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   Aiguille d'Entreves, 29/09/2019
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Onicer  giasti03   
Regione  Valle d'Aosta
Partenza  Punta Helbronner  (3385 m)
Quota attacco  3517 m
Quota arrivo  3604 m
Dislivello della via  350 m
Difficoltà  AD- ( pendenza 45° / V- in roccia )
Esposizione in salita Varia
Rifugio di appoggio  Torino - bivacco CAAI della Fourche
Attrezzatura consigliata  nda, corda da 60m, serie friend per la parte in roccia, due viti, picca e ramponi per la parte a/r su ghiacciaio
Itinerari collegati  nessuno
Rischio valanghe  1 - Debole
Condizioni  Ottime
Valutazione itinerario  Ottimo
Commento La voglia di pestare neve ha il sopravvento, inizio a pensare dove andare e il Bianco è un richiamo troppo forte, le giornate si sono accorciate e la disponibilità di un solo giorno impone un mordi e fuggi, mi viene in mente la cresta d'Entreves, tiro fuori Bianco Plaisir di Romelli e trovo l'orecchia delle To Do, ecco "può essere percorsa in giornata....è simile alla cresta dei Cosmiques all'Aiguille du Midi", è perfetta.
Giro di inviti ma tutti hanno impegni, meno Beppe il torinese, dopo la Ronde di giugno è un tornare insieme sul luogo del delitto, la cresta lo intriga, è roba più per lui.
Solito puntello a Ivrea e su dritti alla funivia, dove prendiamo la prima.
Appena esco da punta Helbronner, l'aria del Bianco mi sembra più buona, dolce, è il posto migliore dove ci si possa trovare.
Siamo talmente carichi e la neve è talmente buona che ci facciamo tutto l'avvicinamento fino al colle d'Entrevers, senza ramponi e senza legarci, crepi e ponti compresi, alla faccia di quelli veloci con le manovre di corda che seguono i dettami del CAI.
All'attacco mettiamo via la picca e ci leghiamo corti, alè che si inizia a giocare, alcune guide col cliente salgono ramponati, ma la via è totalmente pulita, i ramponi non li metteremo mai se non nell'ultima doppia che deposita sul ghiacciaio.
Granito bellissimo, non si muove niente, caldo sotto le mani, mai difficile, solo la discesa all'intaglio per un diedro appoggiato è un pò delicata ed (molto) esposta, III°, (aggirabile sul lato solio della cresta), subito dopo cè un passo di III+ fisico dove si deve salire in opposizione con i piedi ma cè tanta roba per le mani. Da qui si vede giù il terrazzino sotto il passo chiave (il mio libro dice 5b/A0, altre relaz IV, a me sembra un V-), vedo una guida tirare su la cliente mentre un'altro da sotto la spinge su per i ramponi, scena divertentissima, insomma proprio plaisir sta cresta.
Un pò di coda e Beppe parte in libera, movimento ed è su, alè, andata, siamo sulla vetta bifida e tre francesi ci fanno la foto.
Scendo pochi metri e si trova un primo spit con anello, si fanno tre doppie da 30m(alternativa: possibile una doppia da 60 su lato che guarda Helbronner, e ripercorrendo a ritroso in basso, sotto la cresta, si arriva all'attacco), consigliabili in quanto le roccette sono coperte di neve depositata nei giorni scorsi e si arriva al tratto semi pianeggiante, restando sul filo della cresta con alcuni passaggi esposti si prosegue fino al suo ternine, si prosegue a sinistra (faccia a valle), trovando un anello per l'ultima calata (30m precisa) che deposita poco sopra la terminale.
Si attraversa la prima terminale su un ponte delicato e si scende su ghiaccio vivo pochi metri, una coppia di francesi stà facendo un abalakov per superare il salto della seconda terminale, scendo a vedere comè, si scala tranquillamente. Nonostante le parolacce di Beppe che vorrebbe calarsi, siamo giù insieme alla francese che ride per i francesismi di Beppe.
Da qui rientro per il traccione di andata, ci aspetta la birra a La Palud.
Ottimo giro, ottima roccia, ottima compagnia, insomma il bianco è sempre il top.
foto1 la noir e la peuterey
foto 2 cima
foto 3 discesa
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