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   Via la cengia Rossa (e il canale fantasma), 05/05/2014
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Onicer  oscarrampica   
Regione  Trentino Alto Adige
Partenza  Dro fraz. Ceniga (100m)
Quota attacco  150 m
Quota arrivo  300 m
Dislivello  150 m
Difficoltà  D / 6a ( 5c obbl. )
Esposizione  Sud-Est
Rifugio di appoggio  Ristorante alla base
Attrezzatura consigliata  nda non necessarie ulteriori protezioni
Itinerari collegati  nessuno
Condizioni  Buone
Valutazione itinerario  Ottimo
Commento Dopo una stagione scialpinistica come non mai e il tentativo al Canale del Mengol abortito per pericolosi cornicioni, accetto l’invito di Ste a tornare al sole e poggiare le mani sulla calda roccia. Non amo tantissimo le vie in falesia, preferendovi quelle in montagna…ma non sempre la seconda opzione è possibile e allora eccoci il 5 di maggio del 2014, dopo aver superato Arco di Trento imboccare la strada in direzione di Ceniga e parcheggiare presso il ristorante pizzeria "La Lanterna". Ripercorrere a ritroso la strada verso Arco e dopo poco imboccare una traccia sulla destra che sale in direzione delle vie. Raggiunta la base della parete costeggiarla verso sinistra sino a raggiungere l'attacco posto in corrispondenza di un terrazzino (scritta alla base). Ci arriviamo in tarda mattinata e riscaldati dal sole che a queste quote basse fa sentire il suo calore, ci prepariamo ad arrampicare in maglietta. Il sentiero per arrivarci era evidente e ben segnalato. Non avendo velleità alpinistiche ed essendo parecchio che non arrampico in ambiente, sarà Ste a tirare la via. Faremo la Via della Cengia Rossa, aperta da Heinz Grill, nell'aprile del 2012. L'itinerario vanta numerose ripetizioni per via dell'ottima chiodatura e delle difficoltà obbligatorie contenute. 1° tiro: salire la paretina fino a quando questa diviene più compatta. Proseguire con passi delicati e subito dopo traversare a destra sino alla sosta (1 fix con anello+clessidra+cordino). 25 Mt., 4b, 6a oppure A0, 5 fix. 2° tiro: salire la lama sino al suo termine. Spostarsi a sinistra e sostare (1 fix con anello). 20 Mt., 5b, 3 fix, 2 clessidre con cordone. 3° tiro: salire la placca e superata una pancia traversare a sinistra. Proseguire per placca a buchi sino alla sommità del pilastro. Da qui mediante una traccia spostarsi verso sinistra sino alla parete dove si trova la sosta (1 fix con anello). 45 Mt., 6a oppure A0, 5b, 4b, I, 6 fix, 3 clessidre con cordoni. 4° tiro: rimontare la parete e superare un tratto verticale con buoni appigli. Proseguire per rocce più rotte sino alla base di una grande placconata (primo tratto molto unto). Superare un tratto semplice con rocce rotte e spostarsi a sinistra. Un breve saltino precede la sosta alla base del pilastro (2 fix di cui 1 con anello). 50 Mt., 4c, 5c, 5a, 6 fix, 2 clessidre con cordone, 1 cordone su pianta. 5° tiro: superare il pilastro spostandosi dopo pochi metri leggermente a sx. Riportarsi poi verso dx sino alla sosta (2 fix di cui 1 con anello). 25 Mt. 5b, 5a, 5 fix. 6° tiro: obliquare verso destra lungo la bellissima placca sino a raggiungere la cengia rossa dove si sosta (2 fix di cui 1 con anello). 20 Mt., 5b, 5a, 3 fix, 4 clessidre con cordone. La via è protetta ottimamente con fix e clessidre. Friend e dadi risultano superflui. Seguendo la cengia verso destra per 70 metri si raggiunge il boschetto sommitale della parete (presenti ancoraggi per chi vuole procedere assicurato, I, II). Ora seguendo la traccia di sentiero verso sinistra (qualche ometto)e dopo aver perso quota si raggiungono delle corde fisse oltre le quali una ripida traccia conduce nuovamente all'attacco. Da qui rientriamo al parcheggio percorrendo a ritroso il sentiero d'avvicinamento e alle 14 ci gustiamo la fresca birra al ristorante, pronti e in forma per il rientro in Padania che ci attende oltre la bella rupe di Arco. Dieci giorni dopo e dopo aver ceduto alle insistenze di Nico che si sente pronto per sfidare il Canale Fantasma al Redorta, mi ritrovo con lui a Valbondione da dove partiamo che manca un quarto d’ora alle 20, per andare a dormire all’invernale. Saliamo tranquilli fra enormi valanghe che hanno riempito i valloni laterali alla sinistra del sentiero e che scendono precipiti dall’alto. Arriviamo al buio riscaldati però e illuminati dalla luna che sorge e passeggia sulle creste del Recastello. Sono teso e le immagini del pre sonno sono animate da improbabili posture su questa via troppo verticale e troppo dura per le mie possibilità…speriamo che Nico…. Al mattino il risveglio è migliore del sonno tormentato,la luce infonde coraggio e ottimismo…ma appena usciamo dalla porta cigolante dell’invernale un’autentica bufera di vento c’investe. Dopo aver richiuso, usciamo più decisi ma non è vento locale, bensì ovunque soffia forte e freddo quest’aria che rende precario persino l’equilibrio. E’ evidente che non possiamo andare da nessuna parte e io mi arrendo al volere del meteo ben volentieri.. Nel frattempo arrivano tre bergamaschi( di cui uno il fratello di Lucio Raimondi…) e un solitario di nome Nadir. Nessuno dei 4 affaticati e sbatacchiati dal vento, che li ha sferzati ininterrottamente lungo la salita, dimostra intenzioni di voler proseguire. Nico invece vuol fare un tentativo per vedere se magari piùssù ci sia meno tempesta e parte eroicamente verso l’alto in avanscoperta..lo guardo salire e mi ricorda quelle figurine che vedi sui libri dedicati all’Himalaya e ne ammiro il coraggio e la grinta…ma quanta fatica che fa a proseguire colpito dai pugni in faccia dell’aria. Dentro di me spero che non scenda dicendomi che sopra è tranquillo e per fortuna quando rientra, racconta che ad un certo punto ha avuto paura di esser sollevato da una folata. Basta, il canale resterà fantasma e facciamo quattro chiacchere tra di noi prima che ognuno ridiscenda a valle. Con Nadir, entriamo in sintonia, e nascerà dal nulla un’amicizia che ci porterà a breve ad imprese epiche..come quella della parete nord del Fletschorn fra meno di un mese. Evvivaaaaaa! Foto1 Ste dopo il primo tiro Foto 2 bufera su Scais e Porola Foto 3 sole a maslana
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