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Wildspitze (3774 m), 26/08/2007 | Tweet | Inserisci report |
Onicer | grigna |
Regione | Austria |
Partenza | Vent, comune di Soelden (1890 m) |
Quota attacco | 2900 m |
Quota arrivo | 3774 m |
Dislivello della via | 850 m |
Difficoltà | PD- ( pendenza 30° / II in roccia ) |
Esposizione in salita | Varia |
Rifugio di appoggio | Vernagthutte e Breslauerhutte |
Attrezzatura consigliata | Da alpinismo |
Itinerari collegati | nessuno |
Rischio valanghe | 1 - Debole |
Condizioni | Buone |
Valutazione itinerario | Ottimo |
Commento | Indeciso se andare un paio di giorni in falesia col Bestia o se fare un poco di alpinismo, opto per la seconda scelta.Devo ammettere che la decisione è stata dura da prendere, ero davvero combattuto!
La zona della Wildspitze mi ha sempre attratto. Vista l’alta pressione prevista, propongo ai soci di andare in questa zona un po fuori dalle solite mete e ovviamente accettano al volo essendo gente con poca paura di fare chilometri in auto. Dopo ben 6 ore di viaggio, giungiamo a Vent sotto un caldo sole. Fortunatamente la ventilazione è abbondante e la salita alla Vernagthutte (2865 m) è piacevole. In circa 3 ore arriviamo a questo grosso rifugio dove alloggeranno il Catena e Rambo. Io e il Rosso invece, preferiamo dormire all’aperto, nel nostro caldo sacco da bivacco. Domenica mattina la sveglia suona alle 4.30 e alle 5 si parte. Giunti alla base del Grosser Vernagtferner, il Catena si accorge di non aver più con sé la corda. Proviamo a cercarla invano tra gli sfasciumi attraversati in precedenza ma niente, probabilmente la corda è stata dimenticata al rifugio. Decide di tornare giù alla ricerca di questa corda mentre noi 3 proseguiamo nel nostro itinerario. Messo piede sul ghiacciaio lo attraversiamo senza difficoltà evitando i crepacci piuttosto innocui per via della totale mancanza di neve che li avrebbe coperti. Affrontiamo poi la risalita di un canalone di sfasciumi pazzeschi (consigliabile nella primavera con gli sci) che io preferisco fare ramponi ai piedi per far presa sul terreno gelato e che ci porta direttamente al Brochkogeljoch (3423 m). Legatici in cordata, attraversiamo in leggerissima discesa i campi alti del Taschachferner passando sotto la parete nord dell’Hinterer Brochkogel fino a congiungerci alla via normale proveniente dalla Breslauerhutte. Fino a quel momento non avevamo trovato anima viva. Seguendo la larga traccia della via normale, giungiamo alla cresta finale che ci consegna in pochi minuti alla croce di vetta. Dopo le consuete foto di rito, attraversiamo brevemente alla cima nord e scendiamo lungo la cresta W fino a quando, attraverso un pendio ghiacciato a 50° (il Rosso ci impartisce una lezione sulle tecniche di assicurazione su ghiaccio), ci ricolleghiamo alla via normale che ci porta al Mitterkarjoch. Dal valico, seguendo un espostissimo sentiero attrezzato ci abbassiamo su quel che resta del Mitterkarferner (ghiacciaio completamente scoperto in ghiaccio vivo) dove troviamo il Catena che nel frattempo era giunto dalla Vernagthutte seguendo il sentiero dell’alta via. Giunti alla Breslauerhutte, non ci resta che tornare all’auto e affrontare il lungo viaggio di rientro, intervallato da una cena al Crotto Quartino di Chiavenna. Gran bella trasferta, alla scoperta di ambienti e panorami sconosciuti! Partecipanti: io, Leonardo detto il Rosso, Catena e Rambo. Foto 1: il Grosser Vernagtferner che si attraversa da sinistra a destra fino a raggiungere il Brochkogeljoch. Foto 2: panoramica verso le Otztaler Alpen. |
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