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   Viaz dei Cengioni San Sebastiano e Tamer Grande, 15/08/2006
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Onicer  oscarrampica   
Regione  Veneto
Partenza  passo Duran (1600m)
Quota attacco  2300 m
Quota arrivo  2547 m
Dislivello  200 m
Difficoltà  F+ / II ( II obbl. )
Esposizione  Varia
Rifugio di appoggio  no
Attrezzatura consigliata  nulla se in grado di arrampicare in salita e discesa su tratti di II° grado
Itinerari collegati  nessuno
Condizioni  Ottime
Valutazione itinerario  Eccezionale
Commento Alle 6 del ferragosto 2006,durante le consuete vacanze estive nella casa dei nonni in Dolomiti, lascio Caprile.Scatto una bella foto del livido Civetta al mattino, scendo fino ad Agordo e poi risalgo verso il Passo Duran(1600mt) fotografando il ghirigori di creste che uniscono la cima del San Sebastiano a quelle del Castello di Moschesin passando per la turrita fortezza dei Tamer. Imprimono il loro scuro profilo nel cielo meravigliosamente sereno e appena più chiaro, mentre dall’altra parte della valle il sole accarezza già con i suoi raggi d’oro la piramide dell’Agner. Bei cavalli si godono il momento ai bordi della strada. Io inizio a camminare alle 7.15 per quello che è da alcuni considerato il livello 0 dei Viaz. Si incomincia inizialmente nel bosco, in decisa salita. Uscendo dal bosco mi ritrovo ai piedi delle belle pareti della Cima di Lastie e del Sasso Caleda, che vanno aggirate (breve cengia esposta attrezzata con cavo) e inizio a risalire lungo il Van de Caleda, chiuso sullo sfondo dalla Cima Tamer e le Cime di San Sebastiano: un luogo davvero magnifico! Grandioso anche il colpo d’occhio sulle Moiazze e soprattutto sulle due Civette di cui si vedono le immense creste sud spruzzate di neve recente. Giunti ad un bivio che segnala la salita alla Cima Nord di San Sebastiano e alla Cima Tamer, si deve abbandonare il sentiero segnato, traversando su evidente traccia i ghiaioni per poi risalire in alto puntando l'evidente spallone erboso poco sotto la vetta del Sasso di Caleda. Da qui a quota 2050 mt,inizia il percorso del Viaz dei Cengioni, vero e proprio che si snoda su una cengia, piuttosto aerea, traversando quasi orizzontalmente su vertiginosi pareti, poco sotto le vette delle Cime de Lastie. L’ambiente cambia nuovamente. I mughi spariscono. Siamo in puro ambiente dolomitico, sul versante occidentale del San Sebastiano. Ora il sentiero corre lungo le cengie quasi orizzontali verso sud. Passiamo tre canaloni che scendono dalle cime, alternando tratti di sentiero anche comodo, ad altri di facile arrampicata. Il Viaz è stupendo, semplice anche se bisogna prestare attenzione. Alcune foto prese salendo con sguardo all’indietro danno l’idea di come certi passaggi siano terribilmente aerei e fotogenici. Mentre le si percorre non si ha l’idea del vuoto che si cela oltre il bordo essendo generalmente sufficientemente larghe.Un paio di passaggi esposti, uno con dei chiodi, e arriviamo a deviare verso est dentro la val Caleda, dove sbuca la cima del Tamer. La valle è bellissima. Alle 9 trovo la placca da traversare in discesa abbastanza esposta dove quattro pioli infissi aiutano nella progressione e poi una breve crestina da scendere, un po’ esposta, per aggirare un masso incastrato in un canalino e raggiungere uno spiazzo erboso. Sono alla fine dello stupendo Viaz dei Cengioni. Una sosta per ammirare questo gruppo dal suo interno. Il castello dei Tamer mi si para davanti con tutte le sue turrite cime: Davanti Grande, Piccolo, poi le due cime del