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   Accendi il Badile!, 01/10/2014
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Onicer  darioalpago   
Regione  Lombardia
Partenza  Bagni di Masino (1170m)
Quota attacco  2900 m
Quota arrivo  3303 m
Dislivello  400 m
Difficoltà  PD / III+ ( III obbl. )
Esposizione  Sud
Rifugio di appoggio  Bivacco Piacco (Gianetti)Biv Redaelli
Attrezzatura consigliata  2 mezze qualche cordino eventualmente un paio di friend medi
Itinerari collegati  nessuno
Condizioni  Ottime
Valutazione itinerario  Ottimo
Commento Condizioni ancora molto buone per questa passeggiata.
Assenza di neve lungo il percorso ben segnato e abbastanza logico.
Bella passeggiata con tratti di arrampicata facile su una parete piena di storie che su questa linea trovano la semplicità di guardarle.
La via è poco più che una passeggiata ma l’ambiente ne fa cosa da non sottovalutare.
Certo per arrampicare basta guardarsi intorno.


Questa si che è una decisione all’ultimo minuto!
Il programma era un altro, il socio era un altro, perfino la via e la cima erano altre…
Con il Teo Master si doveva andare a fare la bella Mariomonti alla punta Sertori ma impegni e meteo non ci volevano proprio far andare!
Martedì sembra la classica occasione last chance così prepariamo tutto con la riserva dell’aggiornamento meteo delle 12 di lunedì…
Ore 12 il meteo non convince il socio e salta tutto nella tradizione che le vie in Masino si fanno in anni dispari,quando mi chiama Gianluca per dirmi che è libero per una normale al Badile!
Detto fatto alle 13 partiamo verso i Bagni di Masino in fretta e furia per cercare di arrivare prima del buio alla Gianetti.
Partiamo verso le 16 carichi di peso e desideri appagati e istigati dalla strabiliante val Porcellizio che in ogni dettaglio sa stupire come la prima volta.
Saliamo forte con la voglia di strappare le luci al cielo blu e alle pareti d’argento.
Di contrappunto la natura semplice e imbarazzante dei boschi e dei pascoli ci fa perdere nei giochi d’acqua e nelle placche venate di quarzo.
Arrivano le baite e 2 caprette ci accompagnano in questa fiaba antica e mai vecchia.
Una serpe addormentata e finalmente la piana che sostiene i giganti più belli del mondo(almeno in questo momento)
Siamo saliti abbastanza forte e accuso un po di fame ma resisto sono gli ultimi 400 metri poi avrò una bella minestra calda…
Lo spigolo Vinci continua a stregare irrimediabilmente mentre le nuvole grigie spengono lentamente il tramonto come cenere su braci d’argento…
Le finestrelle chiuse del rifugio mandano un riflesso di umanità mentre tutt’intorno è silenzio.
Arriviamo al Bivacco Piacco carico di polvere e subito tiro fuori il fornelletto per la tanto desiderata minestra…
Metto l’acqua nella pentolina insieme al contenuto della busta della famigerata “minestra della nonna”e tiro fuori l’accendino….
Ma nella tasca superiore dove lo tengo sempre non c’è…
Eppure l’ho messo li solo qualche ora fa eppure non c’è!
La fame e il freddo mi fanno disperare per un attimo non abbiamo molto da mangiare oltre poche cose secche.
Cominciamo a cercare nel bivacco dove troviamo ogni cosa dalle ciabatte al sapone perfino della diavolina e delle cartucce per il fornellino ma di un accendino o un cerino nemmeno l’ombra!
Non ci credo sono quasi fuori di me ci deve essere un cazzo di accendino con tutte queste candele catucce e diavolina!
Mangio un pezzo di cioccolato riprendomi un attimo dal calo della salita e decido di cercare il famoso accendino fuori dal bivacco dove c’è un inceneritore e aimè parecchi rifiuti.
Continuo fino al calare del sole e oltre con la pila frontale, ma non trovo nulla se non rifiuti d’ogni genere e milioni di mozziconi di sigarette..
Trovo gli occhi di una bellissima volpe che non comprende la ricerca di questo non fumatore affamato di una scintilla..
Gianluca si è messo il cuore in pace e mangia una scatoletta di tonno mentre io non mollo!
Fortunatamente qualcuno ha lasciato un paio di scatolette che smorzano un po la fame e la delusione…
Sono quasi le nove e le stelle non scaldano una notte ormai fredda con la temperatura poco sopra lo 0.
Entro per mangiare la scatoletta di tonno mentre Gianluca esce per godersi la stellata.
Mangio solo quasi accettando la dieta forzata prima di uscire vedendo la Volpe che guarda il socio annusare il terreno alla luce di una frontale made in Cina con ben 2 lumen!(non illumina 3 cm!)
Mi dice che con questa quantità di mozziconi deve esserci un cazzo di accendino!
Se lo dice un formatore!
Certo quando lo cercavo io sembravo un pirla ma in due adesso siamo una squadra!
Gli mostro tutte le zone già battute e decidiamo di spostarci dal rifugio di un poco…
Il socio urla ma è una molletta per capelli….e lui è pelato?!
