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   1000 sulle piste,1 sul ferrante, 25/02/2016
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Onicer  oscarrampica   
Regione  Lombardia
Partenza  colere  (1050 m)
Quota attacco  2200 m
Quota arrivo  2430 m
Dislivello della via  230 m
Difficoltà  PD- ( pendenza 50° / I in roccia )
Esposizione in salita Sud-Est
Rifugio di appoggio  corna gemelle
Attrezzatura consigliata  picozze
Itinerari collegati  nessuno
Rischio valanghe  3 - Marcato
Condizioni  Buone
Valutazione itinerario  Ottimo
Commento 1000 sulle piste,100 alle Corna gemelle,10 al Ferrantino,uno sul Ferrante. Scelgo un titolo simbolico per la mia insolita gita domenicale in quel di Colere dove accompagno per il mese di febbraio alcuni fra i miei figli per il corso di sci. Abbandonato con poco senso paterno fra maestri,compagni e amici l’unico figlio presente decido di puntare alle nevi inviolate del monte ferrante salendo a piedi dai 1050 mt di colere fino all’arrivo della seggiovia a Malga Polzone a q.ta 1550. La Presolana da’ da subito spettacolo svettando carica di nevi che ne esaltano gli spigoli e le incredibili pareti rocciose pallide come Dolomiti. Notevole vista anche sulla Corna delle 4 matte. Salgo abbastanza rapidamente in 40 minuti,facendo a gara e superando diversi scialpinisti. Poi la sosta al box per salutare bimbo amici e calzare gli sci con le pelli. Abbandonate le piste troppo affollate in questa splendida e primaverile giornata riprovo il piacere di fendere la neve fresca nel bosco e la sensazione che durerà pochissimo di scivolare leggero fra gli abeti e verso l’alto. Bellissime foto sul Pizzo Camino e la sua lunga cresta qua in magnifica visione frontale che la collega attraverso le Cime di Varicla alla Cima Moren e lungo cui corre la bellissima Via Attilio Gheza. Anche i giganti orobici si elevano nel cielo azzurro con le loro possenti pareti e la bianca linea che scende dal Passo Coca a sembrar una cicatrice che li unisce. E salendo un poco il mondo si apre sull’incredibile catena che unisce l’Adamello al carè Alto. Che spettacolo im questa giornata nitida e trasparente in cui i panorami sembran presi dall’aereo! Dopo tanta poesia, un mix micidiale di calore, fatica, bevanda disgustosa e acido lattico da corsa del gg prima, rallentano clamorosamente il mio ritmo e allora mi concentro sulla bellezza del paesaggio che attraverso, e sulle fotografie necessarie per catturarlo, solo un poco invidioso degli sci alpinisti che ora invece mi recuperano e superano. Una svolta nel bosco vs dx mostra le linee di salita vs il Pizzo di Petto e dopo tornando a sinistra appaiono le tozze moli del Ferrante e del Vigna Vaga. La neve è fantastica morbida e leggera, vergine a parte poche scie e luccica di sole. Dopo un inutile sosta nella speranza di recuperare energie, raggiungo finalmente l’arrivo della seggiovia superiore ai 2250 mt delle Corna Gemelle poco dopo il mezzogiorno e nonostante la stanchezza viro subito verso il Ferrantino nella speranza di liberarmi dalla folla che copre la neve e il silenzio. Tocchiamo la piccola punta nevosa di q.ta 2335 alle 13 in quattro e osservo lo stupore degli altri skialp quando dopo due chiacchiere li saluto per proseguire. Son matto o son l’unico savio? Scatto una foto vs la Grigna dietro la quale giganteggia l’immenso est della parete del Monte Rosa. Il terreno diventa vergine ,i miei sci puntano l’esile crestina nevosa che collega la cima del Ferrantino al corpo del Ferrante partendo prima in lieve discesa per risalire poi decisa verso la cima maggiore. Finalmente la magia della solitudine alpina entra in me e sentire il fsssshhhhhh degli sci scorrere leggeri fra le dune e le cornici è una carezza per lo spirito. Poi la pendenza si attenua e il rallentamento diventa fermata; spingo ancora un po’ fino al termine della spalla di congiunzione con gli erti pendii finali che portano alla croce di vetta. Mi sta di fronte ujna montagna che la solitudine e la quantità di neve, rendono immensa. Sembra di essere in Himalaya. Pianto gli sci, salgo un poco con i bastoncini ma la pendenza si fa insidiosa per la debole tenuta degli scarponi sulla neve molle e il fondo erboso e scivoloso. Afferro le fide picche e usandole come corpi quasi morti le sprofondo nel metro di neve molle che rende ardua la salita..devio dal traverso della via normale per rasentare più alte le rocce e mettermi al riparo da eventuali slavinamenti e per lo stesso motivo non punto direttamente la croce ormai in vista ma la raggiungo puntando la cresta a dx della stessa e per manto immacolato e candido dopo aver girato un veloce video,la raggiungo alle 14. La solitudine è completa, acuita dal forte soffiare del vento che spegne con la sua voce ogni altro suono…mi sento in alto la sensazione è d’alta quota anche se a pochi passi migliaia di simili inseguono come me la loro felicità rincorrendola sulle lamine degli loro sci…l’acciufferanno? Io la mia l’assaporo quassù sperso nel blu celeste, nel bianco immacolato,nel sole abbagliante che scalda occhi e cuore,nel silenzio vagamente rotto dagli altoparlanti che molti metri più sotto rimbombano assurde melodie propinate come medicina ai servitori della confusione. Mi giro a 360 ° dove lo sguardo spazia verso il cielo passando per la piana padana dove abitano i miei amori e rimbalza dalla Presolana al Rosa al Disgrazia fino a posarsi…. dolce piuma coccolata dal battito del mio cuore. Ciao Dani,ciao bimbi.
Durante la discesa i miei passi creano enormi pacchi nevosi che precipitando diventano slavine che puliscono completamente il versante di salita e poi raggiunti gli sci scivolo velocemente prima nel candore bianco abbacinante e poi per piste battute il ritorno alla civiltà. ..Alla civiltà? Foto1 nevesole Foto2 nelle terre di nessuno Foto3 la via in rosso
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