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   Pizzo Bernina, Cresta N, Biancograt, 11/08/2019
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Onicer  Beps65   
Regione  Svizzera
Partenza  Pontresina  (1774 m)
Quota attacco  3430 m
Quota arrivo  4049 m
Dislivello della via  1500 m
Difficoltà  D- ( pendenza 40° / IV in roccia )
Esposizione in salita Nord
Rifugio di appoggio  Capanna Tschierva
Attrezzatura consigliata  corda da 60, piccozza, ramponi, casco, 4 o 5 rinvii, un paio di viti da ghiaccio e un paio di friend misura media.. Per le condizioni da noi trovate: 8 viti da ghiaccio, picca tecnica è meglio..
Itinerari collegati  Pizzo Bernina (4049m), Cresta N, Biancograt
Rischio valanghe  1 - Debole
Condizioni  Accettabili
Valutazione itinerario  Eccezionale
Commento Sono trascorsi tanti anni da quando in un rifugio Svizzero vidi un opuscolo, ritraeva due alpinisti che stavano salendo in cima, una foto bellissima, la didascalia riportava: "Piz Bernina, Biancograt.  Una delle più belle creste delle Alpi." Le condizioni da noi trovate non sono state delle migliori, il ghiaccio ed un vento fortissimo verso la vetta della cima Bianca non ci ha permesso la classica salita "tranquilla". Il vento ci ha "tenuto" compagnia per il resto dell'intera traversata, a tratti con nebbie talmente fitte da non vedere il rifugio Marco e Rosa a meno di 100 metri, (provvidenziale il suono della sirena che il rifugista ha attivato, indicandoci la via)... Tre giorni vissuti con un intensità difficile da spiegare a parole....Sabato 10 agosto con tutta calma ci avviamo verso la chiamanna Tschierva percorrendo la lunghissima val Roseg, il rifugio è una costruzione moderna e molto accogliente, portate acqua se non volete farvi svenare. La vista che si gode sulla Biancograt è notevole. Domenica mattina, colazione alle 3, solo tre cordate oltre a noi dirette verso il Bernina, il sentiero di salita grazie ai bolli e numerosi catarifrangenti, permette una salita agevole anche al buio, gli ultimi 150 metri sono su sfasciumi, attenzione ai numerosi sassi mobili, siamo alla fuorcla Prievlusa 3430m, sorge il sole, le nuvole ai nostri piedi. Su ottima roccia iniziamo la traversata in cresta, spit e soste attrezzate dove servono, fino ad un anello di calata che ci deposita sul ghiacciaio sottostante, un altro tratto di rocce e siamo alla base della cresta innevata del pizzo Bianco. La neve inizialmente è buona e ben gradinata, ma dopo neppure 50 metri, inizia il ghiaccio, si alza il vento forte, man mano che saliamo sempre più ghiaccio e vento, ora siamo nelle nebbie, con un ultimo sforzo finalmente raggiungiamo la cima Bianca. Dopo esserci vestiti bene e mangiato qualcosa, ripartiamo su rocca , nel tratto tra cima Bianca e il pizzo Bernina, passaggi bellissimi e roccia sempre buona, anelli e spit quando servono, faremo altre due calate, una da 15 e l'altra da 10m in poco guadagnamo la vetta. È il primo momento in cui possiamo rilassarci un poco, 15 minuti e siamo di nuovo in viaggio, la discesa dalla via normale è molto più facile, sono però le nebbie a darci noia, infatti una volta scesi sul ghiacciaio sottostante, riusciamo a malapena a trovare un esile traccia, che perderemo poco dopo per colpa del ghiaccio vivo. La quota è giusta, eppure del Marco e Rosa nulla, telefoniamo al rifugio, il quale grazie alla sirena, ci indica la direzione da seguire, in poco lo raggiungiamo. Il lunedì è dedicato alla traversata dei Piz Palù, ma già a cena le guide Engadinesi, ci dicono che la finestra di bel tempo non darà nessun margine di sicurezza, infatti sono previsti fortissimi temporali già dalle 11 del mattino, fino a qui il meteo non ci ha molto azzeccato, oggi doveva essere bello almeno fino alle 19 e invece! Oltretutto siamo nel mezzo di un violento temporale, che continuerà fino al mattino, sono le 5, scendiamo per la colazione, fuori ancora tuoni e fulmini, vento a non parlarne, ci consultano ancora con le guide, alle 6 portando giù comunque i clienti, sarà l'unico momento della giornata dove è prevista una piccola finestra. Ci accodiamo veloci, nuvole minacciose e vento, da lontano però si vede il rosso dell'alba, pian piano il cielo si libera e ci permette di passare la zona più crepacciata velocemente, dalla tempesta di poco prima, ad un alba meravigliosa. Raggiungiamo le rocce della fortezza, il vento non ci lascia un attimo, ma per ora c'è il sole, veloci scendiamo, facendo qualche doppia e disarrampicando, qui sono presenti numerosi bolli e frecce, attraversiamo il ghiacciaio sottostante fino a toccare di nuovo le rocce de l'isla persa, togliamo i ramponi e un po' d'abbigliamento pesante, ora i numerosi ometti ci conducono al sottostante ghiacciaio del Morteratsch poi la morena, la stradina e finalmente raggiungiamo la stazione ferroviaria, inizia a piovere ma ormai è fatta, siamo al sicuro con la Biancograt "nostra"... Sono stati tre giorni molto intensi, soprattutto gli ultimi due, senza mai un attimo di tregua dovuti soprattutto al forte vento ed alle nebbie, previsioni diverse da quelle previste, il ghiaccio sulla cresta di cima Bianca non ha, permesso la classica "pascolata" ed una picca tecnica a tratti anche due sarebbero state meglio. Ringrazio i miei compagni che sono stati tutti abili ed efficienti, la presenza di Roberto sul tratto cima Bianca ha fatto una forte differenza, accelerando l'ascensione in sicurezza e un forte aiuto psicologico che sul difficile vuol dire tantissimo. Ci fosse stato il meteo previsto ce la saremmo sicuramente goduta di più, ma la montagna si sa, non è un pacchetto d'agenzia, altrimenti andremmo a Rimini (Cit. Rifugista Marco e Rosa).
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