il sentiero n.689 che porta in Val di Franzedas, andiamo a destra continuando sulla larga mulattiera che in poco tempo ci porta all'imbocco della Val Ombretta. Qui si può osservare la bella e stupenda valle aprirsi con sulla destra la stupenda parete sud della Marmolada e a sinistra le Pale del Monte Fop, chiusa sul fondo dal monte Ombrettola (2931 m), dal Sass Vernale (3058 m) e dalle Cime di Ombretta orientale (3011 m), dalle quali spicca la strana forma del Fungo d'Ombrella (2653 m) che sovrasta il Rifugio Falier. Volgendomi verso valle colgo l’attimo in cui la luce del sole inonda la valle e riempie di pulviscolo d’oro le cime facendole apparire in una luce pastello. Oltre il profilo triangolare e nitido del vicino Piz Guda appaiono in secondo piano le sfumate vette del Pelmo e dietro dell’Antelao. Uscaimo dal bosco, la mulattiera termina e siamo consegnati ai magnifici pascoli d’alta quota di Malga Ombretta (1904 m) dove si resta letteralmente ipnotizzati dalle lisce lastronate alte 900 m, della Marmolada di Ombretta e del Piz Seràuta.. E’ troppo bella la minuscola sagoma arancione di Armin che avanza nel verde brillante che riflette la luce dorata del sole. Per sfondo le casette della malga, le pareti argentee dei picchi sotto un cielo che più azzurro non si può. Sono le 7.30 e salutiamo il figlio del Berto da cui io salivo spesso da piccolo a prender puine, butiro e latte per la mia Zia Rosa: la somiglianza è notevole e ci accoglie felice dei ricordi del padre. Qualche anno dopo la demenza lo porterà ad accogliere malamente me e robi che cercavamo riparo nella stalla da un improvviso acquazzone. Proseguiamo sul sentiero in piano fiancheggiando il letto del Ru S'cialon e ammirando a sinistra il Monte Fop e a destra la parete sud della Marmolada circondati da decine di marmotte che fischiano i loro richiami d’allarme ma che non paiono seriamente spaventate dal nostro arrivo. Armin le fa correre a destra e sinistra, veloci a sparire nelle loro tane. Viaggiamo come in un sogno bagnati dalla luce incredibile di questa mattina e osservo la magnifica piramide del Sasso Vernale che chiude la bucolica valle che stiamo attraversando. La merlettata cresta della sud strapiomba sopra di noi alla nostra destra e le lavagne d’argento splendono ai nostri sguardi ammirati, immense ,rifulgenti, inesorabilmente vicine e lontane. La grande parete sud, che stiamo ammirando e che incombe su di noi, è lunga quasi 6 chilometri e alta sino a 900 metri! la sua via più semplice, la Tomasson-Bettega, “costringe” comunque ad arrampicare passi di V grado. Saliamo lungamente il Vallone di Ombretta e, cominciamo l’ascesa su ghiaione e roccette verso la sella ghiaiosa del Passo di Ombretta (m 2768), profonda sella detritica che separa il massiccio della Marmolada (a nord) da quello dell’Ombretta (a sud). La scia scura della traccia ci fa pensare che sarà dura nell’ultimo tratto molto franoso ma il puntino rosso del Bivacco Dal Bianco, nascosto dietro alcuni massi si fa sempre più vicino. Offre, in caso di mal tempo, 9 posti ed è gestito dal Cai di Caprile , una volta ci salii anch’io con Gregorio per la manutenzione. Siamo accolti da un grosso branco di camosci e camoscini che oziano tranquilli al sole caldo del mattino. Sono le 9.15, siamo saliti veramente veloci e ci fermiamo un poco a guardare le bestiole e gli incredibili polimorfismi delle rocce in questa zona di fusione di elementi differenti. Fra l’altro, siamo esattamente al confine con il Trentino. Scendendo dall’altra parte,raggiungeremmo il Contrin e più giù Canazei. Le cime d’Ombretta qualche centinaio di metri sopra di noi, sono vicine,troppo vicine e propongo ad Armin la pazza idea. Stai bene? andiamo in Marmolada? E’ presto, siamo alti ed è una giornata fantastica. Risponde ok il mio campione e ci mettiamo in moto verso la parete in direzione della Forcella Marmolada da dove parte la ferrata della cresta Ovest. Fotografiamo ed esploriamo un forte di guerra ottimamente conservato e dopo aver attraversato un pericoloso scivolo nevoso sul quale batto e incido profonde tacche concedo ad armin una pausa in vista dell’enorme profilo roccioso del GranVernel che è diviso dalla Marmolada