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   Tentativo Breithorn occidentale, 15/11/2008
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Onicer  k2   
Regione  Valle d'Aosta
Partenza  Plateau Rosa  (2000 m)
Quota attacco  3480 m
Quota arrivo  4165 m
Dislivello della via  685 m
Difficoltà  F ( pendenza 40° )
Esposizione in salita Sud-Ovest
Rifugio di appoggio  guide del cervino
Attrezzatura consigliata  normale da ghiacciaio e ciaspole
Itinerari collegati  nessuno
Rischio valanghe  2 - Moderato
Condizioni  Buone
Valutazione itinerario  Discreto
Commento Le premesse erano tutte buone … la voglia di entrambi, il meteo che si preannunciava ottimo, il fatto di muoversi di sabato e la domenica da poter dedicare alle costruzioni ikea…
Mauro passa a prendermi alle 5,30 e, con andatura tranquilla, e non senza fare colazione all’uscita di chatillon, ci immettiamo nella statale verso Cervinia … la strada è bella ma diventa meravigliosa quando, da dietro un curva, spunta quello che viene chiamato “lo scoglio più nobile d’Europa” … Matterhorn … o, semplicemente, Cervino.
Arriviamo a Cervinia alle 8 … giusto il momento in cui, la massa di appassionati di sci, in crisi di astinenza, comincia il pellegrinaggio verso l’abbazia della biglietteria immacolata, per entrare in possesso di un qualsiasi abbonamento che desse il diritto di vivere il miracolo di strisciare la prima neve dell’anno… mi metto in coda anch’io e, dopo ”solo” 40 minuti, posso obliterare il biglietto ed iniziare la prima delle tre tratte di impianti che ci porteranno al Plateau Rosa.
Dopo aver indossato l’arva e scelto di partire con i ramponi (visto che metà salita è su piste battute) ci incamminiamo tra paletti del gigante e sciatori a uovo … non molto entusiasmante devo dire … soprattutto pensando a come sarebbe salire sul Cervino alle nostre spalle…
Arrivati al Piccolo Cervino, decidiamo di fare una sosta per mangiare un po’ di cioccolato e bere del the caldo … da qui si vede il Breithorn Occidentale e i binari lasciati dagli sci … la neve e tanta e mi viene da pensare che, dal ghiacciaio in poi, la fatica sarà tanta… intanto il panorama non è raccontabile... Rimessi in movimento, ci dirigiamo verso il colle del Breithorn e il ghiacciaio … ci leghiamo e decidiamo di continuare con i ramponi … la traccia si vede ma non si sente…. affondiamo abbastanza e, come avevo immaginato in precedenza, la fatica è molta …. ci fermiamo …. Mauro mi dice di essere molto stanco …. togliamo i ramponi e mettiamo le ciaspole …. sembra vada un po’ meglio e proseguiamo …
dopo poco Mauro si ferma ancora a prendere fiato e sono le 13,20 … molto tardi …. bisogna arrivare su ed avere le forze per scendere … ripartiamo …. facciamo dieci metri … siamo a quota 3850 …. Mauro crolla … non ce la fa più …. una dura settimana di lavoro ha lasciato i suoi ricordi … si appoggia ai bastoncini e chiude gli occhi … dal destro non riesce più a mettere a fuoco … comincia a farfugliare … comincio a preoccuparmi … si torna già ma fa molta fatica …. barcolla … si ferma … provo a farlo scherzare … ma le cose non vanno bene … Non vedo di essere di nuovo sulle odiate piste per chiedere a qualcuno da avvisare il rifugio e mandare a prendere Mauro (al mattino avevo visto una motoslitta) … e così accade … fermo uno sciatore che si ferma venti metri più sotto (mi avrà maledetto per avergli rovinato la corsa) … gli urlo la situazione e gli chiedo di mandare qualcuno …. Mauro comincia a tremare in modo sostenuto e non fa freddo …
Vedo partire la motoslitta …. viene verso di noi …. faccio i segnali di richiesta di soccorso …. si ferma. Non può portare Mauro perchè, come l’elicottero sulle nostre teste, sta cercando un ferito che è stato segnalato … va via.
L’adrenalina del momento e la visione della toboga fanno stare un po’ meglio Mauro … quel tanto che basta per provare a scendere a piedi … dopo poco la motoslitta ripassa …. non ha trovato feriti e ci chiede se abbiamo ancora bisogno di aiuto … ma, ormai, l’inerzia ci sta portando alla funivia …
alle 15,30 arriviamo alla funivia e scendiamo … parcheggio … auto … viaggio … casa …
io credo che il ferito ricercato dalla motoslitta fosse proprio Mauro e che il mio urlo allo sciatore, come nel gioco del telefono senza fili, non sia arrivato nel senso di “sta male” ma “si è fatto male” …. da lì è partita la caccia all’uomo da imbragare sulla toboga …
Supergulp insegna che tutto è bene quel che finisce bene …. è stata, per quanto riguarda il sottoscritto, una giornata comunque positiva … il mio compagno d’avventura è tornato a casa e sta bene … ho visto la montagna dei miei sogni …. ho scattato qualche bella panoramica … e non una nuvola ha ferito il cielo …la cima sarebbe stata solo un dettaglio.
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