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   Aiguille de Tre la Tete, 12/07/2020
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Onicer  Alpe   
Regione  Valle d'Aosta
Partenza  Val Veny  (1550 m)
Quota attacco  3050 m
Quota arrivo  3985 m
Dislivello della via  2400 m
Difficoltà  AD- ( pendenza 50° )
Esposizione in salita Est
Rifugio di appoggio  Bivacco Rainetto
Attrezzatura consigliata  Viti da ghiaccio, doppia picozza tecnica, corda 50 m
Itinerari collegati  nessuno
Rischio valanghe  1 - Debole
Condizioni  Buone
Valutazione itinerario  Eccezionale
Commento Le Aiguilles del Tre la Tete sono una corona di 4 cime poste ai confini occidentali del gruppo del Monte Bianco a cavallo tra Italia e Francia.
La cima est di 3895 m è caratterizzata da un'estetica calotta di neve e ghiaccio che incappuccia la vetta. Si parte dalla val Veny a 1550 m senza scorciatoie. L’incanto di questa valle è una realtà. Il bello di salire di quota a piedi è che sei protagonista dei paesaggi che mutano. La verde vallata, i torrenti che scendono tra le rocce, i nevai, ed infine lo scrigno glaciale del versante ovest del Monte Bianco che ruba la scena. Il Bivacco Rainetto sorge in posizione panoramica a picco sulla val Veny. La valle ha da qui una prospettiva del tutto nuova. Ci fanno compagnia un paio di stambecchi e qualche alpinista il resto è silenzio e contemplazione.
Sono con Giovanni, compagno di tante scorribande alpine. La salita al Bivacco Rainetto è una rampa micidiale. Dal Combal non molla un attimo sino al bivacco. Noi siamo saliti di buon passo impiegando poco meno di 3,30 ore. Il Bivacco, classico a botte, ha 9 posti con coperte. E’ stato risistemato nel 2019 e si trova in buono stato. Ha materassi e coperte. L’acqua di nevaio era presente.
Siamo partiti dal Bivacco la mattina alle 4.15, risalendo agevolmente e senza nessun pericolo i pendii glaciali sino al colle sotto le roccette di vetta. Da qui ci si cala nel sottostante Ghiacciaio del Petit Mont Blanc tramite sfasciumi ed una corda fissa. Facendo attenzione ai crepacci si attraversa il ghiacciaio sino a rimontare in cresta dove belle ed estetiche ondulazioni conducono al ripido e candido dorso nevoso che punta alla vetta. Siamo soli, la neve è perfettamente rigelata e la progressione veloce e sicura. Siamo in piena esposizione est e le luci dell’alba ci inondano. Il mastodontico versante ovest del Monte Bianco è davanti a noi, ci svela i suoi segreti e ne comprendiamo l’ossatura.
Improvvisamente la bella neve ramponabile lascia posto ad una corazza ghiacciata proprio nel punto più ripido e ci ricorda che questa non è una cima per principianti. Procediamo con due tiri di corda su viti da ghiaccio ed in breve sbuchiamo in cresta. Le due cordate che ci seguivano rinunciano e ci troviamo soli in vetta! La discesa, sarà più delicata della salita ma in breve siamo fuori dalle difficoltà. Ora sono solo 2400 m di discesa, paesaggi che cambiano, prospettive che mutano, sogni che si realizzano e ricordi che rimangono.

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