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   caoanna margherita 4554 nel 2000, 28/06/2006
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Onicer  oscarrampica   
Regione  Valle d'Aosta
Partenza  Passo dei Salati  (3000 m)
Quota attacco  3700 m
Quota arrivo  4554 m
Dislivello della via  800 m
Difficoltà  F+ ( pendenza 40° / I in roccia )
Esposizione in salita Varia
Rifugio di appoggio  capanna margherita
Attrezzatura consigliata  ramponi corda e piccozza
Itinerari collegati  nessuno
Rischio valanghe  1 - Debole
Condizioni  Buone
Valutazione itinerario  Ottimo
Commento L’estate del 2000 sarà quella del Monte Rosa. Il fascino dell’alta quota irrompe nel mio alpinismo e il modo più facile per sperimentarla è quello di iniziare nel massiccio valdostano. Agli inzi di giugno in compagnia di Roberto Gramignoli( non un alpinista, ma un ragazzo simpatico,abbastanza matto e dal carattere avventuroso) partiamo verso il Monte Rosa(generico) senza obiettivi troppo precisi. Si va a vedere. Arriviamo a Staffal a1826 m lle 13 del pomeriggio dopo un viaggio passato a ridere del nostro tentativo semi serio. Iniziamo la salita in un pomeriggio lattiginoso e senza luce immediatamente preoccupati dall’enorme quantità di neve che troviamo a quote già così basse. Dopo 1.30 h arriviamo al Rif.Gabiet a quota 2350. Piccola pausa e poi riprendiamo a salire vs il Passo dei Salati seguendo l’ampia strada molto innevata. Aggiriamo il Corno del Camoscio che divide il Passo dei Salati 2936m dal Col d'Olen 2881m. Finalmente si vede il passo che raggiungiamo alle 17.30, in corrispondenza di una statua bronzea di uno stambecco e alla destra della stazione di arrivo della funivia che sale dal Gabiet. Passiamo diverso tempo a ridere e far foto ingroppati al quadrupede. Del resto è tardi e dovremo ormai cercare un posto dove passare la notte fra i numerosi edifici che deturpano questi ambienti.
L'ambiente in realtà è abbastanza spoglio. Poco oltre la statua dello stambecco un segnale in legno indica la direzione da seguire per lo storico Albergo Guglielmina, distrutto da un incendio, e successivamente il Rifugio Città di Vigevano, 2864m " . Nei pressi c’è anche l'Istituto di Fisiologia Umana d'Alta Quota. Non abbiamo che l’imbarazzo della scelta e quando adocchiamo una finestra lasciata aperta al piano superiore del Guglielmina , ci guardiamo negli occhi e capiamo che quella sarà la prima arrampicata della nostra avventura. L’edificio è fatiscente e chiaramente abbandonato ma intanto dentro saremo ben riparati. Aiutandoci con qualche stratagemma riusciamo a varcare la soglia e penetrare all’interno,felici e festeggianti perchè sicuri di non dover dormire all’aperto. Ma le sorprese non finiscono qui perché il bar è quasi completamente attrezzato di ogni liquore alpino che si rispetti e fra le varie stanze che troviamo aperte ve ne è anche una con funzioni di deposito in cui troviamo ogni ben di dio, dalle magliette gadget a riserve di cibo varie. Comincia la festa che si protrarrà fino a notte fonda quando completamente ubriachi e incapaci di trangugiare altro cibo ci sbattiamo su dei vecchi materassi a dormire sfidando a paroloni e proclami il Monte Rosa che assalteremo l’indomani. Al mattino ci alzano forti rumori e quando guardiamo fuori dalla finestra vedendo al Rif. Vigevano un uomo che batte, capiamo che è meglio andarsene finchè siamo in tempo. Osservando di non esser visti ci gettiamo dalla finestra e finiamo quasi irrimediabilmente piantati nella neve. Sarebbe una scena da ridere a crepapelle se non fosse che dobbiamo svignarcela alla chetichella. Dopo un poco usciamo dalla nostra prigione di neve, è tutto coperto, tira vento misto a nevischio: condizioni ideali per la rinuncia. Barcollanti per la bonza serale prendiamo la via del ritorno: in discesa tutti i santi aiutano e a mezzogiorno ,tre ore e mezzo dopo la nostra fuga, siamo nuovamente a Staffal.

