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   Meranerweg (via dei Meranesi, all’Ortles), 08/10/2016
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Onicer  Mapi   
Regione  Trentino Alto Adige
Partenza  Trafoi, Tre fontane  (1605 m)
Quota attacco  2300 m
Quota arrivo  3905 m
Dislivello della via  1600 m
Difficoltà  AD- ( pendenza 40° / II in roccia )
Esposizione in salita Ovest
Rifugio di appoggio  Rifugi Borletti e Payer
Attrezzatura consigliata  N.D.A., sufficiente corda da 30 m.
Itinerari collegati  nessuno
Rischio valanghe  1 - Debole
Condizioni  Buone
Valutazione itinerario  Ottimo
Commento Quando esattamente due mesi fa, l’8 agosto, chiesi ad Albe cosa avessero fatto nel week end lui e Mara e lui mi rispose:” Noi Ortles via dei Meranesi”, “…domenica da Tre Fontane. Bella, gran sviluppo. Scesi da normale”; ecco che mi entusiasmai, andai a cercare la relazione, vidi qualche foto ed iniziai a sognare.
Finalmente arriva l'occasione!
Venerdì mattina 7 ottobre lavoro, pausa pranzo torno a casa, il tempo di preparare lo zaino e parto, alle 15.30/16.00 devo incontrarmi con Franz a Verona Nord!!! Fiuuuuuuu !!! Che corsa, ora mi rilasso un po’, guida lui!!
Dalla strada dello Stelvio sul versante atesino, dopo Trafoi imbocchiamo la deviazione per Tre Fontane pensando di raggiungere il parcheggio nei pressi del santuario ma, uno smottamento del terreno ha reso inagibile l’ultimo tratto di strada asfaltata, che è chiusa al traffico. Parcheggiamo e facciamo quindi forse cinquecento metri lineari in più a piedi. Ormai è sera, risaliamo alla luce delle frontali il sentiero n.15 nel bosco, raggiungendo il rifugio Borletti che il gestore ci ha lasciato aperto. Che bello vedere quanta fiducia ha riposto nel prossimo, siamo soli ed abbiamo tutto il rifugio a disposizione, con acqua corrente nei bagni e la possibilità di bere ogni ben di dio dalla coca cola ai liquori. C’è una cassetta di metallo per la raccolta di offerte e noi ovviamente lasceremo il giusto per ringraziarlo. Una bella cenetta a lume di candele e frontali, un bicchierino di liquore tanto per gradire e poi a nanna…. sotto dieci coperte!!! Brrrrrr che freddo!!
Sveglia alle 4.00 di sabato 8 ottobre, colazione e partenza con zaino leggero alle 5.00, (col senno di poi partirei forse un’ora prima).
Dal rifugio Borletti in 10 minuti su comodo sentiero in direzione del rifugio Payer raggiungiamo la deviazione indicata da una palina sulla destra, iniziamo a salire a zig zag una traccia su sfasciumi. Ci siamo, è notte e sotto le stelle iniziamo a risalire i risalti di roccia e cenge su terreno facile anche se esposto. Attrezzata nel 1910, nel 2004 è stata segnata dalle Guide locali con bolli rossi e sistemata con qualche fune ed una breve scaletta di metallo sul passaggio di V (spesso bagnato), ciò facilita la salita ma non è da sottovalutare lo sviluppo della salita e poi della discesa, non meno impegnativa.
La progressione è sempre piacevole, l’ambiente intorno anche grazie alle prime recenti nevicate è bellissimo, giunti sul ghiacciaio troviamo tracce di un passaggio recente… speriamo di non dover tracciare in alto. Siamo nei tempi, intorno a noi in lontananza è tutto nuvolo, sopra di noi resiste il sole.
