Home Gallery
Reports
Scialpinismo
Escursionismo
Roccia
Ghiaccio e Misto
Mountain Bike
Archivio
Itinerari
Scialpinismo
Escursionismo
Roccia
Ghiaccio e Misto
Fenio...menali
Forum
Ricerca
   Croda da Lago via normale, 08/07/2010
Inserisci report
Onicer  oscarrampica   
Regione  Veneto
Partenza  ponte Rocurto (1700m)
Quota attacco  2450 m
Quota arrivo  2710 m
Dislivello  250 m
Difficoltà  D- / IV ( III+ obbl. )
Esposizione  Est
Rifugio di appoggio  Palmieri
Attrezzatura consigliata  nda,fettucce e cordini
Itinerari collegati  nessuno
Condizioni  Buone
Valutazione itinerario  Eccezionale
Commento Il giorno dopo la bella salita all’Averau e io e Gian siamo di nuovo con le corde in mano diretti verso una mia meta agognata da tanto tempo : la Croda da Lago. Non è una montagna ma una serie di torri (Torre Innerkofler e Campanile Federa separate dalla forcella Eotvos e la cima principale di pochi metri più alta) praticamente fuse tra di loro e che per la forma slanciata ed ardita ricordano le più famose Torri del Vajolet. Montagna fantastica da qualunque parte la si guardi e difficile da scalare perché non esiste una via normale ma solo una via d’arrampicata che è quella che andremo a fare noi. Dal passo Giau scendiamo in direzione Cortina per la sp 638 fino al piccolo parcheggio del ponte di Rocurto (1709 m)che abbandoniamo poco dopo le 6.15 Per bel sentiero CAI saliamo al rifugio Palmieri (2045 m,h8.15) sito in un luogo ameno, che rappresenta il classico “posto da rifugio”: laghetto verde e cristallino, ampia radura erbosa, mucche al pascolo che le invidi guardandole brucare l’erba e sono l’immagine della beatitudine che noi non sappiamo mai raggiungere, e crode meravigliose tutt’intorno. Davanti abbiamo il bel Bec de Mezdì altra salita che sarebbe interessante, così isolato nella sua postazione solitaria sembra il classico gallo nel pollaio. E a destra coperte ora da un poco di foschia le nostri torri. Ci inoltriamo nelle nebbie risalendo lo zoccolo basale(tracce di sentiero per ghiaie prima e per erba e mughi poi fin sotto l’imbocco di un canale franoso) e la vista sul sottostante rifugio e laghetto è estremamente suggestiva. Saliamo lungo il canale per ghiaie e roccette fino ad una specie di forcelletta, da cui verso sinistra per un canale-camino terroso (2° delicato), sopra il quale si riprende il sentiero. Si prosegue lungo la traccia per ghiaie ed erba, e poi per roccette, mirando verso la base delle rocce delle torri del gruppo. Oltre lo sbocco del canalone, le tracce conducono ancora in salita più leggera per erba e ghiaia raggiungendo la larga cengia basale della Croda da Lago, che percorriamo fino all’evidente canale che scende dalla forcella Eotvos(h.10).Ci imbraghiamo e prepariamo alla partenza dopo aver mangiato qualcosa. Non c’è anima viva e il silenzio regna solenne. Saliremo tutta la via a comando alternato con Gian che guida sui tiri che sembrano più impegnativi. Tiro 1 Si sale per facili gradoni obliquando a dx fino a una cengia dove si sosta su spuntone. II, 35 m. Tiro 2 Si prosegue per la cengia verso destra fino ad un chiodo da cui si attacca la parete sovrastante (p. III+), quindi si prosegue in verticale seguendo i punti più deboli della parete, fin quando una cengia permette di traversare agevolmente in direzione del fondo del diedro dove si trova una sosta su due spit in corrispondenza di un largo spiazzo. II/III, p.III+; 65m. Tiro 3 si prosegue dritti per il diedro stando nel suo fondo, fino a sostare sotto una grotta gialla. pp.III, 25m. Tiro 4 Si sale per la bella placca a sinistra della sosta, tenendosi vicini al bordo della grotta dal quale si prosegue obliquando a sinistra seguendo dei