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   ADAMELLO - Terzulli (salita), ghiacciaio Pian di Neve e Mandrone (discesa) + rientro Sentiero dei Fiori, 31/07/2018
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Onicer  maurizio1972   
Regione  Lombardia
Partenza  Ponte del Guat  (1528 m)
Quota attacco  2900 m
Quota arrivo  3539 m
Dislivello della via  639 m
Difficoltà  PD ( pendenza 35° / II in roccia )
Esposizione in salita Varia
Rifugio di appoggio  Gnutti, Mandron-città di Trento
Attrezzatura consigliata  Normale da alpinismo + set da ferrata e equipaggiamento per uscita di 3 giorni
Itinerari collegati  nessuno
Rischio valanghe  1 - Debole
Condizioni  Buone
Valutazione itinerario  Eccezionale
Commento 1° giorno – Ponte del Guat (1528mt) Rif. Gnutti (2166mt) : + 638mt
2° giorno – Rif. Gnutti (2166mt), Monte Adamello (3539mt) per la via Terzulli, Rifugio Mandron Città di Trento (2449mt) lungo il Pian di Neve e la Vedretta di Mandrone: +1373mt -1090mt
3° giorno – Rifugio Mandron (2449mt), Corno di Lagoscuro (3166mt), Sentiero dei Fiori, Passo Paradiso (2573mt), Passo del Tonale (1882mt) : +720mt -593mt
Con il socio Daniele decidiamo di toccare il cuore di ghiaccio delle Alpi… Gli zaini sono molto pesanti in considerazione della traversata da compiere e dei tre giorni da trascorrere in quota.
Saliamo da Ponte del Guat (1528mt) al Rifugio Gnutti (2166mt) lungo le scale Miller con una cappa di umidità insopportabile e ovviamente a 10 minuti dal rifugio si scatena un bel temporale con grandinata che ci lava totalmente… I temporali di calore pomeridiani saranno una costante che si paleserà ogni giorno intorno alle 16.00 circa. L’indomani si uniscono a noi Guido e Mario conosciuti in Rifugio. Alle 4.45 partiamo con le frontali lungo un sentiero che sale alla sx (salendo) della Val Miller. Si raggiunge il pantano Miller (2430mt) e ci si approssima lentamente alle pareti soprastanti lungo un tortuoso sentiero, prima su detriti e ghiaie, poi su gande. Un nevaio annuncia l’inizio della via a circa 2900mt, contrassegnata da un grande bollo circolare. La via è in realtà un sentiero attrezzato facile che può diventare insidioso se bagnato o ghiacciato. Superando spigoli e cenge si traversa verso il Passo dell’Adamello (3240mt) ben visibile anche dallo Gnutti per la colata glaciale che si protende verso la Val Miller. La cima è ora visibile a sx e la si raggiunge con breve traversata sul pian di Neve per poi attaccare la facile cresta sud-ovest. Finalmente alle 10.35 siamo in cima. Il panorama è eccezionale, ma già in lontananza si formano i primi cumuli da forte evaporazione. Salutiamo Guido e Mario che ritornano per la stessa via e scendiamo lungo la più impegnativa cresta Nord-Est. Un corda malmessa aiuta in alcuni tratti, in realtà è più sicuro disarrampicare. Data la verticalità del percorso in breve siamo sul pian di Neve dove ci leghiamo e ramponiamo. Le tracce durano poco e quindi dobbiamo costruirci una nostra via di discesa. L’unica presenza è una coppia che va in direzione passo Venezia. Già sul Pian di neve troviamo alcuni crepacci seminascosti, soprattutto in corrispondenza del salto di pendenza che caratterizza l’aggiramento del Corno Bianco lungo la sua fiancata. Qui il ghiacciaio degrada verso la vedretta del Mandrone generando dei bei crepacci. Un bel colatoio nevoso decisamente ripido ci fornisce una sicura e diretta discesa. Un piano acquitrinoso ci accompagna nel traverso diagonale verso le cime dei Dosson e successivamente la cresta Croce. Anche questa zona, che dovrebbe essere più sicura, presenta profondi crepacci e nuove linee pronte ad aprirsi. Giungiamo in vista del soprastante rifugio delle Lobbie (Caduti dell’Adamello) e qui decidiamo di traversare nuovamente il ghiacciaio verso sx (direzione di discesa). Preciso che paletti e tracce non ne abbiamo trovate, segno che piogge in quota e forte irraggiamento diurno, incidono giornalmente nel cancellare le tracce umane; lo stesso Pian di Neve è sempre meno nevoso. L’ultima difficoltà, con il cielo ormai nero verso la Val Genova, è la discesa ripida del fronte della vedretta di Mandrone. La sua parte centrale è veramente impressionante per come è crepacciata. Decidiamo di rimanere sulla sx e troviamo un provvidenziale scivolo di neve. La prima sezione è adrenalinica per la pendenza e perchè termina in una profonda crepa; aggirata questa, la pendenza diminuisce, ma la neve lascia il posto al ghiaccio vivo. Con sollievo arriviamo alla base e usciamo dalle difficoltà. Sempre rimanendo a sx giungiamo alle sabbie moreniche e al lago di fusione glaciale. Iniziano le rocce montonate e a seguire una traccia di sentiero; in lontananza si vede il Rifugio Mandron (Città di Trento). Intanto il temporale è già sulla Vedretta della Lobbia, ma Giove pluvio decide di graziarci fino all’arrivo in rifugio. La mattina seguente ci portiamo ripidamente verso il passo di Lagoscuro (2960mt) dove inizia il Sentiero dei Fiori (che percorreremo in senso inverso rispetto a quello usuale). Transitiamo presso il Bivacco “Amici della montagna” e in breve il Corno di Lagoscuro (3166mt), punto più alto del sentiero dei fiori. Tra cenge e ponti sospesi estremamente panoramici si giunge senza particolari problemi a passo castellaccio (2963mt). Pur essendo mercoledì la coda su questo pubblicizzato sentiero è inevitabile, soprattutto se la si percorre in senso “inverso”. Con disagevole sentiero si scende rapidamente verso il passo Paradiso (2585mt), dove si trova la stazione della funivia per scendere al Tonale e recuperare la seconda macchina. Giro bellissimo, alpinisticamente facile, ma da non sottovalutare per gli aumentati rischi dati dal ritiro glaciale. Il Piano di neve ha sempre meno le caratteristiche definite dal nome, in alcune zone è un vero e proprio acquitrino, in altre presenta evidenti crepi.
Foto 1 – La prima sezione della Terzulli
Foto 2 – Vetta
Foto 3 – Caratteristico ponte sospeso del Sentiero dei Fiori
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