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   becca monciair nord, 14/06/2012
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Onicer  oscarrampica   
Regione  Valle d'Aosta
Partenza  pont  (2000 m)
Quota attacco  2300 m
Quota arrivo  2550 m
Dislivello della via  250 m
Difficoltà  AD+ ( pendenza 50° / II in roccia )
Esposizione in salita Nord
Rifugio di appoggio  vittorio emanuele
Attrezzatura consigliata  NDA..SE IN BUONE CONDIZIONI NON SERVON CORDA E PROTEZIONI
Itinerari collegati  nessuno
Rischio valanghe  1 - Debole
Condizioni  Buone
Valutazione itinerario  Ottimo
Commento Anche max comincia ad appassionarsi alle pareti nord nevose e mi propone una chicca che non conoscevo: la Becca di Monciair. Quando vado a vedere una foto, non ho un attimo di esitazione: è una montagna fantastica e la linea di salita più facile di quello che guardando sembrerebbe. Come consuetudine con Max si parte prestissimo (Chieve h 3) e coperta la distanza autostradale in un tempo relativamente breve, alle 6 siamo a Pont di Valsavaranche pronti a partire. La Becca si vede già alla nostra sx. Cominciamo dall’antipasto che è la salita al Rif. Vitt. Emanuele. Siamo giovani e forti, saliamo rapidi e alle 7.40 siamo già al rifugio a chiaccherare con uno sherpa vero che ha un’agenzia di viaggi. La vista sul Ciarforon, la nostra montagna e i Denti del Broglio è semplicemente fantastica: sono un trio che occupa il cielo. Alle 8 dopo ave r scherzato un poco ripartiamo con bella vista sul laghetto glaciale davanti al rifugio e quella sulla nostra montagna che migliora ad ogni passo che facciamo verso di lei: la morena lascia spazio alla neve e l’ambiente diventa più alpino. Passiamo sotto la nord del Ciarforon e la Ovest del gran Paradiso e ora la nostra parete nord si erge frontale alla nostra ammirazione. Che triangolo perfetto con le evidenti pareti di salita a dx e di discesa a sx. Ora dobbiamo traversare lungamente il ghiacciaio di Montcorvè per confluire poi in quello di Montchair, per arrivare sotto la parete dove progressivamente le pendenze cominceranno ad accentuarsi. Questo falsopiano ci succhia energie ma alle 10 la parete nord si alza sopra di noi e appare certo meno ripida rispetto alla visione frontale. Galvanizzati dal cambio di pendenza e dall’uso delle piccozze arriviamo velocemente alla terminale che divide più o meno in due la parete e superatala senza problemi essendo in fin dei conti solo una spaccatura nel pendio, entriamo nel tratto più verticale e bello della parete dove le pendenze arrivano attorno ai 50° costantemente. La neve sfonda il giusto e avanziamo sicuri e veloci verso il cielo blu dell’alta quota che rende il nostro scivolo ancor più bianco e luminoso. Facciamo una pausa in cui ci fotografiamo in improbabili allunghi con le piccozze e poi ripartiamo arrivando alle 10.40 in cresta e dopo un poco di passi verso sx entriamo nell’ultimo canale nevoso da cui usciamo alle 11 trionfanti e felici. ora ci attende solo un tratto di rocce miste a neve e alle 11.30 siamo abbracciati in vetta. mamma mia che bella salita, non difficile ma veramente estetica che di più non si può. Nel panorama spiccano il vicino Ciarforon con dietro il Gran Paradiso, mentre dalla Valle dell’Orco salgono le nebbie. Il Bianco domina con la sua mole immensa anche se lontana e poi la Grivola che solitaria svetta precedendo ma non coprendo del tutto le punte del Grand Combin. Poi spicca una splendida appuntita montagna che scopriremo poi essere la Grande Casse, preceduta dalla candida Grande Motte. A mezzogiorno dopo il consueto tour fotografico celebrativo, iniziamo a scendere dalla via normale che percorrendo la cresta nord-est su facile pendio nevoso si abbassa fino ad una selletta nevosa, caratterizzata dalla presenza di un gendarme roccioso ben visibile dall’alto e anche durante la salita. Superato un primo canale nevoso, arriviamo nei pressi del gendarme e del relativo canale un quarto d’ora dopo l’inizio della discesa e abbandonata la selletta nevosa pieghiamo verso nord seguendo il canale del gendarme, che con pendenze di circa 40°, ci riporta direttamente all'attacco della parete,in corrispondenza circa delle nostre tracce di salita( h 13). Siamo nuovamente sul ghiacciaio e la nostra montagna splende accecante al sole. Fa impressione leggere sui suoi fianchi nevosi le cicatrici lasciate dalle nostre linee di salita e di discesa. Veramente bello. Poi a malincuore le voltiamo le spalle e anche i tacchi in direzione del ritorno. Una nube lenticolare è ormeggiata sulla cima del Bianco e mentre scendiamo nubi bianche e gonfissime si accumulano sopra la Becca incorniciandola e facendola splendere in tutta la sua bellezza. Poi affioran rocce e la neve quasi scompare quando siamo in vista del rifugio. Alle 14.15 ho i piedi a mollo nelle acque gelide ma salutari del suo bel laghetto. Qualche splendido zoom sulle splendide pareti nord del Ciarforon e della Becca, le cui nevi bianchissime rifulgono di luce, ci regalano ricordi indimenticabili e poi c’è solo la strada che scende a valle larga come la nostra gioia. Il bello è alle spalle, ma il ricordo precede i nostri passi e li consegna alla dolcezza della soddisfazione. Alle 16 in una magnifica giornata tra il verde e il blu del cielo, siamo di nuovo a Pont. Grazie Max, giornata capolavoro.
Foto1 la montagna con le vie di salita e discesa Foto2 io vs il cielo Foto 3 Max in uscita

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