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   Eiger: cresta Mittellegi e traversata dei Colli N e S al Monchjoch, 21/07/2015
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Onicer  Franz   
Regione  Svizzera
Partenza  Stazione Eismeer  (3158 m)
Quota attacco  3300 m
Quota arrivo  3970 m
Dislivello della via  1000 m
Difficoltà  D ( pendenza 50° / IV in roccia )
Esposizione in salita Nord-Est
Rifugio di appoggio  Mittellegihutte
Attrezzatura consigliata  NDA. 2 picche utili in base alle condizioni della cresta nevosa finale. A volte evitabile sul lato S. Tratti molto esposti se si sta sul lato N. Friend per protezione di conserva. Qualche rinvio per usare gli infissi come protezioni. Tanti Franchi... ;-(
Itinerari collegati  nessuno
Rischio valanghe  1 - Debole
Condizioni  Eccellenti
Valutazione itinerario  Eccezionale
Commento Salita celebre che merita tutta la fama che ha. L’Eiger deve la sua celebrità alla sua possente parete Nord, sia per la storia alpinistica a essa legata che per la sua bellezza repulsiva, ma la sua cresta Est è ormai divenuta a ragione una traversata tanto rinomata, quanto frequentata. Tuttavia, la salita classica è senza dubbio “la via più cara” delle Alpi per via dei mezzi che si è “obbligati” a prendere se la si vuole compiere in tempi ragionevoli e con buon margine di successo.
A Grindelwald il parcheggio costa stranamente poco: 6 Fr a giornata (noi infatti 10,5 Fr per un giorno e mezzo). Dalla stazione del treno si giunge a Kleine Scheidegg dove si cambia convoglio. Da qui si sale alla stazione intermedia sotterranea di Eismeer, a 3158m, donde si parte per raggiungere la piccola (25 posti) capanna Mittellegi, 3354m (2h30). Completato il giro (10h) si prende il trenino alla stazione dello Jungfraujoch a 3454m, si scende fino a Kleine Scheidegg per cambiare per Grindelwald. Il totale dei biglietti è di ben 158 €. Alternativa in salita alla capanna è la Cresta Hörnli dell’Eiger, dalla Ostegghütte a 2317m, ma comporta un giorno in più e una arrampicata fino al 5c. Per la discesa invece, la via normale che porta a Kleine Scheidegg è ormai in disuso nel periodo estivo perché pericolosa e malagevole, per preferirle la traversata dei colli N e S dell’Eiger alla Monchjoch e al Jungfraujoch, peraltro una appagante traversata, che assieme alla salita comporta una giornata di creste e arrampicate su roccia piena.
Dalla stazione di Eismeer si segue un tunnel che scende con delle scale ad affacciarsi sul ghiacciaio. Possibilità di fare una doppia in base all’altezza della neve rispetto all’uscita. Attualmente discesa legati, ma crepaccio superabile con ponte abbastanza solido (attenzione al possibile deterioramento in là nella stagione). Messo piede sul ghiacciaio si comincia un traverso in falso piano (attenzione ai seracchi sopra la propria testa… e ad eventuali scariche dalla sovrastante parete sud) fino ad uno sperone roccioso arrotondato che scende sul ghiacciaio. Si percorre un bel tiro da 60m su placca liscia e fessure (IV-). Presente qualche spit. Meglio integrare con friend. Può essere problematico l’attacco dalla giunzione neve-roccia per via del labbro troppo distante (attenzione al possibile deterioramento in là nella stagione). Ora quasi al limite: piantato un chiodo per ristabilire l’equilibrio. Dalla terrazza di sosta si prosegue in falso piano verso destra in direzione della capanna Mittelegi ora visibile. Porre molta attenzione a questo percorso non difficile, ma infido e senza concreta possibilità di proteggersi. Si incontra un primo canale profondo una decina di metri dove si può fare una piccola doppia. Sotto la capanna si traversa sempre in orizzontale per superare un altro canaletto e salire al rifugio (2h30). Qui il solo pernotto non è permesso e la mezza pensione (70 Fr) è obbligatoria. Tuttavia le lasagne di Corinne, la simpatica rifugista che gestisce tutto da sola, non sono niente male. Cena con due turni 18 e 19. La prenotazione nei weekend risulta difficile per via dei pochi posti disponibili riservati a priori alle guide alpine locali con clienti (rifugio non del CAS, ma delle guide di Grindelwald).