Quasi un mese dopo, l’1 di luglio siamo nuovamente a Staffal,dopo viaggio notturno dalla piana padana ,con mio fratello e stavolta facciamo sul serio. Gli impianti di risalita sono aperti e saliamo così direttamente al Passo dei Salati, che lasciamo alle 9 per salire in direzione della Capanna Gnifetti. Per un buon sentiero su macereto, superando alcune balze, saliamo verso lo Stolemberg, 3202m. A un centinaio di metri dalla vetta, piegando a sinistra sul versante valdostano e attraversando un tratto scivoloso (rocce serpentinose), si scende al Colle Superiore delle Pisse, 3112m (ore 0.30), con qualche tratto attrezzato con corde fisse. Il sentiero sale in cresta e porta al Colletto dell'Acqua, 3200m circa, da dove con un breve strappo si raggiunge la vecchia stazione di Punta Indren, 3254m (ore 0.30). Da qui l'itinerario diventa alpinistico, e occorre calzare i ramponi per attraversare il dirupato Ghiacciaio di Indren (crepacci), superare il bordo roccioso delle Roccette Casati, tratto attrezzato da scale e grossi cavi, salire il Ghiacciaio del Garstelet e raggiungere la Capanna Giovanni Gnifetti, 3647m), affiancata dalla chiesetta della Madonna dei Ghiacciai, situata su uno spuntone di roccia. Sono le 11.15 e abbiamo tutta la giornata per rilassarci, visionare la linea di partenza e prepararci al salto in alto più in quota della nostra carriera alpinistica.

Alle 5 suona la nostra sveglia e dopo rapida colazione alle 5.30 usciamo nell’aria gelida del mattino buio che si concederà a breve alla luce dl nuovo giorno. Dal Rifugio scendiamo al sentiero sul ghiacciaio e risaliamo la traccia a sinistra sotto le rocce , in zona pianeggiante e crepacciata. Risaliamo il pianoro fino ad un largo crepaccio superabile su ponte di neve e svoltiamo a sinistra. Risaliiamo ora il pendio più ripido e per zone di larghi crepacci, con traccia a zig-zag, passiamo sotto la seraccata della Piramide Vincent e per lungo pendio fino ad un altro tratto in falsopiano quasi accanto al Naso del Lyskamm posto a sinistra.Continuando la salita, sempre puntando al centro dell´ampio colle del Lys, superiamo alcuni crepacci un po´ più larghi in corrispondenza di altrettanti cambi di pendenza per giungere nell´ultimo tratto in falsopiano passando accanto al Balmerhorn a destra, con la statua del Cristo delle vette sotto al quale è posto il piccolo bivacco. Arriviamo ai 4248 mt.l Colle del Lys alle 7 di un mattino radioso e in ottima forma,salendo veramente rapidi. Di taglio a sinistra fantastica visione sui Lyskamm . Ben visibile ed impressionante verso NW la lunga discesa sul ghiacciaio dei Lyskamm verso la Svizzera. Discendendo brevemente, la traccia effettua un lungo traverso a mezzacosta sostanzialmente pianeggiante appena sotto alcune piccole seraccate della base della punta Parrot in un tratto un poco più ripido del facile ghiacciaio. Si giunge così linearmente sotto il Colle Gnifetti e la Capanna Margherita. Aumentando d´inclinazione la traccia sale decisa verso il colle. Siamo investiti da un vento fortissimo che toglie il fiato e accentua i problemi di respirazione. Alcune folate ci fanno perdere l’equilibrio e i tornanti che dobbiamo seguire per diminuire la pendenza ascendente, ci mettono a dura prova. Walter sta meglio e comincia come al solito a prendermi in giro perché frequentemente ho bisogno di chinarmi su me stesso per riprendere fiato e ripararmi dalle botte di vento. Sono quasi sfinito ma ormai la Capanna Margherita diventa sempre più vicina e completamente sfatti (io di più) per la lotta contro Eolo, arriviamo alle 9.30. Costringo mio fratello a farmi una foto ,ne scatto una vs i Liskamm e il Cervino e poi lo seguo all’interno perché fuori è veramente difficile stare nonostante la giornata sia splendida. Mezz’ora dopo nonostante l’idea di uscire non ci attragga( la capanna è letteralmente presa a pugni dal vento) e non vedendo alpinisti volare nei dintorni decidiamo di provare ad uscire anche perché ci sembra di sentire la mancanza dell’ossigeno. Scendiamo a razzo spinti dal vento e tre quarti d’ora dopo siamo già al colle e alle 11.30 alla Gnifetti dove ci fermiamo per un meritato pranzetto e a festeggiare con birre il nostro riuscito battesimo dell’alta quota. Un ora dopo ripartiamo e alle 13.15 siamo a Punta Indren e alle 14 al Passo dei salati dove aspettiamo di ridiscendere a valle. Ci sentiamo alpinisti,soprattutto contenti oltre che per la quota raggiunta, soprattutto per l’assenza di problemi riscontrati ed aver ottenuto così il passaporto per l’alta montagna. WOW..il futuro ci attende.
Foto 1 io sullo stambecco Foto 2 io su Punta Gnifetti Foto 3 dalla cima vs Lyskamm e Cervino
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