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CERVINO, Traversata Leone - Hornli, 15/09/2014 | Tweet | Inserisci report |
Onicer | sorega |
Regione | Svizzera |
Partenza | Zermatt, Piccolo Cervino (3882 m) |
Quota attacco | 3835 m |
Quota arrivo | 4478 m |
Dislivello della via | 750 m |
Difficoltà | AD+ ( pendenza 50° / III+ in roccia ) |
Esposizione in salita | Varia |
Rifugio di appoggio | Rif. Carrel |
Attrezzatura consigliata | da alpinismo, corda 30 m, un paio di rinvii e di friends medio-piccoli |
Itinerari collegati | Monte Cervino / Matterhorn (4478m), Traversata Cresta del Leone (SW)–Cresta dell’Hörli (NE) |
Rischio valanghe | 1 - Debole |
Condizioni | Buone |
Valutazione itinerario | Eccezionale |
Commento | Finalmente e solo sul finire dell'estate il Cervino si concede! Una grande salita, una eccezionale traversata in un ambiente spettacolare. Le condizioni della montagna sono più che buone anche se è presente molta più neve che normalmente. Ciò significa solamente che si devono usare i ramponi per molto più tempo. La traversata va compiuta con un'ottima preparazione fisica e tecnica se non si vuole soggiornare troppo a lungo sulla montagna con tutti i rischi e pericoli conseguenti. In effetti abbiamo incontrato diverse cordate che erano rientrate senza raggiungere la cima o che avevano impiegato più di 24 ore tra salita e discesa dalla Carrel! Ogni commento è superfluo....
Per la traversata abbiamo seguito la seguente tattica che è si è rivelata alquanto efficace. Partenza da Zermatt con l'apertura degli impianti alle 7,15 e salita al Piccolo Cervino. Discesa al Colle del Teodulo, quindi per le piste e sentiero traversata al Rif. Duca degli Abruzzi. Da qui salita e pernottamento al Rif./Bivacco Carrel non custodito, ma fornito di gas e vettovaglie. L'acqua è fornita dall'attuale presenza di un bel deposito di neve appena dietro il rifugio. Salita per la Cresta del Leone e discesa per la Hornli. Rientro a Zermatt con gli impianti da Schwarzsee (chiudono alle 16.45). Per la salita alla Carrel non servono i ramponi, i brevi tratti nella neve si fanno su buona traccia. Consiglio di andare a vedersi il percorso del giorno dopo col chiaro per non perdersi di notte come hanno fatto diverse cordate incontrate al rifugio e che lì hanno passato una seconda notte. Siamo partiti non troppo presto (alle 5.00) visto che non volevo fare troppa parte della salita al buio. Tutte le sezioni attrezzate con corde fisse sono in ottime condizioni. Ci sono inoltre numerose soste e spit/fix lungo la via. Abbiamo calzato i ramponi al nevaio chiamato "linceul" a quota 4000 m circa e non li abbiamo più tolti fin quasi in fondo alla Hornli, per l'esattezza al vecchio bivacco Solvay a quota 3500 m circa. I tratti in salita su neve e a volte con ghiaccio sono numerosi, alcuni molto ripidi, altri molto esposti, come la cresta del Pic Tyndall, ma sempre in ottime condizioni. L'arrivo in vetta è stato come sempre trionfale, baciati dal sole e accolti da un meteo che ci regalava una giornata senza vento e particolarmente mite per la quota alla quale ci trovavamo. La discesa per la Cresta Hornli, anche stavolta lunga eterna, è su ottima traccia su neve senza quasi alcun tratto con ghiaccio. Anche dopo la Capanna Solvay, m 4003, si tengono i ramponi per la presenza di diversi tratti ancora coperti di neve. Tutto ciò comporta logicamente una discesa ancor più delicata e faticosa rispetto a quando le condizioni sono più secche, almeno alle quote più basse. Il materiale usato (corda da 30 m) è più che sufficiente. Avevo un solo rinvio e me lo sono fatto bastare, ma consiglio di portarsene almeno due se ci si vuole proteggere un po' meglio lungo la salita quando si è costretti a salire a brevi tiri. I friends sono facoltativi, ma è sempre meglio averne un paio in caso di necessità. Grande e lunga giornata con Sean e in compagnia del collega slovacco Michail con Tanya. Foto 1: Sulla Cresta del Pic Tyndall con l'ultimo tatto del Cervino sullo sfondo Foto 2: L'ultima corda fissa prima della vetta Foto 3: la Vetta! |
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