gradoni. Una decina di metri prima di sbucare su una rampa-diedro obliqua verso destra si trova la sosta. III sulla placca, poi più facile, 25m. Tiro 5 entrare nella rampa e seguirla fino a tornare quasi sul fondo del diedro, dove si sosta. II/III, 25 m. Tiro 6 Questo è il tiro che permette di sbucare in forcella Eotvos, la forcella che separa la nostra cima dal campanile Innerkofler. Si risale la fessura più a destra sul fondo del diedro. Sbucati in forcella si trova una sosta sulla parete della nostra cima (che è quella a destra), da noi evitata. Abbiamo invece proseguito per i facili gradoni sulla destra, che portano ad un’aerea e comoda cengia sovrastata da strapiombi, dove si trova la sosta su due chiodi. III fino in forcella, poi II; 30 m. Tiro 7 Ultimo tiro! qui la roccia si trasforma, se prima era un bel calcare grigio compatto e dilavato, qui diventa abbastanza marcio e l’arrampicata richiede attenzione. Dalla sosta si continua a seguire la cengia verso sx finchè un canalino permette di accedere alla cima. Sosta su spit integrabile da spuntoni. II; 20m La via è molto discontinua e ha singoli passi anche più impegnativi del grado complessivo del tiro, veramente l’ideale per un primo approccio all’ambiente dolomitico. Siamo in cima alle 13,niente libro di vetta, la cima è un grande ammasso di rocce instabili appoggiate l’uno sull’altro ed è bifida e (ovviamente) si arriva sulla cima più bassa, separata dalla principale (di pochi metri più alta) da una forcellina. Però l’ambiente e la vista sono eccezionali su questo vero e proprio nido d’aquila con la vista che si riempie d’aria e di vuoto. Gli occhi planano lungo gli orizzonti graffiati dalle cime a 360° e ne percorrono i crinali con sguardi che sembran carezze. Tofane,Croda Rossa, Cristallo, Sorapiss, Cima Bel Prà nelle Marmarole, Antelao, Pelmo, Civetta, Marmolada e il selvaggio mucchio verso ovest dove spintonano davanti Nuvolau Averau e lagazuoi e dietro il Sella, le Odle e le Torri di Fanes. Si vede perfino il bianco cocuzzolo del Gross Venediger, negli austriaci Alti Tauri. Dopo il girotondo visivo e fotografico, alle 13.30 cominciamo la lunga sequenza di doppie. Troviamo la prima sosta di calata un metro sotto la cima in versante campanile Innerkofler e arriviamo alla forcella, da cui poi seguiamo le varie soste che si trovano in fondo o nei pressi del diedro/canalone da cui siamo saliti, alternando talvolta a tratti di semplice disarrampicata. Due ore dopo siamo in fondo al canalone e mettiamo via le corde godendoci la discesa fra rocce prima e prati poi sopra al bel laghetto in cui verrebbe voglia di tuffarsi da quassù. Veramente un paesaggio da Heidi. Alle 16.30 ci beviamo una grande Radler al Rifugio felici di reintegrare Sali minerali e le energie spese nella lunga giornata. L’ambiente della via è superlativo ma resta poco frequentato, probabilmente a causa del lungo avvicinamento che porta all’attacco della via di salita (ore 3/4 dal ponte Rocurto). La roccia è buona fino alla forcella Eotvos mentre è discreta nel tratto che porta dalla forcella alla vetta. O forse le basse difficoltà scoraggiano i forti arrampicatori odierni per cui il grado viene prima della sodddisfazione. Paaso momenti a scattar foto nella forte luce del meriggio al Bec de Mezdi( cui prometto visita) e alle belle mucche che gironzolano attorno al laghetto ignare, e forse per questo felici, delle crode che le circondano. Poi alle 17 salutiamo la conca magica e prendiamo la via della discesa per lo stesso sentiero dell’andata.
Foto 1 la via di salita Foto 2 io sul tiro 4 Foto 3 io in cima
Report visto  3276 volte
Immagini             

[ Clicca sulla foto per ingrandire ]
Fotoreport