Home Gallery
Reports
Scialpinismo
Escursionismo
Roccia
Ghiaccio e Misto
Mountain Bike
Archivio
Itinerari
Scialpinismo
Escursionismo
Roccia
Ghiaccio e Misto
Fenio...menali
Forum
Ricerca
   Sasso Luuuungo, 05/09/2018
Inserisci report
Onicer  oscarrampica   
Regione  Trentino Alto Adige
Partenza  passo sella (2150m)
Quota attacco  2600 m
Quota arrivo  3181 m
Dislivello  700 m
Difficoltà  AD / III+ ( III+ obbl. )
Esposizione  Varia
Rifugio di appoggio  Rif. Demetz, Bivacco Giuliani
Attrezzatura consigliata  Nda
Itinerari collegati  nessuno
Condizioni  Ottime
Valutazione itinerario  Eccezionale
Commento Salutati gli amici di cavacurta e la moglie, dopo esser saliti al cuore rimaniamo al pian delle comelle io e cecco con l’attrezzatura da montagna da stipare nei cassoni della sua moto . Terminata la procedura ci lanciamo vs caprile dove dormiremo dai miei e dopo un giorno di pausa passato alle miniere del Fursil e rapida puntata ai Sass de Rocia, per l’annunciato maltempo, ci lanceremo alla conquista del Sassolungo. E così la mattina del 15 agosto 2018, usciamo furtivi dalla casetta e viaggiamo nella fredda notte. Rombanti e belli gelati giungiamo al Passo Sella in moto e poco oltre dove parte il sentiero per Forcella Sassolungo e il rifugio Demetz. Sono le 5.15 e 5 minuti dopo iniziamo a scaldarci camminando nel buio in salita anche se i neri profili delle 5 dita di Punta Grohmann e della Torre Innerkofler sono comunque distinguibili. L’alba ci coglie salendo e in 1 ora raggiungiamo il rifugio silente e addormentato. Il tempo per una foto al panorama che oltre il sottostante Col Rodella offre a sinistra la Marmolada mentre a destra il Collac e la Crepa Neigra a noi tanto care perché erano le montagne dietro casa nelle vacanza ad Alba, e poi Cima Uomo e le Pale tra cui spiccano Focobon, Bureloni, Vezzana e Cimon della Pala. E guadagniamo la retrostante Forcella soffermandoci un attimo a guardare i cartelloni che raccontano degli alpinisti che hanno scritto la storia di queste pareti: Messner, Karl..e tanti altri. Siamo proprio sotto la parete del Pollice e allo spigolo tentato con Lodo e fatto poi con Filippo. Senza indugi ci gettiamo lungo il vallone che scende vs il Rifugio Vicenza e che abbandoniamo subito preferendogli l’invitante ed evidente sentiero che alla nostra dx conduce alla mitica Cengia dei Fassani chiave segreta per entrare nel regno fiabesco del nostro Sasso. Il primo saltino di primo mattino è sceso senza corda e dà la sveglia, poi la cengia prosegue rassicurante intervallata solo da qualche canalone da risalire fino a quando una paretina che sale vs sx attorno al III° grado, ma parecchio esposta, ci consiglia l’uso della nostra corda da 30 mt per il primo tiro. La vista sulle 5 dita e le Torri Grohmann e Innerkofler che ora vediamo da dietro illuminate dal sole nella loro parte superiore, è sublime. Poi la cengia riprende ma se ne perviene rapidamente alla conclusione svoltando dietro lo spigolo e illuminando lo sguardo con le ciclopiche pareti che sostengono le creste sommitali della nostra cima. Ci attende ora un tratto in traverso attrezzato con un cavo metallico che ci deposita in una nicchia gialla (h 8) dove è attrezzata una sosta per 1 tiro di corda (2 per noi). Si sale una piccola parete ben appigliata che termina su un pulpito che permette, prima la vista sulla cresta discendente del Sassopiatto che anticipa le verdi meraviglie dell’Alpe di Siusi e dello Sciliar e, poco dopo, la vista su quello che rimane del Ghiacciaio del Sassolungo che è stato ricacciato in alto dal riscaldamento termico e ha abbandonato l’alveo scavato pazientemente in migliaia di anni, ora un deserto di sabbie e detriti. Si muovono piccoli puntini umani laggiù che sembrano dei segnavia. Qui si dovrebbe attraversare guidati dagli ometti pressoché in orizzontale e poi scendere al ghiaione ma purtroppo perdo/perdiamo il filo d’arianna e con esso una buona mezz’ora passata a disarrampicare e poi risalire, prima che un solitario di nome Morris ci aiuti a districarci nel labirinto di roccette omogenee e a ritrovare la retta via. E così alle 9.30 siamo all’inizio del canalone basso ma non avendo i ramponi optiamo come tutti di salire la paretina Demetz (variante delle Guide) una crestina prima in bella arrampicata libera e poi per 2 tirelli quando le difficoltà arrivano attorno al 3° grado. Guardando giù, si vedono le strisce di neve che coprono ancora il fondo del canale. Dopo una scaletta e un altro breve tratto siamo, un’ora dopo alla Forcella del Canalone Basso (q.2900), dominata da tante guglie che si lancian vs il cielo. Davanti a noi la piatta e lunghissima cresta sommitale del Sassopiatto, con la croce a diversi alpinisti, lascia appena spuntare dietro di sé le riconoscibili sagome del Catinaccio e del Catinaccio d’Antermoia. Ora, scendiamo brevemente sul lato opposto entrando nella conca detritica ed inclinata, denominata l’Anfiteatro, con fantastica vista sul Gran Campanile del Sassolungo (q.3077) che sfida il cielo e le leggi di gravità. Dopo una 50 di m, arriviamo alla base della parete Gola delle Guide, che in realtà ha più l’aspetto di una rampa che sale vs l’ alto con difficoltà tra il secondo e