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   Punta di Scais, cresta Corti (variante Longo Giudici), 03/08/2015
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Onicer  fabiomaz   
Regione  Lombardia
Partenza  Agneda (SO) (1220m)
Quota attacco  2450 m
Quota arrivo  3038 m
Dislivello  700 m
Difficoltà  AD+ / IV+ ( IV obbl. )
Esposizione  Nord-Ovest
Rifugio di appoggio  Capanna Luigi Mambretti
Attrezzatura consigliata  N.d.A. in ambiente severo, selvaggio e assolutamente fuori mano e pochissimo frequentato. Occorre una buona dose di esperienza su questo tipo di terreno. Per la variante Longo-Giudici consigliate le scarpette per il primo di cordata.
Itinerari collegati  Punta di Scais (3038m), cresta Corti
Condizioni  Ottime
Valutazione itinerario  Eccezionale
Commento Finalmente la Corti!
E' la regina delle creste orobiche di cui riassume tutte le caratteristiche principali. Era una classica e ora i passaggi di cordate si contano sulle dita di una mano.
Oltre un chilometro di cresta che alterna arrampicata su roccia buona, tratti camminabili ma sempre esposti, una variante bella tosta, una successione di torrioni da salire e scendere, ambiente isolato e selvaggio con vista sui rari apparati glaciali che ancora (per poco) si annidano nelle Orobie.
E' l'essenza dell'alpinismo che piace a me: difficoltà contenute, impegno elevato, via da cercare, cenge da esplorare, salite e discese, solitudini.
Era la salita che da alcuni anni con Marco volevamo ma allo stesso tempo temevamo, anche e soprattutto per la qualità della roccia nel passaggio chiave.
Abbiamo risolto il problema alla radice facendo la variante Longo-Giudici che tutti consigliano ma pochi fanno. Il cordino di calata trovato in sosta la dice lunga. Si svolge effettivamente su roccia da buona a ottima anche se molto scivolosa e, come ci avevano detto, è decisamente fuori scala rispetto al resto della salita, in quanto a difficoltà. Il grado IV+ è, senza mezzi termini, sbagliato, fa ridere pensare che possa essere lo stesso IV+ del passaggio delle placche superiori. Direi che ci sono almeno due passi di V+ e in via si trovano solo 2 chiodi e una sosta da verificare attentamente. Ci è venuto il dubbio che la variante originaria non sia quella descritta nelle relazioni e indicata dalla sosta ma che, al termine della fessura (IV-, corretto), si spostasse subito a sinistra per un diedro camino dall'aspetto più bonario di quello che oggi si percorre.
Giunti in vetta la salita è finita ma non l'impegno. La riattrezzatura della normale allo Scais ha semplificato le cose ma non tolto la tensione per i sassi mobili del canale Baroni e alla discesa della sottostante pietraia. Messo piede sulla vedretta di Scais, oramai in disfacimento, si perde quota scivolando sulla neve di quella che in inverno è una gran sciata. A piedi invece la discesa è ancora lunga, lunga.

Con la formazione tipica delle "Obrobricate di avventura": Davide "Fourfingers", il Peggy ed io.
foto 1: la cresta fa capolino tra le nebbie la sera prima
foto 2: vista sulla vedretta di Porola
foto 3: tipico tratto in saliscendi
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