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   tentativo via gheza al pizzo camino, 22/07/2018
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Onicer  oscarrampica   
Regione  Lombardia
Partenza  schilpario (1125m)
Quota attacco  2100 m
Quota arrivo  2490 m
Dislivello  300 m
Difficoltà  F+ / III ( III obbl. )
Esposizione  Nord
Rifugio di appoggio  no
Attrezzatura consigliata  eventuale spezzone di corda per i brevi risalti di II° e III° grado, casco
Itinerari collegati  nessuno
Condizioni  Ottime
Valutazione itinerario  Ottimo
Commento Giunge inaspettata la chiamata di mio fratello che mi avvisa di avere un giorno a disposizione per andare in montagna: credo siano decenni che non scaliamo più assieme, ai tempi circolavano nomi altisonanti, il Bianco , l’Eiger..Ma tantè l’occasione è da non lasciarsi sfuggire e gli propongo un avventura in Val di Scalve lungo l’infinita via di cresta ora percorsa dalla Via Attilio Gheza e che collega la cima del Pizzo camino a quella della Corna di san fermo dopo aver attraversato le cime di Variala, la cima Moren e i corni del Negrino. Sono appena guarito, spero, da un ‘ernia cervicale che mi ha costretto all’immobilismo negli ultimi 6 mesi e per cui ho scongiurato appena in tempo l’intervento chirurgico già programmato per fine maggio. Arrivati alla bocchetta delle Pale saliremo anche la Corna delle Pale.Giro lungo, lunghissimo per come da noi concepito attorno alle 15 ore o forse più.Sveglia antelucana come ai bei tempi e alle 3.30 del 27/6/2018 ci troviamo a Crema.Alle 5.55 fotografo le prime luci colorare d’un tenue arancio le creste del Camino e poco dopo cominciamo a marciare da Schilpario (q. 1100) sulla terribile stradina cementata che ribattezziamo la rampa della muerte per le sue improbabili pendenze e che sale verso la nostra montagna. Alle nostre spalle Tornone e Tornello sembrano guardare divertiti le nostre fatiche e mezz’ora dopo arriviamo sui verdi e incolti prati di Malga Epolo(q. 1520) traversando per erbe alte e prati recintati dove pascolano muli che ci guardano dubbiosi. Puntiamo verso il canalone ghiaioso dall’altra parte della conca erbosa e che guida verso il misterioso sentiero scomparso che sale verso il nascosto passo di Varicla. Iniziamo a salire il macereto dove colonie di mughi tentano la ripopolazione arborea e poi per i ghiaioni più sterili che salgono verso le pareti della chiusa verso il passo. Alla nostra destra ci salutano la Cornabusae i prati d’oro di Malga Voia. Ci infiliamo nel canalino roccioso nascosto dietro una quinta rocciosa e raggiungiamo il piccolo intaglio(q. 2100) alle 8 con straordinario panorama vs valle che da sulla corona delle 6 cime che si dispiega in tutta la sua selvaggia prepotenza e bellezza e sull’arco orobico. Dall’altra parte ci aspetta il sole e il Pizzo Camino e mi siedo nella luce ad aspettare l’arrivo del fratello. Pochi passi in discesa e pochi a dx per trovare la targhetta della via gheza(Diff. Ad,Max IV°) e i bolli blu che con sottile discrezione conducono vs i primi risalti della parete nord del camino. In fondo a dx riconosco come in un deja vu il rotondo passetto allora nevoso dove giunsi assieme a max qualche inverno orsono nell’invernale ai camini nord del Pizzo Camino.I bolli azzurri ora deviano decisi vs la parete a sx, superiamo e attraversiamo un piccolo nevaio residuo mentre alle nostre spalle la bella parete del Sossino precipita verticale e grigia a sx e inclinata e verde verso destra. Arriviamo all’attacco della via alle 9 dove affrontiamo un risalto roccioso lambito dalle nevi e superiamo due brevi placchette di II° la prima e con un breve passo di III° la seconda per cui usiamo la corda. Entriamo così nei canali che portano verso la cima tra ghiaie pietre e qualche tratto un poco più solido finchè nell’azzurro limpido del cielo si staglia la croce di vetta (q. 2410,h 10). Celebriamo con qualche autoscatto la nuova impresa della formidabile coppia di fratelli, poi mi dedico al panorama (lago di Lova sul versante di Borno e Presolana), alle riprese del proseguio della via verso la prima Cima di Varicla che incontreremo (la Terza) e al sorriso contagioso di Walter. Ripartiamo poco dopo decisi scendendo per la normale del Camino fino a quando i bolli ci obbligano a proseguire vs il selvaggio e sinistro non solo geograficamente lato della montagna che conduce appunto alla Terza cima di Varicla( detta anche Cima Tabak). Guardo Walter osservare preoccupato la severa e dentellata cresta che ci attende ma per fortuna una provvidenziale cengia ne permette l’attraversamento su terreno infido ma non difficile e ci deposita mezz’ora dopo ai piedi della parete Tabak uno dei tratti più difficili dell’intera via, nei pressi di un forcellino che segna il punto d’attacco, caratterizzato anche da un singolare pinnacolo roccioso. Lo spigolo da risalire non sembra complicato tranne in un punto dove si raddrizza. Ci imbraghiamo e parto, raggiungo assicurato il primo spit ma il passo di IV° che richiede decisione mi impegna e mi respinge fino a quando rischio di volare impostandolo male e così mi arrendo alla mancanza completa di allenamento di questo periodo e con le braccia in fiamme ma il collo a posto( spero…) e il morale sollevato dall’averci almeno tentato mi ritiro come da programma nelle uscite arrampicatoriecon mio fratello. Mi spiace più per lui che per me, mi sarebbe piaciuto regalargli questa cavalcata..ma sarà per la prossima volta.Ci ritiriamo fedeli al motto più importante della montagna: alpinista che torna buono per un’ altra volta! E così ripercorriamo il traversino e torniamo in cima al camino da dove alle 13 dopo aver pranzato iniziamo a scendere dal canale della via normale ancora a tratti innevato. Alla base dei ghiaioni traversando verso il passo di Cornabusa (h 14.15) incontriamo stupende fioriture che rendono meno amara la vista che corre sulla grande cresta che avremmo dovuto percorrere. Sopra Malga Voia spettacolari fioriture primaverili tapezzano di giallo i verdi prati e permettono bellissime inquadrature verso la grigia piramide del Sossino e il turrito castello del Pizzo Camino che acquistano straordinaria dignità. Poi grandi fioriture di maggiociondolo continuano ad accompagnare e allietare la nostra discesa colorando con le loro grandi chiazze gialle il verde brillante degli abeti e trasformando il bosco in una grande tavolozza. Che spettacolo la natura quando fiorisce di colori! Passiamo per la malga (q.1560, h 15)e poi giù fino a Schilpario dove atterriamo per le 16. Felice per la gita, per la ritrovata compagnia di mio fratello, per l’ernia cervicale che pare essersi addormentata dopo 5 mesi di calvario..ora posso provare a tornare ad allenarmi…. Foto1 fratelli in cima al Pizzo Camino Foto2 lo spigolo della parete Tabak Foto 3 la grande traversata
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