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   Diretta delle guide, 27/09/2013
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Onicer  oscarrampica   
Regione  Lombardia
Partenza  Piani di Ceresola (1330m)
Quota attacco  1900 m
Quota arrivo  1950 m
Dislivello  50 m
Difficoltà  AD / VI ( V+ obbl. )
Esposizione  Nord
Rifugio di appoggio  lecco
Attrezzatura consigliata  nda, non necessarie integrazioni.
Itinerari collegati  nessuno
Condizioni  Buone
Valutazione itinerario  Ottimo
Commento C’ è stato questo breve periodo in cui Max mi presentò questo suo amico di Pandino(il mio paese d’origine) e insieme facemmo qualche gita di sci alpinismo e qualcuna su roccia. Ci trovavamo bene insieme soprattutto a livello di passione e voglia di sfruttare ogni momento a disposizione. Poi il suo trasferimento in Svizzera pose fine alle nostre scorribande. Quel 27 settembre del 2013 decidemmo di andare ad arrampicare allo Zucco Pesciola prima che arrivasse l’inverno. Partimmo da Pandino fino a giungere a valtorta in alta Valle Brembana. Valtorta, ultimo paese della Valle Stabina, è situato con le sue frazioni, tra boschi e prati, alle pendici del Pizzo dei Tre Signori; luoghi tranquilli che ancora conservano ambienti naturali incontaminati. Da Valtorta la strada carrozzabile sale fino al Park di Piani di Ceresola (1330 m) da cui parte una strada, percorribile con automezzi, chiusa però al traffico normale che risale con alcuni tornanti la Val Lavazero, poi piega a destra e, attraversando alcune volte il tracciato della pista di sci, continua tagliando con lunghe diagonali la costa boscosa fino a raggiungere la testata della valle nei pressi del visibile rifugio Lecco (1779 m). Posto isolato e in alto sul vasto altipiano dei Piani di Bobbio, il rifugio Lecco gode di una felice posizione, soleggiata e panoramica, alla base dell’ampio acrocoro dell’alta Valle dei Camosci, un selvaggio anfiteatro chiuso tra le aspre pareti rocciose dello Zucco Barbesino, dell’imponente Zuccone dei Campelli e dello Zucco di Pesciola raggiungibile anche per filo di cresta (la lunga, non difficile e bella cresta Ongania). Le eleganti torri rendono questa zona delle Dolomiti in miniatura dove si può scalare d’estate essendo le vie a nord e anche d’inverno viste le buone protezioni e la verticalità ma dalle difficoltà su molte vie contenuta. Queste strutture sono separate da canali e camini che ne evidenziano le sagome. Le vie sono state tutte riattrezzate a resinati, le soste sono anch'esse su resinati con anello di calata, benché la conformazione non suggerisca la calata in doppia (rischio incastro). Dopo il rifugio, imbocchiamo per ampia carrareccia la valle che sale verso lo Zuccone dei Campelli e, alla q. 1790 m circa ci abbassiamo di qualche metro seguendo la traccia che porta alla base del Canale della Madonnina. Gli attacchi delle vie si identificano facilmente prendendo come riferimento un caratteristico masso triangolare (sul lato destro della valle salendo) a poche decine di metri dall'inizio delle arrampicate. Il nome delle vie è scritto con pennarello nero alla base. Poco prima di raggiungere l'imbocco del sopracitato canale, abbandonare la traccia e tra sfasciumi e ghiaia risalire il pendio in direzione dell'evidente bastionata rocciosa che permette l'accesso alle vie soprastanti. Raggiungiamo l’attacco della nostra via poco prima delle 10 e iniziamo le manovre di vestizione e sistemazione del materiale e delle mezze corde da 50 mt. Parte luca alle 10.30. 1° tiro: attacca leggermente a destra della scritta il breve muretto verticale che conduce a una più facile zona di roccette. Tiro breve che porta in prossimità del diedro già visibile dall'attacco. 15 m, IV°+, 4 fittoni 2° tiro: Luca si sposta un metro a sinistra della sosta e risale il bel diedro verticale e fessurato (possibilità di trovarlo bagnato dopo periodi di precipitazioni, le protezioni ravvicinate permettono comunque di superarlo anche in queste condizioni). Esce dal diedro a destra e rimonta la placca appoggiata. Da qui per caminetto ben ammanigliato raggiunge la sosta. 35 m, V°+, VI° (il diedro), 8 fittoni. 3° tiro: Per rocce rotte e zone erbose raggiungo la cengia detritica e gli attacchi delle vie della seconda sezioni di parete. 20 m, II°, I°, 2 fittoni. Facciamo sosta e pranzo dopodichè verso le 13 iniziamo le 2 calate in doppia che ci riportano a terra e alle 14.30 con calma riprendiamo la via verso valle, la via verso il ritorno ai nostri impegni quotidiani. A volte anche se si ha poco tempo a disposizione, è bello godere di piccoli attimi di evasione che ci permettono di uscire dalla routine in cui siamo immersi. Alla prossima Luca, grazie. Foto1 la via Foto2 io risalgo L1 Foto3 diedro duro 5c/6a
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