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   un crozzon rimpianto allo spigolo nord, 01/09/2016
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Onicer  oscarrampica   
Regione  Trentino Alto Adige
Partenza  vallesinella (1500m)
Quota attacco  2200 m
Quota arrivo  3135 m
Dislivello  1000 m
Difficoltà  D- / IV+ ( IV+ obbl. )
Esposizione  Nord-Ovest
Rifugio di appoggio  brentei
Attrezzatura consigliata  se non si viaggia bene sul 4 servono friend e cordini per integrare
doppie corde
Itinerari collegati  nessuno
Condizioni  Ottime
Valutazione itinerario  Eccezionale
Commento Eravamo partiti agguerriti il tardo pomeriggio del 18/08/2014, pianificando tutto per bene portandoci la sera prima al Park di Vallesinella e dormendo lì in tenda così che alle 4 del mattino dopo eravamo già pronti per la partenza. Avvicinamento al fresco, rapido e veloce anche se non panoramico e alle 6 già salutavamo le fioche luci delle finestrelle del Brentei e fissavamo le prime immagini di giornata sulle nostre retine guardando negli occhi la parte visibile dello spigolo nord del crozzon elevarsi potente verso i cieli ancor cupi. In alto aleggiavano nebbie ristagnanti che coprivano le cime ed ogni tanto manifestavano le meraviglie che celavano: rocce illuminate nascoste da filamenti di zucchero a velo che s’impigliavano ovunque. Tosa Sfulmini, apparivano e scomparivano. E poi alle 6.20 un bagliore arancione sulle rocce più alte del Crozzon mi fa sognar d’esser già lassù. La luna saluta e noi seguiamo il sentiero evidente verso lo spigolo che si avvicina e ci sbattiamo contro che son quasi le 7. Ci prepariamo e Nico inizia a scalare che son quasi le 8. Lento ma sale e mi recupera quando lo spezzone di corda che abbiamo finisce su un terrazzino ideale per la sosta. Ora la parte alta del diedro sembra più impegnativa e non abbiamo neanche la certezza di dove prosegua. Non c’è traccia o materiale e tutto sembra diventato improvvisamente gigantesco. Son le 9.30 quando riguadagno la base e fotografo nella luce del mattino ritornata Cima Mandron e Brenta e assisto alla calata di Nico che mi raggiunge sui ghiaioni basali. Passiamo sotto al Canalone Neri, all’innevata Bocca di Brenta, al Campanil Basso prima di tornare al Brentei per le 11. Dopo una pausa decidiamo di fare un giro LL’Alimonta che raggiungiamo poco prima delle 13 immersi nuovamente nelle nebbie che ogni tanto sputano qualche cima meravigliosa nelle magiche tonalità arancionere di questi luoghi: Brenta Bassa e Alta, Cima Molveno e degli Armi, Torre di Brenta,Sfulmini. Pranziamo, beviam birre per dimenticare, alle 15 passiamo per l’ennesima volta dal brentei e poi giù meditando vendetta. Torniamo con nico due anni dopo sul luogo del delitto, dove morirono le nostre mire alpinistiche; laddove fummo ricacciati indietro da una serie di scuse più che valide che elenco in ordine decrescente di importanza: 1 avevamo solo uno spezzone di corda da 30 mt (pensavamo fosse una via discontinua con piccoli salti rocciosi e non volevamo appesantirci..) 2 il meteo era veramente incerto e nebbie e nuvole s’impadronivano della nostra visuale oltre che della nostra paura 3 la roccia era bagnata e fredda 4 io mi stavo ….sotto, non mi piaceva niente della situazione in cui stavamo per cacciarci. Bisogna dire che nico eroicamente riuscì a raggiungere il primo terrazzino e che recuperatomi su sosta a friend, essendo già finita la corda, insisteva per proseguire. Ma le mie suppliche alla fine lo impietosirono e perfino lui si commosse quando mi vide scavare con le unghie nel tentativo di creare un punto di sosta decente a cui affidare il nostro spezzone per la doppia. Tutto andò bene e recuperato