Azzz… ho parlato troppo in fretta!! Ecco che all’improvviso si chiude tutto in un candido biancore di nuvole e nebbia, le tracce non si vedono più, sono state eliminate dal vento dei giorni scorsi, Franz traccia…. Intorno a noi tanti crepacci più o meno evidenti ci inducono a progredire con molta attenzione, cercando di capire la direzione giusta. E’ qui in queste condizioni che perdiamo tempo, ma per fortuna… grazie al solito “culo franziano”… un paio di schiarite ad hoc ci permettono di vedere in che direzione andare, metteremo anche qualche chiodo da ghiaccio in un paio di passaggi, finalmente raggiungiamo la traccia della normale che sale alla vetta dal rifugio Payer. Li ci appare un “segnale”… un cuore sulla neve, è un segnale positivo in un momento di difficoltà nel completo candore di cielo e terra, bisogna tener conto dei “segnali” positivi. E’ tardi, un rapido consulto, viste le condizioni meteo e al contorno che non ci permetterebbero di avere vista dalla vetta che è circa 100m sopra di noi, visto che l’obiettivo era la via e lo abbiamo raggiunto, visto che la discesa è ancora lunga… decidiamo di scendere. In vetta Franz ci è già stato anni fa salendo la Hintergrat, io ci salirò quando farò la Hintergrat!
Per traccia evidente sul ghiacciaio evitiamo grossi crepacci e raggiungiamo la cresta di roccia, teniamo i ramponi per la presenza di ghiaccio, per fortuna non abbiamo trovato mai verglass.
Qualche fittone e catena ancora per disarrampicare, una calata in doppia, poi si fa buio, accendiamo le frontali e proseguiamo disarrampicando e per cresta, seguendo a volte le tracce dei ramponi sulla roccia. Ad un certo punto però perdiamo la normale, la roccia è più instabile anche se ci sono segni di ramponi. Per fortuna fa meno freddo del previsto, siamo ben coperti ed abbiamo da bere e mangiare, entrambi calmi e lucidi cerchiamo di ragionare e di orientarci, dobbiamo uscirne ed arrivare al rifugio Payer. Scendiamo disarrampicando e proteggendoci, per fortuna che avere sempre dietro friend ed un po’ di materiale anche se non richiesto sulle relazioni fa sempre bene. Apriamo una “traversata bassa” con passaggini divertenti, fino a rintracciare di nuovo la normale. Arriviamo al Payer felici, è ancora lunga arrivare al Borletti ma le difficoltà son finite. Sappiamo che l’invernale del Payer è inagibile, entriamo a vedere ed in effetti c’è un cartello bilingue che declina ogni responsabilità in caso di utilizzo, da un paio di crepe nei muri si capisce che c’è stato un movimento del terreno e della struttura, ma non credo crollerà proprio stanotte!. Quando vediamo i letti comodi ed i piumoni nuovi, spazio pulito con tavolo e sedie… la decisione è subito presa, buonanotte, ci vediamo domani mattina per la discesa al Borletti. Brrrr che brividi … ma presto i piumoni ci scaldano ed il sonno ci ristora.
Ore 6.00 di domenica 9 ottobre, colazione fredda e discesa con le frontali verso il giorno che avanza, il cielo è pulito e non ci sono più nebbie, il sentiero fino al Borletti è lungo ma ben tracciato, prima il n.14 poi il n. 18, siamo felici della nostra traversata. Giunti al Borletti prendiamo le nostre cose, lasciamo pulito e ci chiudiamo la porta alle spalle. Il bosco in discesa si accende di colori autunnali, io fantastico su una prossima salita da un’altra bella linea verso la vetta, arriviamo alla macchina, finalmente la meritata merenda con birra, pane e salame!
Grazie Franz per aver voluto condividere con me questa splendida salita.

Foto 1) Linea della via. In verde salita al rif. Borletti; in viola la Meranerweg; in arancio la Normale dal Payer; in azzurro il sentiero tra il Payer ed il Borletti.

Foto 2) Sul Corno di Plaies.

Foto 3) Alla fine della lunga via di ritorno, dal rifugio Payer al Borletti.
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