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   Taschorn, cresta S, 19/08/2007
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Onicer  Franz   
Regione  Svizzera
Partenza  Ottawan  (2214 m)
Quota attacco  3800 m
Quota arrivo  4491 m
Dislivello della via  600 m
Difficoltà  AD- ( pendenza 45° / III in roccia )
Esposizione in salita Sud
Rifugio di appoggio  Mischabel biwack
Attrezzatura consigliata  Eventualmente friends e cordini. corda 60metri. ramponi
Itinerari collegati  nessuno
Rischio valanghe  1 - Debole
Condizioni  Eccellenti
Valutazione itinerario  Ottimo
Commento Dopo la pausa Corsa e la risolta “questione Miller”, finalmente si ritorna oltre quota 4000. Compagno di questa nuova avventura Roby Rovelli anch’egli socio (con ben 56 successi) del Club4000 e bergamasco d’adozione. Valutate le condizioni meteo e dell’alta montagna, eccoci sabato in Vallese in una stupenda giornata salire sbalorditi in auto i tornanti che da Tasch portano ai ben 2200 metri di Ottawan. Siamo in un angolo di Paradiso, stranamente viste le abitudini svizzere in merito a divieti e regolamentazioni, facilmente accessibile in auto. Dai prati ove pascolano le toniche vacche svizzere si vedono solo 4000: l’Obergabelhorn, lo Zinalrothorn, il Weisshorn, il Rimpfischorn, l’Alphubel e la nostra mastodontica meta: il TASCHORN. Coi suoi 4491 metri è tra le cime più alte delle Alpi e anche dalla pianura, seppur accanto al gemello più celebre Dom, appare in tutta la sua maestosità. La salita al Mischabel bivack avviene dapprima per pascoli, poi ripide morene. Roby ogni tanto perde dal suo sacco come Pollicino alcune noci che si sta portando fino in cima…Messo piede sul ghiacciaio a 3400 superando una delicata (in caso di pioggia o neve) bastionata ci leghiamo e ci dirigiamo al Mischabel joch ponendo molta attenzione ai crepacci nascosti piuttosto insidiosi poiché a forma di campana. Il Mischabel biwack è una struttura moderna composta da lamiere di ferro all’esterno e da legno all’interno. Poggia su dei piloni di ferro (palafitte) ed è molto confortevole: all’interno 24 posti, stufa e legna, cibarie varie. Il sito è molto ventoso e uscire è piuttosto proibitivo. La serata trascorre con altri 6 svizzeri diretti alla nostra stessa meta. Roby dispensa a tutti noci e fichi (io Amaretto di Saronno ;-)) e per questo verrà ribattezzato Roby-Nus. Il tempo non è dei migliori: nuvolosi neri ad un certo punto coprono ogni cosa. Ci corichiamo fiduciosi. Un pensiero va a Patrick Berhault che qui trascorse l’ultima notte della sua brillante vita alpinistica. L’indomani il tempo non è di molto migliorato. Sui Mischabel si vede il sereno ma un temporale illumina le nuvole sopra la Weissmies e da W si vedono minacciosi nuvoloni. Una cordata di tre svizzeri sembra convinta a partire con ogni tempo; gli altri tre temporeggiano a letto. Noi siamo indecisi. Dopo mezz’ora dalla partenza dei primi però dall’Ovest si vedono decise schiarite che lasciano intravedere cumuli sulle cime dell’altro versante della valle. Partiamo bardati di tutto punto (passamontagna e giacca), ma il vento che flagella il passo, in cresta scema e permette un’arrampicata piacevole sui primi blocchi della cresta. Sorge il sole ed è un delirio di colori rossi. Saliamo slegati viste le difficoltà contenute. Cervino, Dent Blanche, Zinalrothorn e Weisshorn si infiammano. Il tempo è bello. Spediti superiamo la cordata che ci precede. Degli altri neanche l’ombra. La cresta è piacevole, molto innevata e ciò facilita in molti passaggi, tra l’altro la neve è dura al punto giusto e ci sono già abbondanti peste quindi si procede con picca, ma senza ramponi (usati però in discesa). In due punti si deve stare cavalcioni e passare carponi sotto una delle enormi cornici. Anche qui non può non andare un pensiero a Berhault che proprio per una di queste infide “onde” ha perso la vita. La roccia nei traversi sul lato di Saas è però pessima e bisogna porre particolare attenzione. L’ultima impennata verso la vetta poi si rivelerà più facile del previsto su roccia ritornata buona. La corda è rimasta sempre in saccoccia: poco male. Dalla cima il panorama è grandioso. Scoperti però sono solo lo Zinalrothorn, l’Alphubel e il Rimpfischorn. Rosa, Cervino e Weisshorn sono ammantati da densi cumuli. Attendiamo gli svizzeri e incominciamo rapidi la discesa. Incrociamo gli altri tre e in breve siamo nelle nebbie. Ancora qualche scorcio di sole e siamo alla capanna. Ecco il maltempo che è arrivato. Un the caldo e giù sulle tracce del giorno nella bufera prima che spariscano. Dei sei soci nemmeno l’ombra, ma non sembravano sprovveduti anche se cordate un po’ disomogenee. Presto però torna il sole giusto per la doppia sulla bastionata rocciosa che ci consegna ai ghiaioni basali. Lì Giove Pluvio ha tutto il tempo di sfogarsi. Un temporalone violento ci inzuppa, ma siamo ormai ben bassi. In breve però il sole ci asciuga e possiamo giungere all’auto felici del compiuto. Un altro ottimo weekend oltre quota 4000, per un 4000 veramente poco frequentato e che “fa pochi sconti”. Un grazie al nuovo compagno Roby-Nus.
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