San Sebastiano e le forcelle che collegano i promontori. Un anfiteatro naturale che entusiasma gli occhi. Ora punto la Cima del san Sebastiano, nuovamente verso nord, risalgo il canalone detritico che mi porta alla forcella e da qui su a sinistra. Ora con un paio di facilissimi passaggi su roccia e lungo tutta la cresta, alle 10 arrivo alla cima Nord di San Sebastiano (2488 metri slm). Vista sulle Dolomiti semplicemente favolosa. Civetta, Pelmo, Tofane… stupende le placche inclinate della Cima dei Gravinai e della Cima delle Lastie. Scendo e recupero il sentiero dove l’avevo abbandonato per salire sulla cima e alle 10.30 sopra una bellissima nicchia scavata nella roccia e dove è stata deposta una statuetta della Madonna il cartello a direzioni opposte Cima San Sebastiano Cima Tamer. Seguo la direzione seconda e a buona mano ed entro immediatamente nell’anfiteatro roccioso che ha solo un punto debole, la Forcella la Porta(2325 mt) che con breve e faticosa risalita per il ghiaione, raggiungo un quarto d’ora dopo. Qua commetto un errore perché valico e vado dietro ai Tamer. Stupenda vista sulle Forzelete e Cima della Gardesana che sono proprio a portata di mano. Seguo il sentiero che taglia pressochè in orizzontale il ghiaione finchè ad un certo punto vedo sbucare il Tamer Grande, non distante ma irraggiungibile oltre un precipite vallone. Cammino ancora un poco dubbioso ma poi l’errore è evidente e torno perplesso un’ora esatta dopo alla Forcella. Immediatamente vedo l’errore; qui comincia la via normale al Tamer Grande, segnata con vernice rossa, che percorre interamente la bellissima Banca del Tàmer, un cengione da giganti che taglia a metà altezza la parete ovest del Tamer Piccolo offrendo la chiave d’accesso per la vetta. Banca inclinata sempre piuttosto larga ma che essendo ghiaiosa e in alcuni punti un po’ esposta, va percorsa con attenzione. Superato uno sperone, si entra in un canale che va risalito fino all’intaglio tra Tamer Grande e Tamer Piccolo. Dei Tre Tamer disponibili sul mercato, il Tamer Grande non è il più alto (perchè la quota maggiore può vantarla in effetti il Tamer Piccolo, che visto il nome non la meriterebbe), ma è quello più semplice da salire e, insieme al Tamer Davanti costituisce la stupenda Triade che domina Agordo. Provo a risalire verso l’ardito spigolo del Tamer Piccolo ma la roccia molto friabile, l’esposizione e soprattutto il tratto finale, con difficoltà anche di III° grado mi sembrano troppo da affrontare da solo e senza corda e quindi ridiscendo alla forcella divisoria, puntando al Tamer Grande. Supero un breve colatoio, una parete fessurata di 5 m da risalire con buoni appigli (II-) fino ad una cornice, che seguo brevemente verso destra fino alle ghiaie e sfasciumi. Risalgo con attenzione alcuni risalti ghiaiosi ed un breve saltino (I) e raggiungo la placca inclinata della cima con ometto (I grado,2547 mt) che è mezzogiorno. Trovo lì un ragazzo, Stefano dell’Osbel, anche lui viandante solitario, con cui faccio amicizia e con cui mi legherò in cordata pochi giorni dopo e per un periodo successivo che culminerà nell’epica salita invernale al Campanile di val Montanaia. In discesa disarrampichiamo con attenzione la paretina e poi ripassando dalla stupenda banca del Tamer scendiamo raccontandocela fino al Passo Duran dove ritorniamo per le 14.30. Ci diamo appuntamento telefonico ai prossimi giorni per andare ad arrampicare insieme.
Foto 1 passaggio del Viaz dei Cengioni Foto 2 in cima al San Sebastiano Foto 3 I Tamer
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