il terzo grado . La saliamo tutta senza corda finquando alla fine ci chiudiamo troppo sotto gli strapiombi a sx e dopo aver superato un muretto di III° grado capiamo di aver sbagliato e mentre recuperiamo la retta via incontriamo nuovamente Morris, il nostro angelo custode che torna dopo aver desistito dal superare la Torre Rossa: vanamente insistiamo perché ci aspetti e faccia il passaggio assicurato con noi. Tornati sulla retta via, arriviamo subito al bivacco Giuliani (h 12) dove ci prepariamo ad affrontare il tratto chiave della salita. Mi assicuro al verde e piccolo bivacco e seguo cecco che dopo rapida lettura della relazione, passa rapido e sbuca in cima alla torre (q. 3160) invitandomi a salire. Parto di corsa perché arriva un altro solitario (Davide, ma lo scoprirò dopo…) e non vorrei trovarmelo in mezzo. Il passaggio è delicato in traverso ed esposto ma non difficile (classico passaggio psicologico che è meglio fare assicurato,III+) e affianco cecco e riparto finchè finiscono corda e difficoltà e la cresta dopo la torre si riallarga. Riavvolgiamo la corda e alzando lo sguardo ci troviamo in mezzo ad un dedalo di torri e creste che s’inseguono in cerchio: senza ometti (pochi) non si saprebbe proprio dove andare! Sembra tutto uguale e le torrette si susseguono senza grandi differenze di quota. Dopo qualche su e giù dalle torri sommitali stile montagne russe, transitiamo dal’Anticima Sud q. 3160 con crocifisso in legno chiaro e dopo breve discesa finalmente manca solo l’ultima corno con croce lignea semplice temuta insieme con del nastro bianco e dove mi siedo sfinito e quasi commosso alle 13. Sono su una cima che sognavo da tanto tempo e difficile sia per la lunghezza dell’itinerario che per la logistica della preparazione. Mamma mia che fatica, che lunga, che tensione sempre continua..ne parliamo tra noi quando sopraggiunge il solitario a cui chiediamo una foto. Sentita la parlata gli chiedo da dove arriva e mi conferma nei miei sospetti: è Davide un ragazzo di Agordo e allora tra una chiacchera e l’altra stringiamo amicizia fino a decidere di fare insieme la discesa. Il panorama è abbastanza nuvoloso e la luce illumina soltanto lo Sciliar e i verdissimi altipiani erbosi di Siusi, che lo sostengono. Dieci minuti dopo iniziamla discesa o meglio la traversata per il circolo del castello sommitale, risalutando il Gesù dell’anticima. Seguo Davide ancora un poco frastornato che si muove molto sicuro e cecco provando un poco di timore nel tratto in cresta che precede la Torre Rossa e che all’andata avevam percorso legati ma finalmente arriviamo all’anello di calata per la planata direttamente sul bivacco e poi da lì altre doppie con la sua corda da 60 mt lungo tutta la Gola delle Guide. Tornati così alla forcella del Canalone Basso (h15) decidiamo, su consiglio di Davide che l’ha percorso in salita coi ramponi, di calarci lungo il canale anche se a dire il vero le soste sono un poco precarie e vecchiotte..ma tutto va bene. Davide lavora alla preparazione delle varie calate e io e Billy ce la ridiamo facendo gli scemi come ci riesce sempre bene. Scendiamo praticamente su ghiaccio che ha smollato e con gli scarponi che quindi segnano tracce sulla neve. Poi facciamo l’ultima calata su rocce e alle 16.30 atterriamo sui ghiaioni dell’ex ghiacciaio del Sassolungo che visto da questa prospettiva sembra proprio voler scappare in alto vs le cime col suo grigio triste tipico di questi tempi caldi. E ripercorriamo traverso, paretina del pulpito, tratto del filo attrezzato fino a riguadagnare la Cengia dei Fassani dove non affrontiamo in discesa la prima paretina esposta incontrata ma ci avventuriamo in discesa (non so se consigliabile!) per un canalone a sx che con qualche doppia (di cui una verticale) ci deposita praticamente all’inizio della cengia. La vista sui tre Remagi che ci hanno accompagnato durante quasi tutta la salita (5 dita, Grohmann e Innerkofler) è struggente con la prima lucidata dal sole del tramonto e le seconde già in ombra su un fantastico cielo azzurro che dipinge lo sfondo. Risuperato il saltino iniziale, guadagniamo con gli ultimi passi in salita la forcella dove mi soffermo a guardare la cengia resa rossa dall’abbraccio del sole calante e poi esausti dentro al Demetz alle 19.30 dove decidiamo di concederci una Radler prima dell’ultimo tratto in discesa vs il parcheggio. Mentre scendiamo la Marmolada s’infiamma per salutarci e poi vira i suoi colori verso il violetto e il pallido grigio della sera. Giù,alle 20.30, nell’incredibile solennità e quiete che riveste le cime in quest’ora del crepuscolo, salutiamo Davide Paternoster, splendido sicuro e tranquillissimo compagno che con maestria ha guidato la nostra cordata in discesa e ci scambiamo gli indirizzi nella speranza di potersi ritrovare su qualche altra meravigliosa montagna dolomitica. Io salgo in moto dietro cecco: ora la tranquillità recuperata si perderà nel rombo impazzito delle sue accelerazioni. Grazie Don Francesco, grazie Davide. Foto 1: cecco 1° tiro sulla crestina Foto 2: io alla fine della crestina Foto 3: io e cecco in cima
Report visto  3306 volte
Immagini             

[ Clicca sulla foto per ingrandire ]
Fotoreport