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   Parete Nord-Ovest Monte Pasquale, 21/06/2015
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Onicer  diegom8   
Regione  Lombardia
Partenza  Parcheggio dei Forni (2150 m)  (2150 m)
Quota attacco  3000 m
Quota arrivo  3553 m
Dislivello della via  553 m
Difficoltà  D- ( pendenza 55° )
Esposizione in salita Nord-Ovest
Rifugio di appoggio  Rifugio Pizzini
Attrezzatura consigliata  Corda,imbrago,ramponi,due picozze,casco (viti da ghiaccio in funzione delle condizioni).
Itinerari collegati  nessuno
Rischio valanghe  1 - Debole
Condizioni  Accettabili
Valutazione itinerario  Buono
Commento L’obiettivo del weekend è la salita della parte Nord-Ovest del Pasquale con discesa lungo la normale.
Saliamo al rifugio Pizzini (2700m) il sabato pomeriggio. Il meteo non è dei migliori (nevica anche un po) ma la domenica secondo le previsioni dovrebbe migliorare.
La domenica mattina partiamo dal Pizzini alle 4:20 circa. Il cielo è coperto e non promette nulla di buono ma il Pasquale è libero. La via di salita è ben visibile fino alla cima. Decidiamo di proseguire e fino alla base della parete per poi valutare cosa fare.
L’avvicinamento è molto facile ma perdiamo 30-40 minuti cercando di superare un torrente alla base della morena. Scendiamo troppo e siamo costretti a risalire.
In poco tempo siamo sul ghiacciaio alla base della parete e ci dirigiamo verso la crepacciata terminale. Ci manteniamo sulla sinistra per evitare i coni delle scariche delle settimane precedenti. Arrivati alla crepacciata terminale (quota 3100m circa) valutiamo un’ultima volta il meteo e decidiamo di salire. Sembra che si stia aprendo e a tratti si vede l’azzurro del cielo. Superiamo la crepacciata senza problemi grazie ad un ponte di neve molto solido.
La salita è fantastica. La neve perfetta. Le picozze e i ramponi lavorano egregiamente e danno sicurezza totale. Non ci leghiamo mai. Non serve. Saliamo il canale mantenendoci sempre sulla sinistra. La pendenza è costante (intorno ai 55°). Arrivati al cono di uscita optiamo per una uscita dritta. A destra c’è una cornice piuttosto ampia e a sinistra scenderemmo inutilmente. La pendenza sale un po’, sui 60°.
Il meteo peggiora rapidamente.
Siamo sulla cresta sommitale alle 8 circa (quota 3520 circa). La visibilità è ridotta a un paio di metri. Il vento è molto forte e rafficato, l’effetto wind chill è fortissimo. La via normale (la nostra discesa) è invisibile. Per due volte le nuvole si aprono per pochi secondi. Vediamo una cordata che si muove sul ghiacciaio sottostante. Decidiamo di lasciar perdere la vetta (sarebbe ad alcune decine di metri da noi lungo la cresta). Il pericolo è troppo alto e se il meteo peggiora ancora avremmo seri problemi a tornare indietro anche seguendo il gps.
Ci leghiamo in conserva molto corta e proviamo a scendere lungo la cresta alla ricerca delle via normale. Non trovandola tentiamo una improbabile discesa sulla parete Nord-Est. Rinunciamo immediatamente. La N-E è un unico gigante accumulo di neve. Ad ogni passo si creano lastroni dello spessore di una spanna. A nostro giudizio su questo lato c’è un forte pericolo valanghe.
Decidiamo quindi di tornare giù per la via di salita. Allunghiamo la conserva e grazie all’ottima condizione di questo lato in meno di due ore siamo di nuovo alla terminale che superiamo senza troppi problemi (il freddo ha mantenuto il ponte di neve bello solido).
Da qui possiamo prendercela comoda ed in circa un’ora e mezza siamo di nuovo al rifugio Pizzini.
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