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   Presanella, cresta nord-est, 17/07/2016
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Onicer  ilbocia97   
Regione  Trentino Alto Adige
Partenza  Forte Pozzi Alti  (1880 m)
Quota attacco  3050 m
Quota arrivo  3558 m
Dislivello della via  500 m
Difficoltà  AD ( pendenza 50° / III in roccia )
Esposizione in salita Nord-Est
Rifugio di appoggio  Rifugio Denza
Attrezzatura consigliata  picozza, ramponi, imbracatura, 50 metri di corda, tre quattro chiodi da ghiaccio, friends
Itinerari collegati  nessuno
Rischio valanghe  1 - Debole
Condizioni  Eccellenti
Valutazione itinerario  Eccezionale
Commento Due giornate fantastiche al cospetto della Presanella in compagnia del vecio, dell'amico selvadek e della guida Andrea! La prima giornata giungiamo al rifugio verso le 11 e dopo una breve pausa ci incamminiamo verso la Vedretta della Presanella dove trascorriamo tutto il pomeriggio cercando di apprendere le manovre e i nodi principali (servirà sicuramente una rinfarinatura). Scesi al rifugio per l'ora di cena ricarichiamo le pile con un pasto abbondante accompagnato dalla simpatia del rifugista Mirko e con un fantastico tramonto: i colori rosei assunti dalla vetta della Presanella e del Corno d'Amola, già in grado di lasciare a bocca aperta, sono messi ancor più in risalto dalla comparsa della luna, ormai quasi piena, sopra la Bocca D'Amola, esattamente tra le due vette appena nominate. Quale migliore buonanotte un amante della montagna potrebbe aspettarsi? La scelta di salire nel week end si rivela però sin da subito un errore: il rifugio è strapieno e con nostalgia ripensiamo alla salita fatta di lunedì nel 2011, quando il rifugio era interamente a nostra disposizione; la salita del giorno seguente non esiterà a ripagare la terribile nottata passata nel bivacco posto a fianco del rifugio assieme ad un'altra decina di persone (tra cui due o tre probabilmente più simili a un orso che a un essere umano...). Al mattino lasciamo il Rifugio verso le 5 alle prime luci dell'alba (la pila servirà ben poco). L'alba si porta appresso non solo una nuova giornata da trascorrere in luoghi meravigliosi, ma un insieme di preoccupazioni e paure che mi frullano nell'animo, accentuate dalla vista dal rifugio dell'affascinante ma scoscesa cresta. Sto infatti per affrontare la mia prima vera salita alpinistica, diversa dalle vie normali affrontate sino ad ora. In breve tempo perveniamo alla Vedretta e una volta legati, ci dirigiamo verso la Bocca d'Amola. Il ghiacciaio è un vero e proprio labirinto di crepacci con buchi veramente impressionanti che raggiungono una larghezza di dieci metri. Superata la crepaccia terminale comincia la parte critica della salita: l'accesso alla cresta non avviene tramite la Bocca d'Amola (che si evita), ma attraverso un canale innevato con pendenze che arrivano a 50° e grazie a un successivo breve traverso di circa 10 metri su sfasciumi e roccia tutt'altro che stabile (il tratto più pericoloso della via dal mio punto di vista). Da qui inizia la bella e parecchio esposta cresta rocciosa che condurrà sino alla vetta con continui passaggi di II e III grado, e che non posso negare mi abbia incusso qualche timore. La cresta si presenta innevata solo nell'ultimo tratto a causa della poca neve scesa nell'inverno appena passato: rimessi i ramponi percorriamo l'ultimo tratto con fantastica vista sulla Parete Nord. E' questo il tratto che più mi ha emozionato in tutto il percorso: gli ultimi passi si svolgono nuovamente su un ripido pendio nevoso la cui pendenza continua ad aumentare; la stanchezza inizia a farsi sentire, ma tutto d'un tratto mi ritrovo con la croce di vetta davanti ai miei occhi, che iniziano a diventare lucidi. Il viso segnato da sei ore di tensione si rilassa in un sorriso che non riesco e non voglio togliermi, abbraccio Andrea e i compagni di cordata ringraziandoli per la bellissima salita, consapevole di non essere mai stato così felice e di stare vivendo il momento più emozionante e pieno di soddisfazione della mia vita! Il paesaggio ciscostante contribuisce a rendere il tutto ancor più poetico e strabiliante. Dopo un'ora di meritata pausa scendiamo per la lunga via normale e la stanchezza fatica a prendere il sopravvento, sconfitta dall'adrenalina e dall'indicibile felicità.
Gita fantastica che mi rimarrà sempre impressa, resa perfetta dalla compagnia ormai sempre più affiatata e da un briciolo di sana stupidità a fare da ciliegina sulla torta!
Foto 1: Tramonto sulla Presanella...
Foto 2: Il ripido canale di accesso alla cresta
Foto 3: La cresta nord est in tutta la sua bellezza
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