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   Antimedale, via Chiappa, 16/11/2016
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Onicer  oscarrampica   
Regione  Lombardia
Partenza  Lecco rione Malavedo (500m)
Quota attacco  650 m
Quota arrivo  900 m
Dislivello  200 m
Difficoltà  D- / VI- ( V obbl. )
Esposizione  Sud-Est
Rifugio di appoggio  nessuno
Attrezzatura consigliata  protezioni semi alpine quindi cordini e friend se necessario integrare
Itinerari collegati  Antimedale (900m), via Chiappa
Condizioni  Discrete
Valutazione itinerario  Buono
Commento Non trovo nessuno disponibile all’avventura sulle creste della Valgrande e allora accetto l’invito di Nadir per una giornata ad arrampicare. I soliti appuntamenti ed impegni ci costringono a tempi ridotti e allora il 21/10/2016, andiamo in Antimedale per fare la Via Chiappa che avevo già salito in gioventù con Filippo. I gradi ballano fra il IV° e il V° col tiro chiave attorno al VI° e quindi dovrebbero essere abbordabili: insomma giornata tranquilla e plaisir sotto un sole quasi da maglietta. Da Lecco seguiamo le indicazioni per la Val Sassina (no superstrada) fino a quando in corrispondenza di uno stretto tornante a destra, viriamo a sinistra la via Quarto (fraz. Rancio) sino a raggiungere una sbarra chiusa dove parcheggiamo che manca poco al mezzogiorno e la parete del Medale è illuminata da un timido sole autunnale che comunque scalda parecchio. Proseguiamo oltre la sbarra e, al primo tornante, abbandoniamo la strada asfaltata verso sinistra lungo un sentiero che costeggia le reti paramassi sino ad incontrare la palina che indica l'Antimedale e la ferrata del Medale. Raggiunto il canale ghiaioso saliamo sino alla parete, dove alla base delle vie i nomi sono scritti con della vernice. L'attacco è in comune con quello della via L'Altra Chiappa. 1° tiro: alle 12.30 raggiunta la parete dell’Antimedale inizio ad arrampicare partendo indomito e coraggioso visto che il primo tiro è III° e IV° e m’alzo rapido ed efficiente sui primi facili risalti, poi la via s’inerpica per una sprotetta placca inframezzata da una cengia erbosa: non è difficile ma mi sembra strano non veder protezioni e comunque banalissimo non è. Di contro a sx s’alza davanti a me una bella placca granulosa e protetta da spit ma che certo non è quella della nostra via ma probabilmente dell’altra chiappa, via ben più dura. Abbiamo abbastanza fretta e allora indeciso sul da farsi mi calo e lascio libero Nadir di scegliere cosa fare. Lui sale la placca sprotetta che dovrebbe essere la via giusta e quando lo vedo proteggersi, un poco mi rincuoro poi segue un canale che sale obliquo verso sinistra. 45 Mt., III, IV, 4 fittoni. 2° tiro: viste le mie incertezze iniziali e i gradi dei tiri successivi lascio a Nadir il comando delle operazioni e lui superato il risalto verso destra esce sulla placca soprastante seguendo una serie di fessure oblique verso sinistra fino alla sosta. 25 Mt., V-, 3 fittoni. 3° tiro: Nadir sale verticalmente fino ad un piccolo strapiombo da aggirare a destra e poi traversa ancora a destra oltre un pilastrino e segue il diedro successivo che, piegando a sinistra, porta in sosta. 45 Mt., IV, V-, 3 fittoni, 2 chiodi. Tante erbaglie crescono fra le protezioni sempre abbastanza lunghe e da integrare, se si è più abituati allo stile falesia. 4° tiro: Nadir sale direttamente il diedro-canale sopra la sosta, poi devia leggermente a destra e raggiunge una sosta sotto un tetto. Poi traversa a sinistra fino a raggiungere e oltrepassare l'evidente spigolo dietro al quale si trova la sosta. 35 Mt., V, IV, 3 fittoni, 2 chiodi. 5° tiro: arriviamo così al tiro chiave, il quinto. Nadir attraversa in orizzontale su placca vs sx e poi lo colgo osservare fermo vs l’alto. Poi sparisce alla mia vista e la corda sale veloce verso l’alto per poi bloccarsi a lungo. Immagino la difficoltà e mi godo il sole e, seduto, gli ultimi attimi di tranquillità. Poi come al solito giunge l’avviso di partenza e parto curioso di vedere cosa c’è dietro l’angolo. In effetti visto da sotto il diedro che devo affrontare, appare arcigno. Ma è quando ci arrivo che m’accorgo che butta in fuori e dopo un po’ di tentativi per forzare il passaggio (anche un poco unto..) le braccia cominciano a dolere e allora non resta che affidarsi alla corda ben tesa che porta vs nadir per vincere lo strapiombino con un poco d’aiuto. Certo non sembra un passo di 5b, ma più duro. 25 Mt., IV, V+ (forse VI-), V-, 2 fittoni, 2 chiodi. 6° tiro: dalla sosta Nadir traversa, abbassandosi un poco, verso sinistra per raggiungere una bella placca fessurata che sale in obliquo a sinistra fino a rocce più facili che conducono alla sosta. 35 Mt., V-, IV, III, 2 fittoni. Ci raccordiamo allora con la soprastante boscaglia e il sentierino impervio ed attrezzato che, dopo un lungo traverso verso sinistra, perde quota fino al canale ghiaioso che riporta in prossimità dell'attacco. Via ottimamente chiodata con fittoni resinati e tutte le soste sono attrezzate con catena e anello per la calata. Poi scendiamo all’auto e m’accorgo di non avere più il telefonino. La speranza è quella che possa essere cascato dalla patella dello zaino mentre li nascondevamo per salire leggeri la via. Nadir mi presta il suo cell. e io comincio a chiamarmi mentre risalgo di passo veloce sperando di sentire la cantilena di matrilineare, ma il bosco tace sempre … finchè arrivo all’ attacco della via. Con molta trepidazione schiaccio la verde cornetta consapevole che è l’ultima possibilità e subito giubilo nell’ascoltare il mio gingle preferito..giaceva proprio lì il mio piccolo che raccolgo e con dolcezza m’infilo in tasca per riportarlo in luoghi più adatti alla sua sopravvivenza. A.A.A. CERCASI ESCURSIONISTALPINISTA. Appello ai lettori: CHI VIENE CON ME IN VALGRANDE? chiamate senza problemi il 348/0305263 oppure scrivete a oscarrampica@gmail.com ….divertimento ed avventura assicurati!!!!
Foto1: io alla sosta 1 Foto2: seduto a s4 foto3: nadir osservail diedro chiave
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