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PIZZO CASSANDRA, 22/07/2018 | Tweet | Inserisci report |
Onicer | maurizio1972 |
Regione | Lombardia |
Partenza | Chiareggio (1612 m) |
Quota attacco | 2250 m |
Quota arrivo | 3226 m |
Dislivello della via | 975 m |
Difficoltà | PD ( pendenza 35° / II in roccia ) |
Esposizione in salita | Nord |
Rifugio di appoggio | Rif. Gerli-Porro |
Attrezzatura consigliata | Normale da alpinismo classico |
Itinerari collegati | nessuno |
Rischio valanghe | 1 - Debole |
Condizioni | Discrete |
Valutazione itinerario | Ottimo |
Commento | Bella trasferta Malenca col socio Daniele. Sveglia alle 2.45, ma a causa di lavori notturni in tangenziale arriviamo a Chiareggio tardi e imbocchiamo il sentiero per il rifugio Porro poco prima delle 7. La giornata è perfetta e gli 8 gradi ci fanno dimenticare la pesantezza degli zaini. Sosta caffè e due chiacchere con il rifugista del Gerli-Porro. Poi risalita della Val Ventina lungo il sentiero glaceologico. Gli ultimi larici lasciano il posto alla morena glaciale e ad una zona di gande e poi detriti incastrati in un ghiaccio sempre più in sofferenza. Il sole non ha ancora fatto il suo ingresso e sembra di stare in un freezer. Ci leghiamo e ramponiamo, perché fino ad una settimana fa le condizioni erano ottime, adesso inizia ad affiorare ghiaccio, ma soprattutto si aprono crepi e i ponti di neve non danno molto affidamento. Quindi dovendo interpretare il terreno, pur considerando le relazioni, decidiamo di tracciare a vista. Partiamo come da relazioni a sx, per poi spostarci al centro in corrispondenza della prima ripida balza. Qui troviamo il punto più infido: il sole qui ha invaso la conca già di prima mattina e la neve non ci convince. Tiriamo dritto per dritto al centro del ghiacciaio, seguendo con cautela il ghiaccio affiorante. Questa operazione ci porta via un bel po' di tempo; inoltre poco oltre la balza iniziamo a compiere dei traversi zigzagando perché qui il ghiacciaio è decisamente tormentato da larghe fessure. L’ultima sezione del ghiacciaio fortunatamente non presenta alcun problema: la crepaccia terminale è ben chiusa e la neve ci accompagna direttamente al passo di Cassandra. Dopo una sosta prendiamo la cresta a sx (la dx va al Disgrazia) e partiamo subito male. Mi infilo sulla destra su una placca che adduce ad un canalino; da relazioni si dovrebbe incontrare un tratto impegnativo, ma non così… Scendiamo e riprendiamo la retta via e il passo chiave ci sembra in confronto molto più semplice. Tra roccette e tracce di sentiero arriviamo sotto l’anticima dove inizia qualche breve ma rognoso traverso nevoso. Anche senza ramponi questi tratti si superano bene con picca alla mano. L’ultimo pezzo è costituito da una facile cornice di neve portante che collega anticima alla cima vera e propria. Sono le 13.30, è tardi, quindi praticamente non mangiamo, facciamo qualche foto e iniziamo la discesa. Ritornati senza difficoltà al passo ci riattrezziamo in cordata. La discesa sarà peggio della salita: una difficile interpretazione dei colori, della forma e della consistenza della neve e del ghiaccio. Il ghiacciaio ci ha presentato il conto nel pomeriggio aprendo piccole e grandi bocche, ma soprattutto mascherando deboli ponti di neve. Quando i crepacci saranno ben aperti probabilmente sarà meglio, anche se da non sottovalutare. Oggi, anche salendo e con il ghiacciaio in ombra, abbiamo tribolato in un labirinto di crepi. Abbiamo visto un distacco da un seracco del Disgrazia e qualche sasso rotolare sul ghiaccio, abbiamo dovuto “inventare” e tracciare la salita, sentivamo il lamento del ghiaccio e i rumori delle fratture. Poi finalmente il rifugio e una meritata cena, prima di ridiscendere a Chiareggio con ancora un po' di luce.
Foto 1 - In cresta Foto 2 - Vetta e sullo sfondo il Disgrazia Foto 3 - Ghiacciaio Ventina nella sezione mediana |
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