fiato riprendemmo a litigare dopo che i piedi poggiarono nuovamente e saldamente sulla terra ferma. Stavolta è la fine di agosto del 2016 e una settimana di alta pressione sulle Alpi ci induce a toglier la polvere dalle scarpette e rispolverare questo sogno che corre lungo gli oltre 1000 mt dello spigolo nord del Crozzon. Tutto è sognato nei minimi dettagli e la sera partiamo per vallesinella park dove arriviamo a notte fonda e preparata la tenda alla luce delle frontali ci addormentiamo verso l’una sognando la prossima notte che faremo a 3135 mt al bivacco Castiglioni guardando negli occhi le stelle e le luci del mondo laggiù. Ottimo risveglio, e alle 7 salutiamo il parcheggio. Ottimo passo, tre quarti d’ora dopo passiamo dal Casinei e poco dopo appare il mostro. Salendo il sentiero che è un autentico panorama si metton in fila ad un certo punto la Brenta Alta, gli Sfulmini, il Campanile Alto e la Brenta Alta e la Bassa divise dalla Bocca omonima. Alle 9 luccicano di sole i prati del brentei mentre il rifugio è in ombra e le luci sono accese su Tosa e Crozzon in uno spettacolo d’incredibile bellezza. Non c’è una nuvola in cielo e mentre ci avviciniamo allo spigolo perfino la luna lo arrampica seguendone le torrette. Soliti riti preparatori alla base e alle 10 siamo legati per affrontare il diedro di ottima roccia grigia( cito Buscaini) che poco a sx del fil di spigolo permette di alzarsi verso il primo grande terrazzo. Condizioni ottimali ma Nico si ferma dopo 15 mt e non riesce a raggiungere un chiodo che occhieggia poco più su. Il vederlo scendere è un grosso colpo al mio morale perché se non va lui, le speranze di proseguire si riducono al lumicino ( io è troppo che non arrampico soprattutto da primo e non son pronto neanche per pensare di poter tirare su una via del genere). Quando lui si cala provo io anche solo per vedere com’è.. che non sembra così duro. In effetti raggiungo il chiodo senza problemi ma poi la decina di metri improteggibili che mi spingerebbero vs la salvezza m’inchiodano e non ho voglia di rischiare per una sconfitta ormai scritta dal tempo che abbiam perso. Proviamo senza zaini tanto per (che poi recuperiamo) e finalmente Nico sbuffando e ricordandosi del grande alpinista che è stato riesce a passare e ci ritroviamo al terrazzino dove il nostro ancoraggio della precedente calata ci saluta festoso e sembra volerci dire: “non salite oltre, fidatevi di me, scendete finchè potete”. Indecisi sul da farsi..pensavamo in un primo tempo la via deviasse vs sx e l’evidente fessura ma ci accorgiamo invece che è più facile su dritti e poi a sx…ma ormai è tardi e la delusione prende il sopravvento. Non ha senso proseguire dopo tutte queste incertezze solo al primo tiro su una via così lunga e immensa. Per la seconda volta in due anni decidiamo di dar fiducia alla nostra “vecchiasosta”. Troviamo le parole giuste ( dobbiamo tornar più preparati…) e ci caliamo a terra a mangiare la nostra delusione sotto forma di cioccolatini e barrette che sono… quasi le 15!!!. Torre di Brenta, Sfulmini, Campanil Alto e Basso, Brenta Alta e Bassa ci guardano benevoli dorati nella calda luce del meriggio ed incollati ad un cielo che più blu non si può. C’è amarezza ma come non lasciarsi vincere da tanta bellezza? Alle 17 riguadagniamo il Brentei e zoomiamo vs il Cevedale che appare lontano come un bianco miraggio e come se il nostro sogno non fosse altro che un miraggio scendiamo a valle con un’unica convinzione: torneremo spigolone, più forti che mai torneremo, …e vinceremo la tua bellezza. foto 1 mondobrentei foto 2 nico sul primo tiro Foto 3 nico sul terrazzino di calata
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