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Val Fina, il Fantasma del camoscio, 16/02/2013 | Tweet | Inserisci report |
Onicer | LorenzOrobico |
Regione | Lombardia |
Partenza | Verzedo, Ponte del Diavolo (1000 m) |
Quota attacco | 1550 m |
Quota arrivo | 1800 m |
Dislivello della via | 250 m |
Difficoltà | 4+ / IV |
Esposizione in salita | Nord |
Rifugio di appoggio | ---------- |
Attrezzatura consigliata | Da cascata |
Itinerari collegati | nessuno |
Rischio valanghe | 1 - Debole |
Condizioni | Eccellenti |
Valutazione itinerario | Eccezionale |
Commento | "Stretta e misteriosa valle esposta a NO. Ospita varie cascate in ambiente molto selvatico", questo il commento sulla guida di Mario Sertori, "Cascate" a pagina 90.
Siamo saliti per fare la più nota: Stress. Ma le condizioni delle candele erano decisamente esili e precarie per il nostro livello. Quindi su ad esplorare il canalone, tra cervi e camosci. Alzando la testa notiamo un grande candelone molto alto, proseguiamo fino all'attacco del Miraggio (bel salto di 60m aperto da Mario Sertori nel 2004). Ci lasciamo attrarre dalla cascata sul lato opposto con la speranza di approdare magicamente alla base di quel salto maestoso. Il primo tiro è molto bello e gonfio e oppone un muro di 20m a 80-85°, poi bei rigonfiamenti portano in una zona appoggiata. Seguono 2 tiri da 50m e 60m rispettivamente su difficoltà modeste (60-70°), ma molto divertenti in quanto il flusso piuttosto abbondante ha formato rigonfiamenti e meduse. L'ambiente di forra è molto suggestivo. Domenico va avanti a vedere, c'è un bel salto azzurro di 50m nel bosco che potrebbe già splendidamente chiudere la giornata (grado stimato 2+/3). Ma andiamo più a sinistra a vedere se troviamo quella cosa vista da sotto ed ecco che spunta, incastonata tra le rocce, una candela enorme, gonfia e azzurra. Spariscono di colpo stanchezza, tosse e stati febbrili, una grande gioia ci attraversa. Ci portiamo alla sua base, comoda e nevosa. Non fa freddo, qualche grado sopra lo zero, si sta bene, il ghiaccio è plastico e azzurro, condizioni perfette. Salgo il muro sottostante e raggiungo il candelone. Lo superiamo sul lato sinistro dove un vago diedro con ghiaccio lavorato mi offre degli ottimi appoggi per i piedi. Anche nel tratto stalattitico il ghiaccio rimane perfetto e le picche entrano quasi sempre al primo colpo. Esco oltre la verticale e c'è ancora un muro finale a 75-80° su ghiaccio perfetto che mi deposita sulla neve sommitale. Qui a sinistra un pino mugo enorme mi concede una sosta extra-lusso. Arriva anche Domenico, esaltato dalla scalata e dalla fortuna di aver scovato un gioiello del genere in un luogo così isolato e selvatico. Non ci resta che scendere con 4 comode calate in corda doppia su piante (rimaste attrezzate con cordoni e anelli di calata) e qualche trasferimento su neve nei tratti facili. Dedichiamo la nostra giornata ad un povero camoscio trovato a metà canalone appeso ad un albero, inerte, vittima di uno scherzo del destino. Note tecniche: il muro finale è di 55 metri, con una sezione verticale di 15-18m. Nelle attuali condizioni particolarmente favorevoli è valutabile 4+. In altre condizioni potrebbe meritare il grado 5. La cascata è situata in un colatoio di scarico di grandi valanghe provenienti dai pendii Nord del Corno di Boero, 1000 metri sopra... valutare di conseguenza le condizioni del manto nevoso. Foto: il primo muro, in doppia dal candelone finale, il Dome entusiasta |
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