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   Torre Venezia via normale 2004, 12/07/2006
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Onicer  oscarrampica   
Regione  Veneto
Partenza  capanna Trieste (1100m)
Quota attacco  2050 m
Quota arrivo  2337 m
Dislivello  290 m
Difficoltà  AD / IV ( IV obbl. )
Esposizione  Nord-Est
Rifugio di appoggio  vazzoler
Attrezzatura consigliata  nda
Itinerari collegati  nessuno
Condizioni  Ottime
Valutazione itinerario  Eccezionale
Commento Il 19 luglio luglio 2003, decido in previsione di una futura scalata, di andare a vedere l’attacco della via normale alla Torre Venezia, famosa come la gemella Trieste (più difficile) ma senz’altro più bella con la sua incredibile forma a metà tra donna e sfinge. Impossibile non rimanerne affascinati passando da quelle parti. Nonostante il gruppo del Civetta non si faccia manvare nulla in termini di torri,guglie e punte. Parto alle 13.30 dalla Capanna Trieste e in un ora salgo ai 1700 mt del Rif. Vazzoler. Arrivo all’attacco nel canalone che la divide dalla Torre delle Mede e in 15 minuti salgo fino alla base del 2° masso che lo ostruisce. Ho visto abbastanza per oggi, ritornerò per non fermarmi. Racconto del mio sogno di scalare quella via a filippo (con il quale ho nel frattempo iniziato ad arrampicare) e un giorno di febbraio del 2004 partiamo da Caprile per provarci. Arriviamo in auto a Capanna Trieste che è ancora buio, e Filippo sente molto freddo appena sceso dalla macchina e non riesce a scaldarsi neanche camminando. Arriviamo al Vazzoler e Pippo mi chiede di fermarsi un poco a riposare. Dormicchia ma quando ripartiamo, non è in grande forma e durante la salita vs l’attacco nella neve che si alza, getta la spugna. Peccato perché nonostante la stagione, avremmo potuto farcela visto che la via sulla roccia era pulita e la giornata meravigliosamente blu.
A giugno dello stesso anno durante un tentativo a punta scais con giacomo, conosco Stefano al Brunone e ci diamo vagamente appuntamento perché venga a trovarmi sulle Dolomiti a luglio, dove sarò in vacanza. Sorprendentemente non erano evidentemente solo chiacchere da rifugio), mi telefona e sale.Detto fatto, partiamo per andare a fare la Torre. Lasciamo Capanna Trieste alle 6 e alle 7.15 siamo al Vazzoler. Piccola pausa e poi proseguiamo passando davanti alla chiesetta e seguendo la mulattiera che porta al rif. Tissi. Percorsi 350 m. e raggiunto il punto dove inizia la discesa verso la grande frana sotto alla parete Sud della Torre Venezia, deviamo a dx, e saliamo un dosso erboso, con mughi. Continuiamo per tracce di sentiero sulla linea di cresta e ci portiamo all'inizio di una ripida zona detritica. Risaliamo in obliquo verso sx, fino ad entrare nel canalone che divide la Torre stessa dalla Torre delle Mede e porta alla Forcella di Pelsa. Risalire il canalone, camminando, fino ad un primo salto, costituito da un grosso masso incastrato. (ore 8.15) Saliamo oltre il masso (2°), e proseguiamo camminando fin sotto un altro masso incastrato (secondo salto), da superare, con roccia levigata e quasi sempre bagnata nella parte inferiore (5 m; 3°; passaggio delicato all'inizio). Raggiungiamo poi l'inizio di un tratto coperto di detriti (2°, 3°), e camminando arriviamo sotto un terzo salto da superare sulla destra (2°). Seguire un altro breve tratto detritico fino a un quarto salto di rocce rosse, che si supera facilmente (1°). Ora il canalone si allarga e lo risaliamo per una decina di metri, traversiamo a sinistra su traccia di sentiero (ometti) in direzione di un camino da risalire (3 m; 2°). Segue un tratto a gradoni, (passi di 1°), in direzione della Parete Nord-Est della Torre Venezia, che raggiungiamo in corrispondenza di una cengia. Seguiamo la cengia fin quando si stringe (passaggio delicato). Raggiungiamo un camino, bloccato 4 m. più in alto da un primo masso incastrato e subito sopra da un secondo, che superiamo con passi di 2° e 3°. Ogni tanto usiamo la corda, ma saliamo preferibilmente in libera, anche se Ste appare più disinvolto di me e ogni tanto sono io a chiedergliene l’uso. Raggiungiamo una zona detritica e poco ripida fino all'inizio del canale - diedro della parete Nord-Est della Torre (che rappresenta la scala verso la vetta), e che sale in obliquo verso destra. Lo seguiamo per circa 40 m (2°, 2°+, un passaggio di 3°), fino al suo termine, dove saliamo in verticale sulla parete destra (20 m; 3°) e raggiungiamo una piccola terrazza. Saliamo un camino (2°), e poi dei gradoni (30 m; 1°, 2°). Arriviamo in fine ad un terrazzino oltre il quale la traversata è impossibile. Siamo al passo chiave della via. Io assicuro e Ste si prepara ad affrontare la parete sopra di noi il cui primo tratto della parete è leggermente strapiombante (6 m; 4°). Segue un breve tratto verticale (3 m; 2°+) ed uno finale, inclinato (10 m; 1°). Ste Raggiunge felice un posto di sosta dove si trova un chiodo con cordini, e mi grida che è fatta. Sciolgo un poco la tensione perché il tempo che passava mi faceva paura per via di nuvoloni che si addensavano. Ormai siamo alla larga cengia detritica che circonda quasi completamente la parte sommitale della Torre (20 m; 1°). Seguiamo la cengia verso destra, su traccia di sentiero, e in breve, camminando, siamo in vetta. E’ la mia prima via di roccia e già su una torre che sognavo. Non sto nella pelle e vedo davanti a me, nonstante la paura e la tensione provati, un futuro da alpinista vero. E’ come essere in cielo.
Foto 1 io e la torre in febbraio Foto 2 Ste sul tiro chiave Foto 3 io e Ste in cima
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