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   Piz Cambrena, goulotte Gabarrou (couloir NW), 31/10/2016
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Onicer  Franz   
Regione  Lombardia
Partenza  Passo del Bernina - Diavolezza  (2900 m)
Quota attacco  3000 m
Quota arrivo  3602 m
Dislivello della via  600 m
Difficoltà  TD- ( pendenza 90° / IV in roccia )
Esposizione in salita Nord-Ovest
Rifugio di appoggio  Chamanna Diavolezza - Tenda ;-)
Attrezzatura consigliata  NDA. Friend e cordini, 6/7 viti (usate tutte), chiodi da roccia per eventuali soste.
Itinerari collegati  nessuno
Rischio valanghe  1 - Debole
Condizioni  Ottime
Valutazione itinerario  Eccezionale
Commento Bellissima salita con Mara e Albe: finalmente una gita di nuovo assieme dopo tanto tempo. Via che alla fine della giornata ci viene da definire “completa”. Anche la discesa, infatti, è appagante, ingaggiosa e divertente. Non ci sono report recenti in rete: oltre ad essere un po’ trascurata, nonostante l’approccio veloce, difatti non la si trova quasi mai abbondantemente fornita di ghiaccio. Le recenti anomali condizioni con cicli di nevicate, freddo e caldo ci hanno indotto, a ragione, a pensarla in condizioni ideali. La salita si affronta in conserva, tranne 3 tiri, di cui il primo di questi, il chiave, supera un diedro sbieco con arrampicata verticale su qualche metro, con le spalle alla parete rocciosa. Nelle attuali ottime condizioni le protezioni su ghiaccio possibili sono sicure e abbondanti. Non si disdegnano però anche i friends. Ci sono due soste attrezzate con chiodi e cordini, le due centrali.
Noi abbiamo piazzato le nostre tende a 15 minuti dalla Diavolezza, al colle tra il Piz Trovat e il Sass Queder. Posizione migliore del classico sito della Fourcla Trovat, dato che ci si risparmia l’esposto traverso sotto il Trovat carichi.
Per giungere alla via si può scendere sul ghiacciaio (detrito morenico ripido e ghiacciato) dal primo colle del Trovat o, meglio, proseguire per la cresta e arrivare al secondo colle (Fourcla Arlas), sotto la cresta del Piz Arlas. Si procede in leggera discesa sul ghiacciaio fino alla base della parete. Quando sulla destra si trovano dei grossi crepacci, si comincia a rimontare la conoide.

Dettaglio della via:
Si segue il canale nevoso con saltini di ghiaccio a cavallo o dentro la rigola (200 m/50-60°). Si può costruire una sosta a dx o sx del primo saltino (roccia non ottima).
L1 (55m, 4[AI, rispetto ad altre salite similari], crux): si sale il primo muretto (70°) di una decina di metri cui segue un ripiano nevoso. Si sale a destra un primo saltino per andare a fermarsi sotto un salto. Si supera (90°) il primo breve salto (3 metri, ghiaccio delicato) per arrivare ad un secondo ripiano. Nuovo saltino verticale, da superare in opposizione sulla parete di roccia, con uscita scomoda verso sinistra. Giunti in un canaletto si supera una crestina esposta e poco fornita di ghiaccio (delicato) per salire una goulottina verso la sosta attrezzata su roccia (cordoni e 3 chiodi)
L2 (40m, 3+): si sale la placca appena a sinistra della sosta (delicata, poco ghiaccio) per proseguire in un serie di canaletti con ghiaccio delicato, proteggibili con friends. Piegare a destra non è consigliabile per il ghiaccio sottile. Meglio seguire un diedro-canale verso sinistra, sotto un evidente roccione nero, che conduce al cengione nevoso e alla sosta attrezzata.
L3 (90m, conserva, 2+): si segue la cengia nevosa verso sinistra in leggera salita girando l’angolo dello sperone roccioso. Ci si trova ora in una bella goulotte di ghiaccio e neve couic-couic di una quarantina di metri (75°) che si protegge bene con friends ai lati, cui segue un canaletto con del misto. Giunti ad un’altra cengia nevosa si può proseguire dritti per le rocce (se fornite di neve/ghiaccio), oppure, con magari sosta intermedia su roccia, piegare a sinistra per una ventina di metri, fin sotto un tetto di roccia con festoni di ghiaccio (sosta possibile su friend).
L4 (40m, 3): sulla destra del tetto (attenzione ad una crepaccia “terminale”) un muro di ghiaccio abbondante e compatto da cascata offre una breve asperità verticale per poi proseguire su pendio alla sosta da fare su ghiaccio.
Si prosegue per il pendio della calotta sommitale per 150 metri, i primi a 50° cha va via via diminuendo di pendenza fino a diventare una piatta cresta che conduce alle rocce della vetta.

Discesa dal vallone glaciale N verso il Piz d’Arlas su neve fonda farinosa o ventata (da tracciare). I crepacci sono abbastanza insidiosi attualmente. Si arriva sopra la seraccata e si piega a sinistra intuitivamente, superando un grande crepo su un esiguo ponte (crux, altrimenti passare più in alto con traverso più esposto) per andare a prendere la cresta del Naso nel suo terzo inferiore. Di qui si segue la cresta sul filo o poco a sinistra (noi abbiamo trovato da qui tracce di due svizzeri del giorno prima che erano scesi da tutto il Naso) fino a piegare a destra (scendendo) e tornare sul ghiacciaio (2h40 dalla vetta alla funivia se condizioni buone).

Foto 1: in viola la Gabarrou, in verde la discesa a prendere la parte bassa del Naso. Dettaglio dei tiri centrali. Le due soste centrali sono quelle già attrezzate.
Ben visibili anche le ottime condizioni della Joos, ramo dx del couloir NW.
Foto 2: tiro chiave e secondo tiro, dopo la conserva iniziale.
Foto 3: ultimo saltino di ghiaccio e sulla calotta sommitale

Presto reportage completo...
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