Colazione dalle 4 alle 5 con turni ogni quarto d’ora, ma tenersi pronti prima, perché a noi ci ha imposto un orario, ma poi erano partiti già tutti ;-) Poco male, la cresta fila via liscia e in 4h30 siamo in cima, senza intoppi o traffico sui canaponi, sempre soli, cosa rara da queste parti. I tratti serviti con cordoni si arrampicano bene usando gli infissi solo come protezioni volanti (a parte un muretto con strapiombetto dove il cordone è necessario). Una piccola doppia consigliabile in discesa dalla Gran Torre, ma si può anche disarrampicare. I tratti dove non c’è il cordone sono di bella arrampicata (III+ max) su roccia non male, pulita dai passaggi, e presentano qualche spit ogni tanto, ma non molti. Ottima integrabilità invece con friends. Esposizione spesso estrema con passaggi di puro equilibrio con vuoto da entrambi i lati. È abbastanza difficile perdersi per via degli evidenti graffi dei ramponi sulla roccia. Cresta attualmente completamente secca e asciutta, che meglio non si può trovare. L’ultimo tratto che sarebbe completamente nevoso è attualmente quasi tutto evitabile su roccia, se non un breve esposto tratto finale. Noi abbiamo percorso un pezzo di neve più lungo per provare l’emozione di stare in punta di piedi sulla nord… Dalla vetta si prosegue per un po’ lungo la cresta inizialmente verso ovest per poi piegare decisamente a sud e trovare un ancoraggio per doppia (un po’ scomodo in 4). Con 60 metri si supera una selletta e una croce metallica per arrivare ad una comoda sella (attenzione al recupero delle corde). Si prosegue in piano in cresta camminando per una cinquantina di metri e si trova un altro ancoraggio (spit e maillon). Con 60 metri si può proseguire oltre un terrazzino (ignorando una sosta), ma attenzione al recupero delle corde. Altra doppia da 60 metri per atterrare su detrito con tracce di sentiero. Scendere una cinquantina di metri di dislivello superando una bastionata di rocce marce e arrivare al Colle Nord dell’Eiger. Da qui noi abbiamo trovato neve e ci siam ramponati. Attraversare il colle e risalire il versante opposto fino sotto una parete rocciosa. Si può affrontare ramponi ai piedi visto che sono dei facili gradoni (II+). Traversare ora a destra per percorrere un campo di neve (un po’ di ghiaccio) fino alla base di un torrione. Qui è meglio togliere i ramponi. Si entra in una strettissima fessura (io ho fatto una fatica boia ;-) ) per poi piegare a sinistra per un camino che porta ad una selletta con sosta. Seguire pochi metri la cresta fino ad un anello con cordino. Fare un passaggio delicato in traverso verso destra (IV) e proseguire lungamente in diagonale per una cengia. Ritornare in cresta e seguirla con qualche passaggio interessante scendendo ad una sella e risalendo il versante opposto finché la cresta spiana e si giunge alla neve. Da qui finiscono le rocce. Si prosegue in piano per 300 metri fino a poter divallare sul ghiacciaio. Si traversa ora in discesa verso sinistra sotto la parete nord del Monch passando a sinistra di una evidente piccola piramide nevosa (crepacci anche grossi ora con ponti ben superabili). Aggirando il Monch si risale un centinaio di metri per giungere al Monchjoch e alla traccia che porta al Jungfraujoch e al treno (noi 5h dalla vetta).

Gita superlativa con Mara, Alessandra e Antonio. Da tempo immemore programmata. Abbiamo aspettato le condizioni ottimali e il meteo più stabile possibile. È andato tutto a meraviglia. Facciamo la salita lunedì e martedì per trovare posto alla capanna (comunque zeppa). Gita consigliabile ad ogni appassionato di alta quota alpina. Un grazie particolare ai soci assodati…e a quelli ritrovati ;-) E ora avanti a ripescare ancora nel cassetto dei sogni…

Foto 1: sulla cresta Mittellegi con l'arrivo del sole oltre la Gran Thurm
Foto 2: magnifico arrivo in vetta
Foto 3: la traversata dei colli N (Nördliches Eigerjoch) e S (Südliches Eigerjoch), verso il Monch
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