dalla forcella che dobbiamo raggiungere. Alle 10.30 siamo alla sua base e resta solo da risalire il ripido canale d’accesso che è oggi ricoperto di neve per fortuna ben assestata. Faccio salire Armin coprendogli le spalle e quando arriviamo in forcella fortuna vuole che arrivino dal ghiacciaio dei signori a cui, non avendolo , chiedo in prestito un moschettone per poter agganciarlo tramite i cordini che ho nel mio zaino,al cavo metallico. mettiamo gli imbraghi e alle 11 partiamo dai 2900 metri di Forcella Marmolada per affrontare l’attrezzata Cresta ovest, battuta da un vento fortissimo per fortuna non freddo ma che ci fa indossare maniche lunghe sopra le magliettine. Si parte con una serie di passaggi su cavo che percorrono placche "appoggiate", uscendone ben presto su fondo detritico dove una traccia di sentiero conduce ad un lungo costone roccioso, mentre alle nostre spalle incombono imponenti il Piccolo e Grande Vernel. Poi una serie di staffe dove la roccia diventa più levigata . Alcuni brevi passaggi su facili roccette interrompono solo temporaneamente la presenza delle molteplici staffe e raggiungiamo un comodo pulpito con sguardo al panorama che spazia sui principali Gruppi Dolomitici nonchè sul sottostante lago di Fedaia . Da qui la via si sviluppa molto più in cresta e dopo aver camminato praticamente sempre sul versante Nord la visuale ora si apre finalmente anche verso Sud in particolare sulla sottostante Val Contrin ; si procede fondamentalmente lungo un sentiero attrezzato di cresta incontrando solo qualche innocue roccette , non ci sono passaggi particolari degni di nota e si prosegue quasi orizzontalmente su fondo parzialmente detritico in direzione del nevaio sommitale che raggiungiamo alle 12.15. ormai sentiamo odor di cima e abbiamo le ali ai piedi e corriamo quasi nella neve verso la croce che ci aspetta a sigillar la fine delle nostre fatiche ( 3342 mt, h 12.30). Dalla vetta panorama a 360° sulle principali cime Dolomitiche ad iniziare dalla vicina Punta Rocca , per continuare con Piz Boè , gruppo del Sassolungo , e molte altre, nascosta dalle nubi. La faccia di Armin è l’emblema della felicità con un abbigliamento da trekking così piccolo in mezzo a tanti adulti di tutto punto bardati. facciamo tante foto a ricordo della cima più alta delle Dolomiti, nuovo record di quota del mio cucciolo,forte come un leone. Ci sediamo su un tavolo della Capanna a mangiare qualcosa e a rilassarci un poco in vista della lunga discesa sull’altro versante. Alle 13.30 legato Armin a me in vita, iniziamo a scendere lungo il nevaio della Schena de Mul. La neve scaldata dal sole è molle e scendiamo senza problemi anche senza i ramponi per tutta la prima parte della cresta fino ad andare a prendere la dorsale rocciosa. Quest’ultima(via normale di salita) scende per 150mt con facili passaggi di I° grado direttamente sul ghiacciaio sottostante. Dieci minuti di salti nella neve in cresta e dieci minuti di saltelli fra le roccette e dopo 20 minuti di pazza discesa tenendo armin al “guinzaglio”, siamo già sul ghiacciaio che per fortuna oggi è solo un nevaio la cui pista tracciata dalle molte salite appare evidente e sicura. armin scende praticamente correndo davanti a me e io lo tengo a freno con la corda; ogni tanto scivola e ci facciamo delle risate, ma così facendo scendiamo velocissimi e passando a fianco di qualche residuo crepo alle 14.15 mettiamo piede sulle rocce del Pian dei Fiacconi a 1600 mt di quota, terminando così l’attraversamento di tutta la Marmolada da sud a Nord. Armin non sta nella pelle e lo fotografo con la montagna che fa bella mostra di sé alle sue spalle. Ci riposiamo un poco al pallido sole di giornata e poi gli concedo chiaramente il premio di scendere con la cabinovia fino al Passo di Fedaia dove fotografiamo il Civetta oltre il lago, ritornato ad essere più alto di noi. Ora dobbiamo fare autostop per scendere a Malga ciapela e ci riusciamo subito. Poi faccio attendere Armin, mentre io mi rifaccio di corsa il paio di kilometri che mi dividono dalla nostra auto. Che giornata!
Foto 1 armin e la cresta ovest Foto 2 noi in cima Foto 3 armin e la Marmolada
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