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   PIZZO TRONA - Canale Est, 28/11/2009
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Onicer  ALE   
Regione  Lombardia
Partenza  Gerola Alta - Stazione partenza funivia ENEL  (1082 m)
Quota attacco  2300 m
Quota arrivo  2510 m
Dislivello della via  210 m
Difficoltà  PD+ ( pendenza 40° / III in roccia )
Esposizione in salita Est
Rifugio di appoggio  Eventualmente Rifugio Trona - Rifugio Benigni
Attrezzatura consigliata  Ciaspole, picozza, ramponi e 1 corda
Itinerari collegati  nessuno
Rischio valanghe  1 - Debole
Condizioni  Buone
Valutazione itinerario  Ottimo
Commento La salita al Pizzo Trona in condizioni invernali e’ impegnativa sia per il lungo avvicinamento sia per la parte alpinistica finale.
Siamo partiti in 3 (Io, Gio’ e Andrea) alle h.7.30 dalla Stazione di partenza della funivia Enel e abbiamo risalito (senza neve) la Valle della Pietra sino al Lago Trona (mt.1.805) in circa 1h. e 30 min.
Da qui e’ iniziata la neve, anche se nel lungo traverso che porta al ripiano ghiacciato del Lago Zancone non ne abbiamo trovata molta; tuttavia qualche slavina caduta dopo le prime nevicate della stagione abbiamo dovuto passarla piuttosto faticosamente.
Dopo il lago abbiamo cominciato a salire decisamente in direzione S su neve ora abbondante, per cui abbiamo deciso di calzare le ciaspole; dopo aver risalito un primo tratto ripido, all’altezza delle rocce del Trono di Trona che chiude il vallone verso sud abbiamo deviato a dx. (abbandonando sulla sin. l’itinerario che conduce alla Bocchetta di Valpianella e al Rifugio Benigni) e, dopo aver superato due brevi salti molto ripidi, siamo giunti in ca.3 h. nella favolosa conca del Lago Rotondo (mt.2.256), gia’ pittoresca in estate ma in condizioni invernali davvero da sogno.
Dopo aver scattato varie foto alla regolare piramide del Pizzo Trona con ai suoi piedi il lago ghiacciato e dopo che Andrea ha deciso che per oggi era sufficiente cosi’, noi abbiamo proseguito contornando il lago sulla sponda sinistra sino a giungere, con pendenze sempre piu’ accentuate alla base del canale nevoso che divide il Pizzo Trona dal Falso Trona.
Calzati i ramponi e impugnate le piccozze abbiamo cominciato la risalita sino ad un punto in cui il canale si biforca: un ramo di sinistra nevoso e un ramo di destra roccioso (e molto meno invitante!), divisi da un gendarme. L’unica descrizione dell’ itinerario che ho trovato su “Le Valli del Bitto” del Savonitto cita testualmente: “…dei due canali che discendono dalla cresta tra il Pizzo Trona e il Falso Trona (separati da un gendarme) si raggiunge quello di sin. (Sud) e si sale alla forcella. Si contorna il gendarme sul versante O (opposto a quello di salita) per cenge (o ripido traverso su neve) raggiungendo la cresta S del Pizzo Trona, seguendo la quale (1° grado) si guadagna la cima…”.
Sulla base di cio’ siamo stati contenti di imboccare il ramo sinistro che in breve, con pendenze che nella parte finale raggiungono i 40°, ci ha condotti alla forcella (qui si e’ aperta una stupenda vista sul Lago d’Inferno e su tutto il versante O); qui pero’ l’amara sorpresa: il versante O del gendarme e’ costituito da pareti rocciose verticali e strapiombanti che digradano verso il basso, senza alcuna possibilita’ di passaggio (almeno per noi e non in queste condizioni…).
Dopo aver tirato in ballo un po’ tutti i Santi del Paradiso, siamo cosi’ ridiscesi per ca.80 mt. di dislivello, sino alla base dell’altro canale che, salendo sulla dx. del gendarme, consente di evitarlo e di giungere alla base della cresta S del P.zo Trona. Senza perderci d’animo (e senza legarci, ma consiglio vivamente di farlo!) abbiamo cominciato a salire il canale per rocce miste a ghiaccio e neve (che ci hanno costretto ad arrampicare con i ramponi) prestando molta attenzione per la cattiva qualita’ della roccia.
Siamo cosi’ giunti con fatica alla selletta che costituisce la base della cresta sud, che abbiamo risalito in ca.20 min., anche qui con non poche difficolta’ a causa di uno strato di verglass che ha ricoperto tutta la cresta e a causa del forte vento. Siamo giunti sulla panoramicissima vetta in ca.5h.
Dopo aver scattato velocemente 2 o 3 foto di rito abbiamo deciso di imbragarci e di legarci e abbiamo ridisceso la cresta e il canale attrezzando 4 doppie.
Giunti alle h.15 al Lago Rotondo abbiamo di nuovo calzato le ciaspole e, quasi correndo, alle h.17
al calar del buio siamo giunti all’auto, stanchi ma consapevoli di aver vissuto un’ altra fantastica avventura in montagna.

Foto 1: I ripidi pendii verso la conca del Lago Rotondo
Foto 2: Il Lago Rotondo ghiacciato e il P.zo Trona
Foto 3: In cima con vista sulle Orobie

Altre foto su: http://lemiemontagne.myblog.it/
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