Urla ancora e ne trova un’altra!e io un po’ penso che sono i primi sintomi della follia mentre trovo schifose lattine infognate in perle di Granito.
Siamo distanti quando sento urlare VAI!VAI! VAAAIIIIII!!!!
Avrà trovato l’ennesima molletta ma continua…
Salgo e gli chiedo se lo ha trovato e mi risponde SIIIII!!!!!!!
Un accendino giallo strappato alla maleducazione e al puro granito..
Urliamo felici come non mai mentre nella valle si rimpalla una parola sola Accendino, Accendino, Accendino!!!!!
Apro il gas con timore…ci basta solo una scintilla, una sola e mangeremo qualcosa di caldo!
La scintilla arriva e il fuoco scalda l’intruglio ormai rappreso della minestra della nonna ormai divenuta bisnonna…
Ci abbracciamo continuando a urlare Accendino,Accendino Accendino!!!!
Di li a poco sorseggiamo una fumante minestra della bisnonna con un sorriso autentico e una serenità ritrovata..
La salita è lontana come il freddo dissolto nell’aria pesante del bivacco…
Tutto slittato piacevolmente ma l’orario è tardo e ci mettiamo a dormire…
La notte non porta riposo per nessuno visto che non riusciamo a chiudere occhio se non fin quando suona la sveglia che interrompe l’unico sogno della nottata..
Ci svegliamo con una parola:ACCENDINO!
Con quella scintilla facciamo un buon thè con biscotti e un caffè prima di partire alla volta della nostra cima ancora divertita del clamore serale.
Ci addentriamo nel magnifico anfiteatro difeso dal Dente della Vecchia e Torre Anna mentre il sole accende il Cengalo e il Badile.
Prima dell’attacco vediamo un enorme stambecco che ci guarda ricordando chi è il vero padrone di casa.
Attacchiamo la via normale con la curiosità di questa linea tranquilla ma soprattutto questa parete ricca di tanto tanto fascino.
Una cengia sinistra destra fino al camino sovrastante la croce Caselli Piatti raggiunta aggirando il camino con un caratteristico passo del gatto molto più semplice di quanto appaia in foto, e un camino sulla sinistra dove si incontrano gli unici veri movimenti d’arrampicata della via.
Dalla croce si sale ancora superando una sosta su masso incastrato(Si può tranquillamente andare in conserva)e si devia a destra scendendo di poco per guadagnare il canalone centrale con la cuspide di vetta che osserva dall’alto.
Spesso si trovano bolli rossi sul percorso e soste a cordoni che aiutano l’identificazione del percorso che è comunque molto logico e volendo anche libero visto la struttura della parete.
Invece di salire l’avancorpo a sinistra in vista della cresta con roccia scura salgo a destra su un bel canale argentato per poi traversare a sinistra in corrispondenza di una sosta cementata.
Il meteo è variabile ora neviscia ora torna un timido sole…tutto aumenta il fascino di questo ambiente ricco di densa solitudine tutta per noi.
Incrociamo la sosta cementata e la vicina sosta a spit che caratterizza la verticale disesa della parete ovest per poi percorrere gli ultimi diedri che portano ad una grande cengia da percorre prima a sinistra poi a destra fino alla cresta sommitale dove ci abbraccia il vento della parete Nord con il candore severo della neve.
Qualche passo accarezzano questo vuoto e riabbraccio questa cima ricca di storie ormai leggendarie.
Giù verso il lago e a Ovest constatiamo il crollo definitivo della pressione così ci infiliamo il piumino e corriamo giù.
A metà discesa ci sorprende anche una tormenta di neve breve ma intensa tanto da sporcare la parete quel tanto da indurre attenzione.
Le mani sono fredde le rocce sporche ma procediamo con buona sicurezza che velocemente ci porta alla croce Caselli Piatti dove incontriamo ancora il vero padrone di casa che si beffa della neve e di tante manovre di corda scendendo agevolmente per il camino e il passo del gatto.
In un attimo lo vediamo alla base mentre noi scendiamo all’ultima sosta dal camino.
Un ultima doppia e siamo finalmente giù mentre il tempo ci grazia un po’ fino al bivacco che dopo una veloce pulizia lasciamo insieme al grande accendino vero protagonista di quest’esperienza.
Il rientro sarà veloce nonostante il terreno e la lunghezza mentre alle nostre spalle si alternano bellissime immagini in bianco e nero.
Ci accolgono le nuvole e le nebbie e poi ancora un po’ di pioggia mentre le gambe diventano dure e la testa urla un mantra…Accendino Accendino Accendino!!!!
Uno scivolone spezza uno dei miei bastoncini rallentando un po’ il ritmo ma poteva andare peggio come dice il motivatore non fumatore!
Alla fine facciamo tempi di tutto rispetto ma d’altra parte non è così importante…
Questa fuga inaspettata ci regala un ulteriore insegnamento a non mollare e un senso di gratitudine nelle piccole cose..
Il grazie più grande quindi al Badile che ancora una volta regala più di quanto ci si possa aspettare proprio come quei semplici regali di Natale di una volta che oggi sono così difficili da comprendere...





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