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   Traversata dei Diavoli, 23/06/2010
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Onicer  oscarrampica   
Regione  Lombardia
Partenza  carona (1200m)
Quota attacco  2500 m
Quota arrivo  2914 m
Dislivello  500 m
Difficoltà  PD / III ( II obbl. )
Esposizione  Sud
Rifugio di appoggio  calvi
Attrezzatura consigliata  corda se non si è sicuri su passi di II°
Itinerari collegati  nessuno
Condizioni  Buone
Valutazione itinerario  Eccezionale
Commento 20 giorni dopo il Pinnacolo, il 23/06/10 ci ritroviamo con Ste per una traversata che avevamo in mente da tempo. Ci sarà ancora un po' di neve in quota ma meglio così renderà più piccante alcuni passaggi e meno pietrosi altri. Concateneremo per creste il Diavolino e il Diavolo due cime dalle forme quasi perfettamente piramidali separate solo da una stretta selletta. Giunti a Carona, iniziamo a camminare alle 5.30 su ripido asfalto fino al bel borgo di Pagliari (10’)e proseguiamo lungo la strada ampia ciottolata e cementata. Passiamo le affascinanti cascate di Val Sambuzza (30' dal parcheggio) e una baita sul margine della strada con annessa fontanella (Casa Birone). Ad un certo punto la pendenza diminuisce fino a camminare in falsopiano per un lungo tratto che ci conduce fino alla bella conca aperta dove si trova il Lago del Prato (1650 Mt.). Alle 6.30 fotografo i riflessi di una bella giornata di sole che vi si specchiano. Riprendiamo ora a salire con una pendenza costante alzandoci sopra il lago per poi piegare verso sinistra. Appaiono lontani i diavoli in ombra,col loro profilo seducente. E con un paio di tornanti eccoci nei pressi del Lago di Fregabolgia e poi sempre fino ad arrivare al rifugio Calvi in splendida posizione al centro di una bellissima conca circondata da alcuni dei più frequentati monti della zona (Aga, Poris, Grabiasca, Madonnino, Cabianca, Vallerossa, Monte dei Frati, ecc...). Dal rifugio discesa sulle sponde del grazioso laghetto Rotondo Scesi in una valletta, la risaliamo poco dopo fino a sbucare nei pressi di una rude baita in pietra (Baite del Poris). Giunti alla sommità della salita sul versante opposto del torrente eccoci davanti all'ampia vallata che scende dal passo di Valsecca. Ora davanti a noi le nostre montagne fanno splendida mostra, attraversiamo il neo-nato fiume Brembo e risaliamo la valle sul lato opposto a gradoni erbosi, chiazzati di neve. Passiamo accanto ad alcuni salti e giochi d'acqua spettacolari e arriviamo in un ampio vallone ormai completamente innevato con stupenda vista sul bel canale nord del Grabiasca e il Poris. Iniziamo su neve a risalire vs il Passo che raggiungiamo alle 9. Son salite le nebbie che ci avvolgono, rendendo misterioso il nostro affrontare le rocce dello spigolo Sud del Diavolino con visibilità quasi nulla. Proseguiamo lungo il filo dello spigolo, scegliendo di volta in volta i passaggi più logici e facili (nell'ordine del II grado superiore). Risaliamo un bel diedrone. La roccia è abbastanza solida, per la media orobica e offre numerosi appigli che attutiscono l’esposizione. Ancora qualche facile roccetta ed eccoci al cospetto della piccola croce in ferro del Diavolino a quota 2810 metri, alle 10 in punto. La possente mole del Diavolo che appare nelle nebbie sopra di noi calamita ogni nostro sguardo, assieme alla visione inquietante della sella da dove siamo saliti,giù in basso sotto di noi. Occorre ora scendere con molta attenzione fino all'intaglio tra le due montagne e Ste mi manda avanti ad affrontare un traverso nevoso che si rivela più semplice del previsto. Per rocce scagliose e lastre, arriviamo alla forcella con molta attenzione sfruttando la rugosità della roccia a placche. Dobbiamo scendere un’ultima paretina di circa 3 metri verticale ma ben appigliata e con solidi appoggi per i piedi. Così facendo “atterriamo” nella neve alla base dello spigolo meridionale del Diavolo. Ripartiamo su buona roccia, ripida ma non difficile (max II grado), e scatto una foto stupenda a Ste che scala in verticale con sotto la neve. Cerchiamo di restare più fedeli possibile al filo di cresta, anche nei tratti decisamente aerei e affrontando un ultimo tratto tra placche, diedrini e un bel passaggio sul filo della cresta, arriviamo in vista della piramide di metallo della cima, sommersa nella neve. Non ci resta che affrontare gli ultimi passi per trovarci sull'ampia vetta del Pizzo del Diavolo di Tenda(2914m, h11). Le nubi coprono un po' tutto ma lasciano liberi i severi versanti nord del Diavolino del Poris e del Grabiasca che si sovrappongono dal nostro punto di osservazione. E bella anche la vista sul proseguio della dorsale che unisce la nostra cima a quella del Rondenino, dell’Aga e del Cigola. Ci abbracciamo felici per la nostra piccola impresa in condizioni ambientali rigide e dopo le molte foto di vetta ci buttiamo in discesa per la via normale lungo il versante ovest che da sulla la Bocchetta di Podavitt. Giunti in fondo allo spigolone ovest sprofondiamo nuovamente a mezza gamba nella neve e verso sinistra ci fermiamo ad osservare lo sviluppo della via Baroni che percorre la cresta Sud-Ovest del Diavolo. E poi giù per neve fin quasi al Calvi dove ritornano chiazze d’erba e dove mi rimetto i pantaloni a mezza gamba. Alle 14.30 ci fermiamo un attimo sulle rive fiorite del laghetto del Prato che sembra dirci che l’estate è arrivata e un’ora dopo concludiamo la nostra fatica col ritorno a Carona. Good. Foto1 Ste sopra la selletta tra i Diavoli Foto 2 noi in cima al Diavolo Foto3 vista aerea traversata
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Immagini             

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