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   Ober Gabelhorn m 4063, parete nord, 12/10/2008
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Onicer  guidoval   
Regione  Svizzera
Partenza  Zinal, Vallese CH  (1731 m)
Quota attacco  2850 m
Quota arrivo  4063 m
Dislivello della via  1200 m
Difficoltà  D+ ( pendenza 60° / III in roccia )
Esposizione in salita Nord
Rifugio di appoggio  Cabane du Mountet, CAS, 2886
Attrezzatura consigliata  normale da ghiaccio, ev. 2/3 chiodi da roccia se gli ancoraggi per le doppie fossero sepolti.
Itinerari collegati  nessuno
Rischio valanghe  3 - Marcato
Condizioni  Accettabili
Valutazione itinerario  Ottimo
Commento Con Davide Barcella e Valentino Cividini. Arriviamo da Zinal alla Cabane du Mountet 2886 verso le 16 del sabato e troviamo un locale invernale a 5 stelle con tanto di stufa- cucina a legna, Ben e Thomas cordata scozzese-argentina con le nostre stesse intenzioni, e due giovani coppie di svizzeri la cui meta è solo il rifugio.Nei tratti all'ombra si pesta un pochino di neve già sul sentiero da Zinal. Sul retro del rifugio ce n'è un grosso mucchio caduto dal tetto, quindi nessun problema per l'acqua. La montagna è bella bianca e senza traccia.
La sera noi italiens ci nutriamo di buste Knorr mentre svizzeri, Thomas e Ben tirano fuori dai loro zaini da 4 metri cubi spaghetti e salse bolognese e matriciana Barilla che mescolano subito. Mettono il tutto sulla stufa a legna e poi se lo mangiano in brodo col cucchiaio.

Il mattino la luna piena è nascosta dietro alla montagna e seguiamo le tracce degli altri due che, dopo l' attraversamento delle morene e la risalita delle lingue basali, troviamo incasinati su delle roccette troppo a destra. Non azzecchiamo del tutto l' attacco neanche noi, ma Vale corregge subito perdendo solo pochi metri sopra la terminale e attraversando a sinistra. La salita dei pendii inferiori offre solo pochi e brevi tratti veloci di ghiaccio scoperto o con poca neve, e invece lunghi e numerosi con neve fonda che ci rallenta molto. Nelle zone di accumulo sotto i seracchi, e soprattutto sulla terrazza glaciale attorno ai 3500, a volte scaviamo la trincea in quasi un metro di neve a debole coesione e così gli altri due ci raggiungono ( ma non ci danno il cambio...). Fosse per me si torna giù al rifugio a dormire, provo anche a buttarla lì, ma per il Vale è tutto normale e così bello...
Alla fine ha ragione lui e riusciamo a raggiungere l' estremità destra della Nord vera e propria: neanche parlarne di scavare altri duecento metri per arrivare sotto il centro della parete! quindi superiamo la terminale appena possibile perchè stando sopra dovrebbe essere meglio. Sono vestito troppo leggero (come al solito, ma adesso è metà ottobre e sto congelando!) e mi slego dalla metà corda per scaldarmi salendo più veloce possibile verso la parte alta già al sole. Vale e Davide fanno conserva lunga protetta e sono velocissimi, ma mai come non dover fermarsi a metter viti! A proposito, nota per i prossimi ripetitori: c' è qualche muretto ripido, anche ben oltre i 60°e anche sui pendii inferiori, e sono tutti in ghiaccio scoperto non bellissimo.

La nord è in neve dura nel primo quarto, che usiamo per portarci verso il centro della parete salendo diagonalmente o attraversando a sinistra. Poi diventa di ghiaccio, seminascosto da una spolverata di un paio di cm e non sempre bello da salire specialmente su un muretto di una trentina di metri più ripido a meno di 100 m dalla cresta di vetta. Proprio lì a metà del gradino raggiungo Ben, fermo e perplesso, slegato anche lui, che dà un' occhiata verso il basso e mi gela chiedendomi se a casa c' è qualcuno che mi aspetta, moglie, figli...
...MA VAFF...!!! poi fa una risata isterica e dice che lui no, 'cause I'm crazy, e così mi fa passare il brivido di panico...sfiga vuole che ho la telecamerina in standby proprio in questo momento clou...
Gli ultimi 20 metri sotto la cornice sono coperti da un accumulo di neve ventata in cui mi infilo scavando la trincea per trovare il ghiaccio, poi anche la cornice troppo soffice richiede un discreto lavoro (ripreso tutto!) e la preghierina.
Comunque sbuco in cresta a 50 m dalla cima, poi ricomponiamo la nostra cordata lasciando andare avanti Ben e Thomas a tracciare in neve fonda, almeno lì che è fatta!!! In cima toccata e fuga per il freddo, ma il panorama a 360°è notevolissimo perchè questa montagna è piuttosto isolata e staccata dalle altre. La prima cosa che si nota, la più vicina... è la Nord del Cervino!
Discesa tutti insieme per la bella cresta Nord che alterna la solita neve fonda a tratti pelati dal vento. Vale scova gli ancoraggi delle doppie semisepolti dalla neve, dopodichè riprendiamo i pendii inferiori e ritorniamo sulla traccia di salita.
A noi il tutto è sembrato LUNGO!!! probabilmente con neve dura sui pendii inferiori e sapendo dove sono le doppie la cosa si velocizza tanto. Comunque gran bella montagna, ambiente glaciale vastissimo e dovrebbero fare un monumento in piazza a Berna a quello che ha scelto il posto del rifugio.


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