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Punta San Matteo, per la parete Nord, 05/06/2010 | Tweet | Inserisci report |
Onicer | grigna |
Regione | Lombardia |
Partenza | parcheggio dei Forni (2150 m) |
Quota attacco | 3270 m |
Quota arrivo | 3678 m |
Dislivello della via | 400 m |
Difficoltà | AD ( pendenza 60° ) |
Esposizione in salita | Nord |
Rifugio di appoggio | rif. dei Forni o rif. Branca |
Attrezzatura consigliata | normale da ghiacciaio e per ghiaccio ripido |
Itinerari collegati | Punta San Matteo (3678m), per la parete Nord |
Rischio valanghe | 1 - Debole |
Condizioni | Ottime |
Valutazione itinerario | Ottimo |
Commento | Dopo tante fregature finalmente una salita di grande soddisfazione….
Durante la festa del Kikko salta fuori la proposta di andare a fare la nord del San Matteo. Sicuramente un’idea più grande di me ma vabè, un’impronta a questa sventurata stagione bisogna pur darla…. “Andiamo!!” ,esclamo. Così venerdì sera ci ritroviamo al Bione io, Kikko, Corvonero, il Rosso e il Lezzenese, intenzionato a salire la normale. Dopo una sosta gelato, alle 23 raggiungiamo il parcheggio dei Forni, popolato da diversi furgoni in Giò style e da gente accampata in qualche modo. Anche noi ci sistemiamo ognuno come può. Chi di fuori su una brandina da giardino, chi sul materassino e con il sacco a pelo avvolto nel sacchetto di plastica, chi in macchina. La notte è stellatissima e io e Corvo ci lasciamo andare in filosofici discorsi ammirando il firmamento e lo spazio siderale. Cosa ci sarà al di là della volta stellata? Il Rosso invece già dorme e il Kikko litiga con dei rompiballe che, nonostante ci sia un chilometro di parcheggio, vengono a far casino con le portiere proprio a 5 metri dalla sua brandina. Alle 3.30 suona la sveglia e alle 4 siamo in marcia come da tabella di marcia. Al buio ci perdiamo un attimo ma poi ritroviamo la giusta strada e arriviamo alla lingua del Ghiacciaio dei Forni. Calzati sci e ciaspole risaliamo il lungo ghiacciaio senza mai distogliere lo sguardo da quello che ci aspetta. Intanto da dietro si iniziano a sentire delle voci con uno strano accènto brescio-calabro. E’ il Dometauro in compagnia dello gnomo di Seriate ovvero il Brozio. Ah, dimenticavo che alla partenza si era aggregato a noi un ragazzo di Erbusco di cui non ricordo il nome (lo saluto). Arriviamo alla terminale agevolmente e, dopo esserci legati, iniziamo la salita della parete affiancando ciò che resta del Seracco Lamar, che ha fatto fare tanta fortuna all’amico Nibi (che saluto). Il Lezzenese alla fine decide di salire anch’egli dalla nord, abbandonando l’idea originaria della via normale. Le condizioni della parete sono molto buone, con ottimi gradini in neve piuttosto molle tranne in un breve tratto a una trentina di metri dall’uscita. Qui affiora del ghiaccio vivo ma è davvero poca cosa per uno che ha dimestichezza su quel tipo di terreno. Noi invece perdiamo una mezz’oretta a causa di miei grovigli vari visto che il buon Rosso (le guide in confronto sono delle seghe) chioda l’ultimo tratto. E’ giusto una precauzione perché il ghiaccio affiora davvero in 3 o 4 metri. In vetta ci attendono Brozio e Dome. Un abbraccio a tutti i compagni di questa avventura, qualche maledizione alla digitale che decide di spegnersi e poi giù lungo la via normale fino al canalone dell’Isola Persa dove si assiste al canto del cigno della neve, ormai ridotta a poltiglia. Dopo una bella sosta rifocillatoria a Santa Caterina, salutati i due amici bresciani, ci concediamo un’altra sosta a Sant’Antonio Valfurva dove in strada troviamo uno sposalizio in cerca di qualcosa da scroccare. Un sentito grazie a tutta la combriccola. FOTO 1: crepacci ancora ben chiusi durante l'avvicinamento FOTO 2: la parete nord FOTO 3: all'attacco della via |
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