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   Sasso Manduino, Spigolo Sud-Est, 05/07/2020
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Onicer  Zeno   
Regione  Lombardia
Partenza  Verceia (loc. Casten) (975m)
Quota attacco  2485 m
Quota arrivo  2888 m
Dislivello  400 m
Difficoltà  AD+ / IV+ ( IV obbl. )
Esposizione  Sud-Est
Rifugio di appoggio  Rifugio Volta (autogestito e sempre aperto)
Attrezzatura consigliata  Normale attrezzatura da arrampicata classica su roccia.
Itinerari collegati  nessuno
Condizioni  Ottime
Valutazione itinerario  Eccezionale
Commento La prima volta che notai il Sasso Manduino è stato quando risalendo in Valtellina agli albori della passione alpinistica mi chiedevo se quello scoglio roccioso fosse il rinomato Pizzo Badile...
Cominciando poi a conoscere la geografia delle Alpi Retiche mi resi conto dell’errore ma da allora ad oggi il mio sguardo all’uscita delle gallerie di Colico è sempre comunque catturato dall’imponente cima.
Cercando notizie su internet si trovano informazioni solamente sullo Spigolo Ovest e la Via Normale mentre grazie all’ottima guida “Solo granito, vol. 2” di Mario Sertori veniamo a conoscenza di altri itinerari affascinanti tracciati nel tempo sulla montagna.
Come primo approccio scegliamo lo Spigolo Sud-Est (prima ascensione di Gaetano Scotti, Angelo e Romano Calegari nel 1911) anche perché questo itinerario ci permette di condividere la salita nell’amena Val dei Ratti e la notte al Rif. Volta con altri amici che preferiscono camminare invece che arrampicare.
Al mattino ci dividiamo dunque così: Maria, Sofia, Gioele, Fabio, Luca ed io ci avviamo di buon’ora verso la Forcella di Revelasco mentre Irene, Lucia, Igor, Guido e Dario restano in branda per salire successivamente al Pizzo Ligoncio.

La salita dello spigolo è davvero meravigliosa per la vista splendida sul Lario, la qualità della roccia e il tipo di via che permette liberamente di scegliere dove passare secondo le proprie capacità e sensibilità; riusciamo infatti ad arrampicare spesso su linee parallele ed in breve raggiungiamo la sommità dello spigolo dove inizia la cresta orizzontale ma molto frastagliata che conduce in vetta.
Troviamo questo tratto finale lungo e di difficile interpretazione cosicché quando arriviamo alla desiderata vetta sono le 17 e con noi c’è un po’ di preoccupazione per la discesa dalla la via normale che non conosciamo. Alla fine, nonostante qualche errore di percorso, raggiungiamo la base della parete ed il rifugio.
Sofia e Gioele scendono a valle mentre Luca, Fabio, Maria ed io restiamo ancora una notte e completiamo il giorno successivo una bellissima traversata raggiungendo la Bocchetta di Spassato e scendendo in Val Ladrogno contornando e osservando finalmente da vicino le splendide pareti del Sasso Manduino.

Mòla mia, leù!
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